Dietro la rabbia di Giorgia Meloni (con Berlusconi)

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-04-13

In un video la leader di FdI viene “beccata” a battibeccare con Berlusconi al Quirinale. Eppure dietro la sua arrabbiatura dovrebbero esserci motivi interessanti. E che non riguardano il Cavaliere

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In questo video pubblicato ieri su Youtube si mostra, senza audio, quella che sembra essere una lite tra Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e Silvio Berlusconi. Secondo il filmato di Blitz Tv lo scontro tra i due sarebbe andato in scena dopo lo show del Cavaliere al Quirinale in occasione della dichiarazione letta da Matteo Salvini.

Dietro la rabbia di Giorgia Meloni (con Berlusconi)

Che sia precedente o successiva e che rappresenti un litigio o una normale discussione, è vero che la Meloni ha assistito ieri da spettatrice alle dichiarazioni dei due mattatori del centrodestra con un volto non esattamente raggiante, tradendo un nervosismo palpabile anche se poi nell’intervista rilasciata oggi al Corriere della Sera, ha cercato di addossarlo a Berlusconi: “Fino a ieri sarebbe stato impossibile anche immaginare che qualcuno parlasse al posto suo. Ma le cose cambiano, se ne è accorto anche lui, e si innervosisce…”.

In realtà però la Meloni ha buoni motivi per essere piuttosto arrabbiata a prescindere da quello che è accaduto con Berlusconi al Quirinale. Motivi che hanno le loro radici nel risultato conseguito da Fratelli d’Italia alle elezioni politiche ma soprattutto in quelle regionali, come ha spiegato qualche tempo fa l’ex consigliere Fabrizio Santori: “A proposito di affidabilità. In un partito è molto importante, così come nel lavoro, in un’organizzazione, in un qualsiasi gruppo umano, anche in famiglia. E’ un elemento primario ma i gattopardi della politica nostrana hanno estremizzato il concetto blindandosi nelle stanze dei bottoni con i più fedeli mentre nel frattempo calpestavano il lavoro di chi, con impegno e perseveranza, conquistava la stima della gente sul territorio. Ed è stato il trionfo degli yesman senza primarie né scelte di merito ma solo scelte partitocratiche poi bocciate dai cittadini”. E ancora: “Non sono stato rieletto consigliere regionale del Lazio per altri motivi oltre la sconfitta del nostro candidato presidente Parisi per mano di Zingarozzi: uno su tutti il tracollo di Fratelli d’Italia che elegge solo 3 consiglieri passando ad essere l’ultimo partito del centrodestra nella Regione Lazio, disperdendo in un mese un patrimonio costruito alle ultime elezioni con anni di presenza sul territorio”.

L’ultimo partito di centrodestra 

Già perché è proprio questo che sta succedendo a Fratelli d’Italia. Dopo la buona performance di Meloni come candidata sindaca nel 2016, il partito si è rassegnato elettoralmente a fare da comprimario a Salvini, che ha pescato voti nel fiume in cui li cercava anche Fratelli d’Italia. Al risultato deludente in Regione ha certo contribuito la vicenda di Sergio Pirozzi, che tra l’altro era un esponente di Fratelli d’Italia e proprio il veto di Meloni gli ha impedito di diventare il candidato governatore del centrodestra: è perfettamente spiegabile che un buon numero di persone che potevano votare per la Meloni abbia preferito alla fine la sua lista, impedendo a FdI di bissare i risultati di due anni prima.

sergio pirozzi giorgia meloni 1

Dall’altra parte i sondaggi oggi disegnano una situazione in cui FdI continua a perdere voti mentre la Lega li guadagna. Il travaso cominciato alle regionali non sembra finito e a farne le spese è ancora il partito della Meloni. Che dovrebbe vedere in Salvini un competitor interno, invece sembra essere totalmente succube della strategia del leader della Lega e incapace di fornirne una propria.

La strategia dello struzzo 

A concorrere nel rendere ancora più difficile questa situazione è la chiara contraddizione politica che sta esplodendo in questi giorni di crisi e che potrebbe ampliarsi se davvero nascesse un governo in collaborazione tra centrodestra e MoVimento 5 Stelle: mentre i consiglieri municipali e comunali di FdI a Roma fanno opposizione intransigente contro la Giunta Raggi e hanno provocato già la caduta del III Municipio, nella politica nazionale Fratelli d’Italia potrebbe trovarsi alleata con i grillini. E questo potrebbe succedere anche se Berlusconi finisse alla fine per fare il passo di lato auspicato dal M5S, visto che il MoVimento non ha mai messo pregiudiziali su Giorgia Meloni.

Proprio per questo la Meloni, dopo le elezioni molto intransigente, ha già provveduto a smussare gli angoli dell’ostilità con i grillini, finendo però per rimanere confusa nel magma della politica italiana e senza possibilità di spiccare. Oggi Fratelli d’Italia rimane lì, fagocitato dal senso dello spettacolo di Berlusconi e dai numeri di Matteo Salvini. Il rischio è che finisca per farsi annettere materialmente dopo l’annessione politica.

Leggi sull’argomento: Tre ipotesi di governo per il Quirinale

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