Tre ipotesi di governo per il Quirinale

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-04-13

Dopo lo show del centrodestra è chiaro che tutti aspettano le elezioni in Molise e Friuli prima di muoversi. E allora il presidente della Repubblica potrebbe chiamare in causa Casellati, Giorgetti o una personalità terza. Che rimetterebbe in gioco il PD

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Per un governo ci vogliono le elezioni. Non quelle politiche, per ora, ma quelle regionali. Il 22 aprile si vota in Molise, dove il MoVimento 5 Stelle è favoritissimo, e il 29 aprile si va alle urne in Friuli Venezia Giulia, dove la Lega ha il candidato forte Fedriga. Ma il Carroccio si presenta alleato con il centrodestra e rompere alla vigilia delle urne sarebbe inopportuno, mentre i grillini corrono da soli e questa è stata finora la loro forza elettorale.

Elisabetta Casellati: il mandato esplorativo per la presidente del Senato

Per questo prima del 30 aprile non ci sarà un accordo per fare un governo e per questo per riempire le due settimane e passa che mancano il Quirinale pensa a un mandato esplorativo: è quell’incarico che viene dato a una personalità istituzionale quando le consultazioni si sono risolte in un buco nell’acqua e nell’occasione a essere investita dovrebbe essere la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, che è la seconda carica dello Stato ed è stata portata in quel ruolo da una maggioranza ampia e composita che prevedeva MoVimento 5 Stelle e centrodestra.

maria elisabetta alberti casellati

La scelta di Casellati contribuirebbe a far passare il tempo necessario prima di arrivare a maggio, quando l’alleanza di governo (Lega-M5S-FdI) potrebbe essere pronta a rottamare Berlusconi al netto delle giunte regionali. Oppure a proporre un eventuale escamotage: formare un gruppo unico con Forza Italia che raccolga tutto il centrodestra ma nel quale la componente berlusconiana sarebbe minoritaria e il Cavaliere non avrebbe alcun ruolo. Formalmente.

Berlusconi, il Mattatore

Nella sostanza sarà difficile per i grillini far passare nell’opinione pubblica già piuttosto avvelenata per le proposte a Partito Democratico e Lega un evidente maquillage istituzionale. In ogni caso non è questa l’unica strada che potrebbe percorrere Mattarella. Un’altra possibilità è quella di incaricare Giancarlo Giorgetti, che già ieri sembrava quella “personalità individuata dalla Lega” a cui Matteo Salvini ha fatto riferimento nel suo discorso al Colle.

berlusconi
La prima pagina del Fatto (13 aprile 2018)

D’altro canto sulla scrivania di Giorgetti rimarrebbero aperti gli stessi problemi di Casellati, con lo svantaggio che così il suo nome sarebbe definitivamente bruciato e non è questo che vuole la Lega, che sull’attuale capogruppo punta davvero per mostrare il suo volto “moderato” all’elettorato e – soprattutto – all’Europa.

La personalità “terza”

E allora ecco un’altra possibilità: quella di individuare un incarico pieno a una personalità sopra le parti che dovrebbe tentare di trovare una maggioranza. Dal nome si potrebbe capire se la scelta di Mattarella si orienterebbe a sinistra invece che a destra, così facendo anche comprendere se sarà il Partito Democratico a essere interrogato sulla possibilità di un governo con il MoVimento 5 Stelle ma guidato da un terzo nome. D’altro canto il PD è fuori dai giochi sia in Molise che in Friuli quindi non ha problemi di attese (le due regioni erano ovviamente governate dal centrosinistra).

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Giancarlo Giorgetti

Quella del terzo uomo è però la possibilità meno probabile sul tavolo del Quirinale proprio perché lo show del centrodestra e di Berlusconi ieri impedisce la libertà di movimento del presidente della Repubblica. E in ogni caso potrebbe far sbandare il PD alla vigilia dell’assemblea del 21, anche se a quel punto almeno i delegati avrebbero qualcosa di cui discutere che interessa anche agli altri invece della successione a Renzi, di cui frega solo a loro.

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