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Le panzane di Di Maio sull’immunità penale per l’ex-Ilva

Giovanni Drogo 24/04/2019

Di Maio ha detto oggi a Taranto che nel Decreto Crescita è stata inserita una norma che da agosto abolisce le “esimenti penali” sull’ex-Ilva. Ma quell’immunità è cessata già a fine marzo 2019 e sul decreto che l’ha istituita pende il giudizio di costituzionalità della Consulta. Ma allora cosa ha abolito Di Maio?

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È una Taranto blindata quella che ha accolto la visita del ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, arrivato in città per fare “il punto” sulla situazione dell’ex-Ilva. Al termine della riunione del tavolo permanente del Contratto istituzionale di sviluppo dell’area di Tarantoil vicepremier fa sapere che «il grande lavoro che dobbiamo fare adesso è avviare una fase due per l’ex Ilva». E annuncia che ieri in Consiglio dei Ministri «abbiamo abolito immunità penale che permetteva ai vertici di Ilva di godere di alcune esimenti legate a reati ambientali».

Di Maio annuncia l’abolizione dell’esimente penale sull’ex-Ilva

Nel decreto crescita è stata introdotta una norma che abolisce l’esimente penale «che doveva durare altri quattro anni e mezzo e che invece ad agosto di quest’anno cesserà di esistere» ha detto Di Maio. Il vicepremier insomma si è presentato a Taranto con i fatti: «non sono venuto qui nei primi mesi di chiusura dell’accordo perché volevo venire qui con i fatti. Io farò di tutto per conquistare la fiducia dei tarantini so che è un popolo arrabbiato e ha ragione a esserlo». A Taranto però si aspettavano azioni di tutt’altro genere, ad esempio nessuno si sarebbe mai aspettato che Di Maio chiudesse l’accordo preparato dal suo predecessore al MISE. Il mandato elettorale era chiaro: chiudere l’Ilva, non venderla ad Arcelor-Mittal.

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Dal video “sei cose che questo governo avrebbe potuto fare su Ilva e non ha fatto” dell’associazione Giustizia per Taranto

[via Facebook.com]C’è però un problema.

L’immunità penale – o più precisamente l’esimente penale – prevista dal decreto “salva Ilva” del 2015 varato dall’allora governo Renzi è scaduta. L’art. 2 comma 6 del decreto 1/2015,  stabilisce che la durata dell’immunità non può essere superiore ai 18 mesi successivi all’approvazione del piano ambientale. Il piano ambientale e le modifiche al piano di risanamento sono state approvate con il D.P.C.M. del 29 settembre 2017 che ha confermato la scadenza del piano di risanamento al 23 agosto 2023. Questo significa che quell’esimente penale che Di Maio ha annunciato sarà abolita con il decreto crescita in realtà già da un mese non è più operativa.

Cos’è l’esimente penale che garantisce “l’immunità” a chi deve procedere al risanamento

L’esistenza di questa esimente penale – che stabilisce che «le condotte poste in essere in  attuazione del Piano di cui al periodo precedente  non  possono  dare  luogo  a responsabilità penale o amministrativa del commissario straordinario, dell’affittuario  o  acquirente e  dei  soggetti  da  questi funzionalmente delegati» – è cosa nota da tempo ed oggetto di numerose battaglie condotte dai comitati dei cittadini di Taranto. Non si capisce come mai il governo Conte non ha deciso di abolirla prima. Avrebbe potuto farlo già con il Decreto Genova, volendo o con qualsiasi altro decreto. C’è poi il problema relativo al Decreto Crescita che dopo settimane di contrattazioni è stato approvato solo ieri sera (e deve ancora essere pubblicato in Gazzetta Ufficiale).

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La scadenza del 30 marzo per l’immunità penale sull’ex-Ilva è del resto stata ribadita nell’ordinanza dell’8 febbraio 2019 con la quale il Gip di Taranto Benedetto Ruberto ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di due disposizioni facenti parte della più ampia normativa c.d. “salva-Ilva”. In particolare il Gip faceva notare lo “scollamento” tra il contenuto del DL 01/2015 e l’interpretazione dell’Avvocatura dello Stato che nell’agosto 2018 (ribadendo quello già dato nel 2017) ha spiegato nel parere fornito al MISE che l’esimente penale dura «per tutto l’arco temporale in cui l’aggiudicatario sarà chiamato ad attuare le prescrizioni ambientali impartite dall’amministrazione […] detto arco temporale risulterà quindi coincidente con la data di scadenza dell’autorizzazione integrata ambientale in corso di validità (23.8.2023)». Anche l’Avvocatura però rimetteva ogni valutazione alle eventuali decisioni della Consulta che si deve ancora esprimere.

Il giudizio di incostituzionalità e gli accordi con Arcelor-Mittal

Secondo il coordinatore dei Verdi Angelo Bonelli Di Maio oggi «facendo il furbo, ha annunciato che ha abolito una norma la cui efficacia è cessata il 30 marzo scorso e che quindi non esiste più e lo fa solo per mera propaganda pensando che nessuno se ne accorgesse, non dice nulla sugli elevati picchi di diossina a masseria del Carmine e non dice nulla sulla richiesta della regione Puglia di revisione dell’Aia bocciata dal ministero dell’Ambiente». Ma c’è anche un’altra questione: la posizione di Arcelor-Mittal, ovvero dei proprietari dell’acciaieria.

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Il 29 marzo scorso Matthieu Jehl, Ad di Arcelor-Mittal Italia, rispondendo ad una domanda sulle eventuali conseguenze della dichiarazione di incostituzionalità della norma sull’esimente penale ha detto al Corriere della Sera che «Abbiamo deciso di investire in Italia sulla base di norme e di regole concordate con il governo italiano per la risoluzione dei problemi. Chiediamo certezza del diritto come investitori di lungo termine».

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Insomma gli acquirenti dell’ex-Ilva vogliono garanzie precise, le stesse che erano state fornite dal governo al momento della stipula dell’accordo (quello firmato da Di Maio). Sempre all’epoca il Fatto Quotidiano rivelava che secondo fonti del MISE l’intento non era quello di abrogare l’immunità ma modificare le esimenti per arrivare ad un progressivo superamento dell’immunità. L’annuncio di Di Maio di oggi lascia invece poco spazio alle interpretazioni, anche se appunto bisogna vedere cosa c’è scritto nel testo. E sarà da vedere quali saranno le reazioni di Arcelor-Mittal che si è impegnata nel piano di risanamento ambientale a ben precise condizioni.

Foto di copertina credits: TvBoy via Instagram.com

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