Il M5S è fatto così: se è all’opposizione l’Ilva va chiusa, se è al governo c’è un complotto degli pseudoambientalisti

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-11

Vi ricordate di quando il MoVimento 5 Stelle era in prima fila a condurre tutte le battaglie ambientaliste del Paese e a Taranto chiedeva la chiusura dell’Ilva e denunciava le morti dovute alla diossina? Sono bastati pochi mesi di governo per dimenticare tutto e scoprire che in Puglia è in atto un’operazione di “terrorismo psicologico” portata avanti da alcuni “pseudoambientalisti che fomentano l’allarmismo” e nascondono i dati sulla diminuzione dei tumori. Il M5S invece si è dimenticato di chiedere quelli sui livelli di diossina

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C’era un tempo, non molti anni fa, in cui Alessandro Di Battista sviava le domande sui diritti umani in Russia parlando delle violazioni dei diritti umani nel quartiere Tamburi di Taranto. C’era un tempo, poco più di un anno fa, in cui Alessandro Di Battista, Beppe Grillo e Luigi Di Maio promettevano prima la chiusura dell’ILVA di Taranto e poi la sua riconversione con annessa bonifica ambientale (e riqualificazione sociale) immediata. Era il tempo in cui il M5S conduceva battaglie ambientaliste da Nord a Sud del Paese. Poi il MoVimento 5 Stelle è andato al governo. E “improvvisamente” si è scoperto che non si poteva chiudere l’ILVA dall’oggi al domani, che il TAP non poteva essere bloccato e che forse nemmeno il TAV si può fermare.

Il deputato M5S che attacca gli ambientalisti che fanno terrorismo sull’ILVA

A coronamento di questo percorso di allontanamento dai valori delle origini (una delle 5 Stelle è proprio l’Ambiente…) arriva il post del deputato tarantino Giovanni Vianello su Facebook scrive che «gli ultimi report di ASL e di ARPA in mio possesso sono chiari ed escludono qualsiasi tipo di situazione d’emergenza, sia dal punto di vista ambientale che sanitario». Insomma da quando il M5S di governo ha iniziato ad occuparsi dell’Ilva la situazione non è più così pericolosa come era appena due anni fa. Eppure non è che le cose siano cambiate drasticamente. Ma allora perché Vianello ci tiene a rassicurare la cittadinanza?

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Perché secondo il deputato tarantino quando si parla del polo siderurgico della città spesso «ci si addentra in un contesto privo di qualsiasi aderenza scientifica, caratterizzato dalla presenza di politici che creano preoccupazione fra le persone e da pseudo ambientalisti fortemente politicizzati e interessati a primeggiare contro la forza politica di turno, i quali proprio per questo fomentano l’allarmismo, confondono la cittadinanza e intercedono nello sviluppo di un’opinione pubblica disinformata e a caccia di scoop inesistenti». Non c’è che dire, un bel cambiamento. L’Ilva che per il M5S “è sempre stata da chiudere“. In un’intervista rilasciata a febbraio 2018 Vianello proclamava: «Non c’è futuro per l’Ilva, impossibile da ambientalizzare o da rendere economicamente sostenibile con improbabili ‘decarbonizzazioni’, vista la sovrapproduzione nel mercato dell’acciaio che l’ha già condannata alla chiusura».

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Lo stesso Vianello, che oggi parla di «un vero e proprio disagio sociale che da troppe settimane tiene sotto scacco la città di Taranto e la sua amministrazione» e che se la prende con gli “pseudoambientalisti” che fomentano l’allarmismo e confondono l’opinione pubblica, a settembre dello scorso anno scriveva su Facebook: «Fino a quando non si dimostrerà il contrario, l’unica ILVA compatibile è ILVA CHIUSA!». Poi però Di Maio ha tenuto aperta la fabbrica, ha confermato l’accordo di Calenda con Arcelor-Mittal e ha iniziato a parlare di “crisi risolta in tre mesi”.

Quando Vianello diceva «la sfida per la salute e l’ambiente sarà sicuramente uno devi cavalli di battaglia del Movimento»

Certo, Vianello dice che «non si possono chiudere gli occhi davanti a 60 anni di inquinamento selvaggio» e che bisogna introdurre una Valutazione del Danno Sanitario preventiva. Ma dice anche che «è impensabile e quantomai inaccettabile continuare con questo terrorismo psicologico». Il deputato ce l’ha senza dubbio con quelli ambientalisti che hanno scelto di sostenere il PD (ed in fondo il suo discorso non è poi così diverso da quello degli attivisti pentastellati che auguravano la morte dei tarantini dopo la vittoria del PD alle comunali del 2017).

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E chissà se sta pensando anche a Massimo Battista, dipendente Ilva, consigliere comunale ex-M5S che proviene dal movimento cittadini e lavoratori “Liberi e Pensanti” e che ha abbandonato il partito in polemica con il tradimento dei pentastellati nei confronti dei tarantini. La colpa in ogni male resta in ogni caso dei governi precedenti, perché ora che al governo ci sono i 5 Stelle la ASL ha certificato una diminuzione dei tumori. Insomma sono bastati dieci mesi di governo giallo-verde e a Taranto ci si ammala meno che in passato. Se il MoVimento fosse all’opposizione sicuramente se la prenderebbe con i professoroni e gli scienziati. Ma è al governo.

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Improvvisamente il MoVimento 5 Stelle non parla più dei «livelli di diossina dell’ILVA che uccidono nel quartiere Tamburi i Taranto», e quasi miracolosamente è tutto risolto. Anzi: il problema principale di Taranto è il terrorismo psicologico dei pseudoambientalisti, chissà, forse verranno fuori dei dati che dimostrano che il terrorismo psicologico uccide più dei tumori. Alle dichiarazioni di Vianello sull’ex Ilva risponde il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli.

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Secondo Bonelli stiamo assistendo ad un remake del film L’invasione degli ultracorpi in cui i cittadini vengono sostituiti durante il sonno con replicanti di origine aliena. «Penso che sia accaduto questo al M5S, dopo essere arrivato al governo del paese perchè ieri il deputato Giovanni Vianello, che quando il M5S era all’opposizione faceva il moralizzatore e purista, ha comunicato al mondo intero che su Taranto degli ‘pseudo ambientalisti’ e dei politici che creano preoccupazione tra la popolazione hanno generato ‘un’inutile allarmismo a tavolino’ perchè a suo dire i dati forniti da Arpa e Asl sull’inquinamento escludono qualsiasi emergenza ambientale». Ma Bonelli incalza Vianello a chiedersi come mai «sino ad oggi Arpa non rende pubblici i dati sulla diossina del mese di novembre e dicembre 2018 considerato che i primi 10 mesi del 2018 hanno segnalato un aumento preoccupante». Secondo i Verdi  l’ultimo mese disponibile, quello di ottobre 2018, ha registrato un aumento della diossina pari al 2050 per mille ovvero 20 ,5 volte di più. Come mai il deputato non si indigna per questo ritardo? Evidentemente fa più comodo riportare solo certi dati, prendersela con gli ambientalisti, ormai diventati scomodi.

Leggi sull’argomento: Le arance a vapore di Luigi Di Maio

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