Attualità
Avellino, quando il figlio del boss diceva al padre: «Stiamo al Comune con la Lega»
di Alessandro D'Amato
Pubblicato il 2019-10-15
Il coordinatore provinciale della Lega Morano si autosospende dopo l’indagine sul clan Partenio. Le intercettazioni dell’ex consigliere Genovese: “Ho vinto, stiamo al Comune”
Ha deciso di autosospendersi dal suo incarico di coordinatore provinciale della Lega irpina Sabino Morano, il cui nome è finito tra i destinatari di un avviso di garanzia da parte della procura di Avellino nell’ambito dell’inchiesta sulla nascita del nuovo clan Partenio in Irpinia che ha portato all’arresto di 23 persone. Morano si è autosospeso “in attesa di chiarire la sua posizione e la sua estraneità ai fatti davanti ai magistrati“, come ha fatto sapere ieri in una nota.
La Lega e la camorra ad Avellino
E tra le cose da chiarire sulla Lega e la camorra ad Avellino ci sarà anche una pagina del decreto di perquisizione del segretario di Avellino della Lega in cui si riporta l’intercettazione ambientale di un colloquio in carcere a Voghera del 28 giugno 2018 tra l’ex consigliere comunale di Avellino della Lega, Damiano Genovese, indagato per lo stesso reato (ai domiciliari da qualche settimana perché gli hanno trovato a casa una pistola), e il padre Amedeo Genovese, fondatore del clan Partenio, recluso con fine pena mai al 41 bis per omicidio e associazione camorristica.
Damiano Genovese: “…Ho vinto, stiamo al Comune”.
Amedeo Genovese: “…ma con i 5 Stelle? No?”;
Damiano: “eh… andiamo insieme a loro! Dobbiamo stare, però io sto con la Lega … a me Di Maio non mi piaceva! Di Maio…eh… a parte che tutti e due stanno contro i detenuti! Però non fa niente!”.
Damiano: “…ora ci serviamo noi per fare la maggioranza! Hai capito?”.
“Non fa più parte della Lega”, ha detto il 25 settembre scorso proprio Morano quando Genovese venne arrestato. Ne faceva però parte quando divenne protagonista di un servizio di Report in cui Gianluca Cantalamessa, segretario regionale della Lega per Salvini Premier, diceva che non sapeva del padre di Genovese ma sosteneva anche che il candidato avesse ripudiato e preso le distanze dal padre mafioso. Una storia ampiamente smentita dallo stesso Genovese, che alla stessa domanda rispose di non aver mai ripudiato niente e nessuno perché suo padre è innocente ed era finito nei guai a causa di un pentito.
Genovese si era presentato all’incontro con Report accompagnato da Fabio D’Alessandro, all’epoca consigliere comunale del MoVimento 5 Stelle ad Avellino dove il sindaco eletto dai grillini è nel frattempo caduto. Nel video D’Alessandro diceva, riferendosi a Genovese: “Mi raccomando, non me lo massacrate quando montate il servizio, sennò veniamo a Roma… Non vi scordate che è sempre il figlio del boss“.
I saluti del camorrista al sindaco irpino
Vincenzo Iurillo sul Fatto Quotidiano fa sapere oggi che la conversazione prosegue con alcune considerazioni politiche:
Damiano dice al padre che “ora ci serviamo noi”al sindaco per fare la maggioranza, il fratello suggerisce che “Sa bino”e altri del centrodestra “devono attaccare, attaccare a De Mita pesantemente ”. Il padre ascolta. Il figlio, peraltro, gli ha portato i saluti di “Costantino”. Si tratta di Costantino Giordano, sindaco di Monteforte Irpino, di professione gommista, eletto con una lista civica, per un periodo vicino a De Mita nell’Udc.
Ed ecco il succo della storia del figlio di un boss che aveva scelto la Lega per fare politica “nel segno della legalità ma senza rinnegare mio padre”, come disse al momento della candidatura, e di un’inchiesta del pm della Dda di Napoli Henry John Woodcock che invece proverebbe che quei legami con la camorra non sono recisi.
Per i pm Morano avrebbe avuto un appoggio elettorale del camorra in cambio di interventi tesi a garantire l’esito positivo di alcune pratiche amministrative di natura edile a cui il clan era interessato. I fratelli Galdieri, dell’omonima famiglia camorristica, secondo la Dda, avrebbero indirizzato e dirottato voti verso il candidato Sabino Morano e verso altri candidati come Damiano e Luigi Genovese, figlio e nipote del boss Amedeo. In due intercettazioni, datate 17 maggio e 27 maggio 2018, Pasquale Galdieri (tra i 23 arrestati), invita amici e familiari a votare Morano (si è “…sempre messo a disposizione”) e, nell’altra, legge un sms inviato a Morano in cui farebbe riferimento a una pratica a cui è interessato.
Partenio 2.0: il clan di Avellino
Le indagini sono iniziate nell’estate 2017, dopo le dichiarazioni rese durante un interrogatorio di garanzia da Francesco Vietri (condannato il 24 settembre alla pena dell’ergastolo per l’omicidio di Michele Tornatore). Avviate per trovare riscontri una serie di attività tecniche sul conto di diversi pregiudicati tra cui Pasquale e Nicola Galdieri, Carlo Dello Russo, Diego Boccieri ed Elpidio Galluccio, questi ultimi due già coinvolti in un sequestro di persona ad Avellino proprio per conto del clan. Intercettazioni telefoniche, ambientali e di videosorveglianza davano conferma che gli indagati appartenevano a un unico contesto criminale e che l’autolavaggio di Dello Russo, nel rione Mazzini di Avellino, era il luogo di incontro per pianificare le attività illecite. Immagini da videosorveglianza, nel corso di un incontro avvenuto tra due esponenti del gruppo criminale, hanno immortalato un rito antiquato ma tipico degli affiliati alle organizzazioni criminali di tipo camorristico, ovvero il saluto tra i due affiliati mediante un bacio sulle labbra. Questa scena registrata per la prima volta in data 7 settembre 2017 dalla videocamera di sorveglianza si è ripetuta più volte nel corso della indagine, confermando quanto aveva già raccontato Ernesto Nigro durante una conversazione avvenuta all’interno della sua Audi A6 con un suo conoscente: “Quando arriviamo la in cima che stava tutta … là… si baciavano in bocca! Sai che vuol dire? Entra Carminuccio (ndr VALENTE Carmine alias caramella) con Pasquale il bacio in bocca, quell’altro ragazzo uh… eh… si baciavano in bocca! Quelli la’ per baciarsi in bocca Ferdinando…. tu lo baceresti una persona in bocca?…per baciarsi in bocca, ma la veramente c’e’ la fratellanza! E la’ non si sposta una pietra senza che quelli li sanno!ed oggi il perno principale! Il perno! neanche Carminuccio! prima era Carminuccio (ndr. Carmine Valente) ora Pasquale! (ndr. Galdieri Pasquale)”.
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