Il Coronavirus in Sardegna

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-02

È il primo caso nell’isola. L’uomo è ricoverato attualmente in un ospedale di Cagliari. La Regione Sardegna assicura: seguiti tutti i protocolli

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Un paziente sardo è risultato positivo al Coronavirus. È il primo caso nell’isola. La conferma della diagnosi – fa sapere la Regione Sardegna che ha ufficializzato la notizia – avverrà dopo la verifica del tampone da parte dell’Istituto superiore di sanità. L’uomo è ricoverato attualmente in un ospedale di Cagliari.

Il Coronavirus in Sardegna

Finora i casi di sospetto Coronavirus sull’isola avevano dato esito negativo sia a Castelsardo che a Olbia e all’aeroporto di Tessera. Sono stati attivati tempestivamente dall’Unita di crisi regionale i protocolli nazionali e regionali per individuare e porre in sorveglianza attiva i familiari e tutte le persone che sono state in stretto contatto con il paziente attualmente ricoverato. “La situazione – fa sapere la Regione Sardegna – è sotto controllo e le strutture sanitarie regionali rimangono operative per fare fronte ad ogni evenienza. Ad oggi nessuna delle persone sottoposte a vigilanza è in una condizione tale da destare allarme”.

coronavirus contagiati guariti
Coronavirus: contagiati e guariti (Il Messaggero, 2 marzo 2020)

Il primo contagiato da Coronavirus in Sardegna è un imprenditore cagliaritano di circa 40 anni. Secondo quanto si apprende, l’uomo era stato a Rimini oltre una settimana fa per una fiera. In questo momento si trova ricoverato all’ospedale Santissima Trinità a Cagliari, dove è entrato ieri mattina presto dopo giorni di febbre persistente. Si attende – come fa sapere la Regione Sardegna – la verifica del tampone da parte dell’Istituto superiore di Sanità. L’uomo è il primo contagiato nell’Isola, ma non il primo sardo. Un altro è risultato positivo al virus la scorsa settimana ma si trova in Lombardia. Intanto un liceo alle porte di Roma e stato chiuso “a scopo precauzionale”. È quanto si apprende dallo stesso liceo Pascal che si trova a Pomezia in provincia di Roma. Secondo quanto si apprende, il padre di uno studente che frequenta l’istituto avrebbe avuto sintomi riconducibili al coronavirus e per questo motivo la dirigenza ha deciso, in via preventiva, di fermare oggi le lezioni. L’uomo sarebbe risultato positivo al Coronavirus e ora si trova ricoverato allo Spallanzani di Roma. Sono in corso gli accertamenti sui familiari compreso lo studente del liceo. L’amministrazione locale d’accordo con la dirigenza del liceo sta predisponendo, in via precauzionale, la chiusura della scuola e si raccomanda “di evitare allarmismi”. A Roma c’è anche un poliziotto positivo al test del tampone.

Il Nordest come Wuhan

E un’altra persona residente a Udine è risultata positiva nel corso della notte al test per il coronavirus. Lo ha reso noto il vicegovernatore con delega alla Salute e alla Protezione civile del Friuli Venezia Giulia, Riccardo Riccardi, nel corso della riunione del Comitato operativo riunitosi nella sede della Protezione civile Fvg di Palmanova. Il paziente è stato preso in carico dal Sistema sanitario regionale ed, essendo le sue condizioni di salute state dichiarate non gravi, si trova in quarantena domiciliare. Ammontano quindi a 9 i casi in regione (4 a Udine, 3 a Trieste e 2 a Gorizia). “Il Nordest è Wuhan (12 milioni) e l’Italia è l’Hubei (60 milioni). Non dobbiamo chiederci se, ma quando. Misure di contenimento subito in tutto il Paese”, scrive intanto l’epidemiologo Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene dell’università di Pisa. “Sembra che il problema maggiore da risolvere in questo momento in Italia – sottolinea su Facebook – è stabilire quale sia la letalità di Covid19. 2%, 1%, 0,00001%? In una pandemia quello che ci deve preoccupare Non è la letalità, ma la velocità di diffusione dei casi e la quota di casi che necessitano assistenza. Sono i malati che mandano in tilt il sistema. Primo fra tutti medici e infermieri. E poi le Forze dell’ordine”.

pier luigi lopalco

“Ma anche contadini, allevatori, camionisti. Insomma, basta discutere su quanto sia letale questo coronavirus. Basta ripetere la sciocchezza che si tratta di una influenza: l’influenza è una malattia stagionale, non pandemica. Anche se l’impatto sul singolo individuo del virus influenzale fosse lo stesso del coronavirus (e non lo è), l’impatto sulla popolazione non sarebbe comunque paragonabile. Basta traccheggiare sulle misure di contenimento. Più si alza la barriera, più si rallenta la velocità di diffusione e l’impatto della pandemia”.

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