Conte Ter: arriva un nuovo governo senza Renzi?

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-21

Il premier attende il colloquio con Renzi per la rottura definitiva. Poi caccia ai voti in Parlamento

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Dopo il Conte One e il Conte Bis, è in arrivo il Conte Ter come pronosticava Rocco Casalino. Matteo Renzi e Giuseppe Conte si avvicinano a grandi passi verso la rottura, racconta oggi Alberto Gentili sul Messaggero, e si preparano ciascuno ad attuare il proprio piano. Per il senatore di Scandicci si tratterà di cercare di racimolare alleati in parlamento per la sua proposta sul sindaco d’Italia; per il presidente del Consiglio scatta la caccia ai responsabili che potranno tenerlo in piedi per altro tempo a Palazzo Chigi:

A questo punto lo schema è chiaro. Come annunciato da Bruxelles, il presidente del Consiglio porterà in Parlamento (probabilmente cominciando dal Senato) la resa dei conti. Illustrerà i punti programmatici dell’Agenda 2023 e poi scatterà il voto su una risoluzione. «Può darsi che alcuni dei nostri lavotino, ma Renzi e i più fedeli sicuramente no», dice chi è molto vicino all’ex premier, «e a quel punto ci faranno fuori con i responsabili». Non è però esattamente questa la road map che avrebbe in mente Conte, propenso piuttosto a una crisi pilotata.

A una domanda sui “responsabili”, il premier a Bruxelles ha risposto: «Ho chiesto la fiducia con un determinato assetto, sarebbe improprio che cercassi altre maggioranze». Tutto cambierebbe però se Italia Viva, com’è probabile, si sfilasse in occasione del voto della risoluzione sulle comunicazioni programmatiche. In quel caso, anche perché sarebbe necessario sostituire le due ministre renziane, il premier salirebbe al Quirinale. E, senza dimettersi, chiederebbe a Sergio Mattarella («sulla forza di numeri certificati», dice un deputato contiano) di tornare in Senato per un nuovo voto di fiducia. Ed è lì che salterebbe fuori il nuovo gruppo di “responsabili”: un cambio in corsa di maggioranza che porterebbe al Conte ter.

conte ter senza renzi

Se la tattica è davvero questo, la strategia è invece quella di vivacchiare fino alla fine della legislatura.

Per ora di certo c’è però il sollievo con cui nell’entourage del premier viene accolta l’ipotesi «di un chiarimento definitivo». «E non c’è nulla di meglio di un chiarimento in Parlamento», aggiungono a palazzo Chigi, «del resto è ormai evidente il gioco di Renzi. Da una parte lancia segnali distensivi, dall’altra fa proposte volte a far saltare il governo: la sfiducia a Bonafede, l’abolizione del reddito di cittadinanza,l’esecutivo istituzionale per l’elezione diretta del premier. E, come se non bastasse, nelle ultime ore per ben 10 volte i renziani hanno votato assieme alle opposizioni».

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