Matteo Salvini e il video dell’immigrato che si masturba in pullman

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-02-21

Alle 9 di sera di ieri – e quindi in piena fascia protetta… – l’account Twitter di quello che una volta è stato persino ministro dell’Interno e voleva pieni poteri, ovvero Matteo Salvini, ha pubblicato il video di una persona che si masturba su un pullman. Qual è la vera storia?

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Alle 9 di sera di ieri – e quindi in piena fascia protetta… – l’account Twitter e quello Facebook (senza warning per impedire che fosse visualizzato da chiunque) di quello che una volta è stato persino ministro dell’Interno e voleva pieni poteri, ovvero Matteo Salvini, ha pubblicato il video di una persona che si masturba su un pullman, aggiungendo – per far capire meglio la situazione – una colonna sonora fatta da un tripudio di bonghi (d’altro canto “Piantala con ‘sti bonghi, non siamo mica in Africa“, cantavano Elio e le Storie Tese in Parco Sempione). Salvini dice che l’uomo è stato “assolto” (da cosa?) ” perché era domenica e dunque non potevano esserci bambini ad osservare”, concludendo con un significativo “che bella integrazione” che non c’entra un beep ma che piace ai gio-va-ni!, sempre per rimanere sugli Elii.

A cosa si sta riferendo il nientepopodimenoché ministro dell’Interno? A fatti accaduti qualche tempo fa su una corriera che porta da Trento Canazei. La vicenda risale all’11 marzo 2018 ed era successa su una corriera di linea di Trentino Trasporti: l’uomo, un 40enne africano residente in val di Fassa, era accusato di essersi masturbato. L’imputato aveva tenuto un comportamento identico il 7 marzo del 2017, mentre di trovava a bordo di un autobus in Sicilia. Racconta l’Adige:

Per questo, nel giugno 2018, la procura aveva chiesto ed ottenuto una misura cautelare nei confronti del 40enne, che era stato posto agli arresti domiciliari con l’accusa di avere compiuto «atti osceni all’interno di luoghi abitualmente frequentati da minori, fatto da cui derivava il pericolo che questi vi assistessero».

Un reato che, in primo grado, gli era valso la condanna a 3 mesi. Ma la difesa ha presentato appello. La materialità del fatto non era messa in discussione e lo stesso imputato l’aveva ammessa, spiegando che si era trattato di un impulso improvviso e che aveva cercato di non farsi notare. Un gesto, come ha spiegato l’avvocato, non dettato da ragioni esibizionistiche, ma da ricondurre a gravi problemi psicologici.

Il fatto è accaduto di domenica alle 7,45 del mattino: un giorno festivo, senza scuola ed in un orario (primissima mattina) in cui era ragionevole dubitare della presenza di minori sul bus. A quel punto, per la difesa, mancavano gli elementi costitutivi del reato, ovvero la concreta visibilità dell’atto, o l’accertamento dell’effettiva possibilità che l’atto venga visto da minorenni. Il giudice ha assolto l’imputato proprio perché il fatto non è previsto dalla legge come reato. Insomma, la stessa cosa che è successa nel 2016 a un 70enne di Catania che era arrivato fino in Cassazione per farsi dare ragione. Stessa pena in primo grado, confermata in secondo, poi l’assoluzione da parte degli ermellini. Ma questo Salvini non ve lo dice. In più, la persona assolta in Trentino è un minorato psichico. Ma anche questo a Salvini non importa. Non sentite che ritmo questi bonghi?

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