Le bugie su Conte «traditore» che ha firmato il MES

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-10

Conte non ha firmato il MES perché non c’era niente da firmare. Di più: come hanno spiegato ieri alcuni leader politici e persino il ministero dell’Economia in una nota, per ora l’Italia non ha intenzione di chiedere i soldi al Fondo Salva Stati e spera invece ancora negli European Recovery Bond. Ma allora di che parliamo?

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Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte non ha firmato il MES, né l’ESM, né nulla perché ieri era convocato l’eurogruppo dei ministri delle Finanze e anche volendo il premier non avrebbe potuto firmare nulla.

Le bugie su Conte traditore che ha firmato il MES

Eppure la storia di Conte traditore che ha firmato il MES oggi pullula negli account dei sovranisti, anche se priva di ogni fondamento visto che ieri l’accordo all’Eurogruppo stabilisce la possibilità di utilizzare il Fondo Salva-Stati con alcune condizionalità: si è deciso che le linee di credito precauzionali «saranno aperte a tutti gli Stati» in una misura pari al 2% del loro Pil, ma gli Stati potranno usarle solo per finanziare i costi sanitari e non per le altre spese indirettamente legate all’emergenza. Il Meccanismo europeo di stabilità (Mes), noto anche come Fondo salva-Stati,è un fondo finanziario europeo che ha per obiettivo la stabilità finanziaria della zona euro. Ha una dotazione di circa 650 miliardi di euro che servono per assicurare assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà, peraltro a condizioni giudicate molto onerose.

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Conte quindi non ha firmato il MES perché non c’era niente da firmare. Di più: come hanno spiegato ieri alcuni leader politici e persino il ministero dell’Economia in una nota, per ora l’Italia non ha intenzione di chiedere i soldi al Fondo Salva Stati e spera invece ancora negli European Recovery Bond, ovvero in quella mutualizzazione del debito da emergenza Coronavirus che è stata sempre la prima richiesta di Roma e che tecnicamente è ancora sul tavolo. Anche se aderire a queste condizioni – che sono in pratica le stesse di due settimane fa – è ancora impossibile.

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Alcune “tecnicalità” sono spiegate dall’europarlamentare Ignazio Corrao su Facebook: «Il Mes esiste dal 2012, fu negoziato e approvato nel 2010-2011 da un governo di cui la Meloni era ministro e la Lega nord era parte. Hanno massacrato la Grecia con questo strumento. Noi del m5s abbiamo il dovere di provare a smantellarlo. La brutale ignoranza e malafede di Salvini e Meloni e l’esercito di zucche vuote che li seguono si evince dal fatto che l’attivazione del MES è una procedura complessa che passa per diverse fasi, un memorandum of understanding sulle condizioni del prestito e poi un voto del parlamento nazionale per approvarlo (ricordate che in Grecia 🇬🇷 ci fu anche un referendum? Io ero lì ad Atene quel giorno). E loro vogliono far credere all’opinione pubblica che Gualtieri, da solo, abbia già attivato tutto. Falsi come le banconote di 1000€ che stampa la Meloni nello scantinato di casa sua».

Ma chi sta dicendo che Giuseppe Conte ha firmato il MES?

Ma chi sta dicendo che Giuseppe Conte ha firmato il MES? Ignazio Corrao se la prende con i sovranisti perché evidentemente non si è accorto che chi sta mettendo in giro la voce che Conte abbia firmato il MES fa parte (anche) del suo partito.

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Nel quale da ieri c’è chi ha preso di mira Palazzo Chigi con un tiro al piccione incomprensibile, visto che ieri non c’è stata alcuna firma sul MES. Ma le motivazioni dell’attacco le spiega oggi Tommaso Ciriaco su Repubblica:

Il problema è che basta pronunciare la parola Mes per accendere l’ala radicale del Movimento. Un assaggio si è avuto ieri, quando 22 grillini (ma uno solo è senatore) hanno diffuso un documento critico verso la linea dei 5S, in cui chiedono in caso di stallo a Bruxelles di «stabilire accordi per la stabilizzazione monetaria con Usa, Giappone, Cina e con gli Stati Ue con interessi strategici convergenti». Politica estera creativa, un antipasto di Italexit. Niente di concreto, se non fosse che sono pronti a inchiodare il premier a quello slogan, “Mes no, eurobond sì”, sfruttando il volano sovranista. La via è sempre più stretta, Salvini annuncia una mozione di sfiducia a Gultieri, ma Conte crede ancora di potercela fare: «Un passo alla volta».

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Quello che sta succedendo quindi è che il MoVimento 5 Stelle si sta pian piano sgretolando sotto l’ondata del sovranismo. E per questo molti dei suoi eletti stanno aggiungendo confusione alla già palpabile confusione intorno all’accordo di ieri all’Eurogruppo, che, a differenza di quello che pensano i grillini, è ancora una volta interlocutorio e rinvia, come d’abitudine, i problemi al vertice dei capi di stato e di governo della prossima settimana.

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Il problema però è che il governo non può permettersi l’instabilità interna in questa situazione, ovvero con l’emergenza Coronavirus ancora in campo e le pressioni per riaprire tutto che giungono dalla Confindustra e da una parte della maggioranza che lo sostiene. Al netto delle bufale che durano un’ora o un giorno e delle barzellette di propaganda, il governo si sta mostrando sempre più debole e sfilacciato all’esterno mentre la pressione politica aumenta. E ora i dubbi sul fatto che possa reggere non all’emergenza, ma alle bufale, cominciano a farsi sempre più persistenti.

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