L’Italia vince o perde su MES e Eurobond?

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-04-10

Per quanto riguarda il Mes (oltre 200 miliardi), si è deciso che le linee di credito precauzionali «saranno aperte a tutti gli Stati» in una misura pari al 2% del loro Pil. Gli Stati potranno usarle solo per finanziare i costi sanitari. Ma non per le altre spese indirettamente legate all’emergenza. Ma l’Italia non può permettersi politicamente di aderire adesso

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“L’Italia vince. Zero condizionalità sul Mes. E ora sul tavolo gli Eurobond“: è il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri nella serata di ieri che mette la faccia sull’accordo nell’eurogruppo sul documento economico che però non prevede la mutualizzazione del debito dell’emergenza Coronavirus e spinge l’Italia tra le braccia del MES (ESM), l’European Stability Mechanism protagonista del punto 16 dell’accordo.

Il MES e l’Italia nell’accordo all’Eurogruppo

Subito dopo Gualtieri consegna la sua posizione anche a Twitter, dove sostiene che adesso sul tavolo dell’UE ci sono i bond europei mentre sono state tolte le condizionalità del MES e adesso c’è una proposta ambiziosa che va realizzata. Dal MES arrivano 200 miliardi senza condizioni – per chi lo chiederà e l’Italia non l’ha ancora fatto, precisa via XX Settembre successivamente – se non quella di spendere i soldi per la sanità. La Stampa scrive in un retroscena a firma di Marco Bresolin che ognuno ha dovuto fare un passo indietro per chiudere l’accordo, anche la “terribile” Olanda:

L’Olanda ha rinunciato alla pretesa di condizioni rigide per l’uso del Fondo salva-Stati, ma ha ottenuto di vincolarli solo alle spese sanitarie. L’Italia ha messo da parte le richieste di «un Mes senza condizionalità» e ha accettato la proposta franco-tedesca che prevede condizioni minime. Roma si è dovuta arrendere anche sul passaggio che cita il piano per la ripresa, quello in cui il ministro Roberto Gualtieri voleva un riferimento esplicito ai Coronabond. Non c’è statoverso: il comunicato dell’Eurogruppo parla solo di un fondo «temporaneo», «commisurato ai costi straordinari della crisi» che devono essere sostenuti «da un adeguato finanziamento».

gualtieri mes

Il Meccanismo europeo di stabilità(Mes), noto anche come Fondo salva-Stati,è un fondo finanziario europeo che ha per obiettivo la stabilità finanziaria della zona euro. Ha una dotazione di circa 650 miliardi di euro che servono per assicurare assistenza finanziaria ai Paesi in difficoltà, peraltro a condizioni giudicate molto onerose.

Il fronte del Sud ha ottenuto un capitolo che chiede di mettere più soldi nel bilancio dell’Ue, tema che ha visto la Germania e gli altri Paesi del Nord sulle barricate. «Il prossimo bilancio — si legge nel testo di compromesso—giocherà un ruolo centrale nella ripresa economica. Dovrà riflettere l’impatto di questa crisi e la dimensione delle sfide che abbiamo davanti». Via libera al meccanismo anti-disoccupazione «Sure» (100 miliardi di prestiti ai governi) e al fondo dell’emergenza della Banca europea per gli investimenti (200 miliardi per le imprese).

Per quanto riguarda il Mes (oltre 200 miliardi), si è deciso che le linee di credito precauzionali «saranno aperte a tutti gli Stati» in una misura pari al 2% del loro Pil. Gli Stati potranno usarle solo per finanziare i costi sanitari. Ma non per le altre spese indirettamente legate all’emergenza.

mes giuseppe conte unione europea

L’Italia vince o perde su Mes e Eurobond?

Ci sono le condizioni per sostenere sia la tesi della vittoria che quella della sconfitta alla fine dell’Eurogruppo. Il ministro dell’Economia olandese Wopke Hoekstra, protagonista dell’opposizione dei paesi del Nord alle tesi di quelli del Sud, alla fine dell’Eurogruppo si dice soddisfatto su Twitter dell’accordo perché l’ESM è dedicato soltanto alle spese militare mentre per il supporto economico ci saranno delle condizioni (non sappiamo ancora quali). Ivo Caizzi sul Corriere della Sera spiega che Olanda, Germania e altri nordici sono riusciti a limitare i prestiti a 240 miliardi del Mes per i governi, 200 miliardi della banca Bei per le imprese e 100 miliardi del progetto Sure anti-disoccupazione. Gualtieri, la spagnola Nadia Calvino e Le Maire, consci che a Berlino hanno ritenuto necessari 1.100 miliardi per l’emergenza Covid-19 nazionale, hanno insistito per arrivare a oltre 1.000 miliardi, almeno nel tempo, con il Fondo di Le Maire per la ripresa. Ma, sul finanziarlo con Recovery bond a 15-20 anni, ne dovranno parlare i capi di governo. E Scholz ha fatto slittare il Fondo nel bilancio Ue 2021-2027.

wopke hoekstra

È rimasto il limite dei prestiti Mes al 2% del Pil (circa 36 miliardi per l’Italia). Con queste basi di partenza, scrive Enrico Marro, l’Italia potrebbe avere a disposizione la somma di 90 miliardi: circa 36 dal Mes, 20 dal Sure (ma togliendo le garanzie a carico dell’Italia si scenderebbe a 15) e 32 dalla Bei. Ma per adesso è politicamente insostenibile che l’Italia faccia ricorso al MES viste le accuse di tradimento in rampa di lancio.

Per questo il ministro dell’Economia ha iniziato a preparare il terreno per quello che, agli occhi dell’esecutivo, sarebbe un onorevole compromesso. E così, in un’intervista pubblicata ieri dal Sole 24 ore, ha spiegato che un Mes «senza condizionalità economiche estranee al contrasto al coronavirus» potrebbe essere accettato «nel quadro di un pacchetto ambizioso» e che includesse gli eurobond. L’obiettivo, insomma, è quello di aggiungere alle proposte in campo l’emissione di titoli europei ad hoc e portare la potenza di fuoco complessiva dai 500 miliardi di cui si discute a 1.000-1.500. Le decisioni finali spetteranno però al prossimo consiglio europeo.

Dove non ci saranno i ministri dell’Economia ma i capi del governo. E dove Conte, che ieri è stato in silenzio, dovrà quindi metterci la faccia.

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