La storia del concorso di Giuseppe Conte con Guido Alpa

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-07

Il premier lavorò assieme al professore che pochi mesi dopo fu suo commissario. La legge vieta a chi giudica e a chi è giudicato d’avere rapporti d’affari. Il PD all’attacco: #concorsopoli

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Il concorso che Giuseppe Conte ha fatto nel 2002 all’Università Vanvitelli di Caserta e che ha vinto insieme a Carlo Venditti, che viene assunto nell’ateneo campano mentre l’attuale premier verrà invece chiamato tre anni dopo a Firenze, dove già lavorava come professore associato, finisce sotto la lente della politica. Due articoli di Giuliano Foschini pubblicati ieri e oggi da Repubblica danno fuoco alle polveri.

Il concorso di Giuseppe Conte con Guido Alpa

Nella commissione che giudica e promuove all’unanimità Conte, insieme con altri quattro importanti docenti universitari italiani, c’è Guido Alpa che di Conte è maestro, amico, collega e, a credere al curriculum del premier, anche socio. Si era parlato di lui già all’epoca del concorso a La Sapienza che Conte voleva svolgere pur essendo presidente del Consiglio: Conte prima rinviò la data del colloquio e poi effettivamente rinunciò ufficialmente al concorso. Ora Repubblica porta alla luce un’altra storia: secondo il suo curriculum, nel 2002 l’attuale Presidente del Consiglio collaborava professionalmente con Guido Alpa, suo maestro all’Università. E proprio in quell’anno Conte diventa professore ordinario superando, all’università di Caserta, un concorso nella cui commissione c’era proprio Alpa. Ma secondo l’articolo 51 del codice di procedura civile la collaborazione professionale è un elemento che causa l’incompatibilità tra chi esamina e chi è esaminato.

guido alpa

Il concorso si tiene e a settembre del 2002 vengono firmati gli atti: gli idonei sono due, il professor Carlo Venditti, assunto alla Vanvitelli, e Conte che a ottobre del 2005 sarà chiamato a Firenze. Fin qui, tutto bene. Se non fosse per un particolare: l’articolo 51 del codice di procedura civile. «In tema di concorsi – dice in un recente parere l’Autorità Anticorruzione di Cantone – per assurgere a causa di incompatibilità deve esserci una collaborazione professionale con una comunione di interessi economici». Esempio: uno studio professionale in comune.

La causa con la RAI di Conte e Alpa

Oggi il quotidiano racconta che nel gennaio 2002 Conte insieme ad Alpa difese il Garante della Privacy contro la RAI che aveva impugnato un suo regolamento. Come ha spiegato recentemente in un parere l’Anac di Raffaele Cantone, c’è un’incompatibilità quando «esiste una collaborazione professionale con una comunione di interessi economici» tra l’esaminato e l’esaminatore.

Il problema, sostanziale, arriva però dagli altri due fatti, vietati dalla legge: i due hanno «avuto rapporti stabili di collaborazione», per citare la norma? Sono stati mai soci? Conte, nel suo curriculum, scrive di sì. E indica come data di inizio della collaborazione proprio il 2002, quando si tiene il concorso. Contattato da Repubblica, il premier non ha voluto rispondere alle domande.

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Lo ha fatto invece, assai cortese, il professor Alpa che ha spiegato di non aver mai avuto uno studio associato con Conte e che i due erano «soltanto coinquilini». O meglio che il premier, da avvocato, aveva lo studio «sopra il mio». Una ricostruzione che lo “salverebbe” dal conflitto di interessi nel concorso. Ma che, sulla base di alcuni documenti che Repubblica ha potuto consultare, mostra diversi buchi. […]

Strano, perché consultando l’albo degli avvocati si scopre che entrambi hanno sì studio in piazza Benedetto Cairoli 6, ma che hanno anche lo stesso numero di telefono: per risparmiare il professor Conte usa la segreteria dello studio Alpa?

All’attacco va subito Matteo Renzi: “Oggi Repubblica scrive che il concorso da prof ordinario di Conte ha profili di illegittimità. È uno scoop enorme o una Fake News? Il Premier deve chiarire in Aula, pubblicamente, se è tutto regolare. O aspetta che la Iena Giarrusso intervisti in streaming il prof. Alpa? #onestà”. Subito dopo i senatori Pd lanciano su Twitter l’hashtag “#concorsopoli”: scrive la vicepresidente Simona Malpezzi: “Aspettiamo il premier Conte in aula al senato: come ha detto il giorno del suo insediamento, sarà un piacere per lui confrontarsi con il Parlamento. Mi auguro anche sui dubbi sollevati da Repubblica oggi sulla sua carriera universitaria. #concorsopoli”. Aggiunge Salvatore Margiotta: “In altri Paesi ci si dimette per molto meno”. Ernesto Magorno afferma: “Aspettiamo il Premier Conte in aula per capire qualcosa in più circa la sua carriera universitaria anche alla luce del pezzo di oggi di Repubblica. #Concorsopoli?”.

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