Il finto addio di Conte al concorso per la cattedra a La Sapienza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-09-07

Il presidente del Consiglio doveva partecipare a un colloquio per una cattedra a La Sapienza e ha fatto sapere che non si presenterà. Ma, scrive il Fatto, non ha ancora rinunciato al concorso

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Ieri il giornale Politico.eu, versione europea del media americano, ha rivelato che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte si sarebbe dovuto presentare all’ora di pranzo nella sala delle lauree della Facoltà di Giurisprudenza per sostenere la prova orale del concorso per una cattedra a La Sapienza. Politico.eu faceva anche sapere che il colloquio era fissato per lunedì.

Il finto addio di Conte al concorso per la cattedra a La Sapienza

La cattedra della Sapienza si libererà il prossimo 31 ottobre con il pensionamento del professor Guido Alpa, di cui il premier è stato allievo prediletto. Il concorso, arrivato alla sua fase esecutiva, era stato indetto il 14 dicembre 2017. La commissione, presieduta da un altro docente della Sapienza, Enrico Elio Del Prato, scelto in quel ruolo proprio dalla facoltà, lunedì avrebbe ascoltato la relazione orale dei candidati in lingua inglese su uno dei quindici lavori realizzati dagli stessi aspiranti docenti. Alla conversazione sarebbe seguita la valutazione. Secondo alcuni giuristi la partecipazione di Conte al concorso è contraria alla legge del 2010 che regola il conflitto di interessi.

giuseppe conte donald trump

Dopo la diffusione della notizia Giuseppe Conte, a margine della conferenza stampa che ha presentato la nuova legge anticorruzione del governo Lega-M5S, ha fatto sapere che non andrà al colloquio a causa di impegni pregressi. “La mia nuova veste mi impone di riconsiderare la scelta, – ha detto Conte –impegni istituzionali mi impediscono di partecipare al colloquio orale”. Senza accennare in alcun modo quindi al conflitto di interessi o alle ragioni di opportunità.

Conte rinvia l’esame ma non lascia

A quanto pare, quindi, Conte aveva intenzione di partecipare al concorso e poi, in caso di ottenimento della Cattedra, di mettersi in aspettativa per la durata del suo mandato a Palazzo Chigi, come consentito dalla Sapienza. E, scrive oggi il Fatto, se Conte non ritiene incompatibili il concorso e il suo ruolo, può rinunciare alla prova orale di lunedì senza però ritirare la domanda per la cattedra, rimandando di qualche giorno la decisione definitiva.

D’altra parte la scelta sarà soltanto sua: la Sapienza, come avviene per ogni procedura selettiva per la copertura di una cattedra, ha formato una commissione –composta in questo caso dal Prof. Enrico Elio del Prato (Sapienza), dal Prof. Stefano Delle Monache (Università di Padova) e dalla Prof. Giusella Dolores Finocchiario (Università di Bologna) –che in una riunione dello scorso 1 agosto non ha ravvisato incompatibilità giuridiche tra la candidatura di Conte e la sua posizione da presidente del Consiglio.

conte concorso cattedra universitaria

Al di là degli aspetti formali, resta però un’evidente questione di opportunità, visto che il suo ruolo lo ponein una condizione diversa rispetto agli altri candidati al trasferimento. A pesare, nella volontà del premier, c’è senza dubbio l’incognita sul suo futuro: il governo al momento tiene, ma non è detto che possa durare fino a fine legislatura. E anche se fosse, Conte ha forse già chiaro che la politica non sarà più il suo mestiere. Nella storia della politica italiana, due casi simili sono già successi: Vincenzo Visco e Oliviero Diliberto parteciparono (e vinsero) due concorsi universitari mentre erano ministri, uno del Tesoro, l’altro della Giustizia.

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