Il concorso tra amici che diede la cattedra a Conte

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-06

Repubblica racconta come il professore è diventato tale, partendo da un concorso dove tra i giudici c’era il suo compagno di studio legale

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Giuliano Foschini su Repubblica oggi racconta una storia che riguarda l’attuale premier Giuseppe Conte e come è diventato professore universitario. Secondo il suo curriculum, nel 2002 l’attuale Presidente del Consiglio collaborava professionalmente con Guido Alpa, suo maestro all’Università. E proprio in quell’anno Conte diventa professore ordinario superando, all’università di Caserta, un concorso nella cui commissione c’era proprio Alpa. Ma secondo l’articolo 51 del codice di procedura civile la collaborazione professionale è un elemento che causa l’incompatibilità tra chi esamina e chi è esaminato.

Nel 1998-1999 Conte, si legge nel curriculum, aveva «curato, sotto il patrocinio del Cnr, un progetto pilota in Italia: un corso di Istituzioni di diritto privato via Internet». Ed erano a cura di Alpa tre delle pubblicazioni che Conte presenta per partecipare al concorso. L’allievo era giudicato dal maestro. Una circostanza antipatica, oggi meno tollerata, ma allora assai comune. E assolutamente legittima.

Il concorso si tiene e a settembre del 2002 vengono firmati gli atti: gli idonei sono due, il professor Carlo Venditti, assunto alla Vanvitelli, e Conte che a ottobre del 2005 sarà chiamato a Firenze. Fin qui, tutto bene. Se non fosse per un particolare: l’articolo 51 del codice di procedura civile. «In tema di concorsi – dice in un recente parere l’Autorità Anticorruzione di Cantone – per assurgere a causa di incompatibilità deve esserci una collaborazione professionale con una comunione di interessi economici». Esempio: uno studio professionale in comune.

famiglia cristiana giuseppe conte

Ed ecco il problema.

Scrive infatti il premier Conte nel suo curriculum: «Dal 2002 ha aperto con il professor Guido Alpa un nuovo studio legale dedicandosi al diritto civile, commerciale e lavoro». È così? Alpa, interpellato da Repubblica, prima replica: «Non parlo di concorsi universitari». Poi precisa: «Nessuna associazione professionale, siamo stati soltanto coinquilini». Per poi ulteriormente aggiungere: «Io sono iscritto a Genova e lui a Roma. Giuseppe aveva lo studio al piano superiore al mio». Dunque, il premier ha scritto una bugia nel curriculum, secondo Alpa. Perché, dice, erano soltanto «coinquilini» e non soci.

«Mi trova sorpreso e impreparato» spiega a Repubblica, il professor Pollice, uno dei commissari. «Non sapevo. Alpa è persona di diritto, un grande giurista, è molto attento alle norme. Sono certo che tutto è regolare». Su quel concorso, Pollice ricorda poco. «È passato tanto tempo e poi nei posti da ordinario si valutano solo le pubblicazioni, non c’è un colloquio individuale. Conte l’ho incrociato anni dopo. Noi comunque demmo un giudizio comune, all’unanimità». Il presidente Conte è un raffinato giurista, d’altronde. «Beh, raffinati giuristi sono altri. Diciamo che è un buono studioso, e per questo gli demmo l’idoneità».

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