Politica
Come Salvini ha fregato Rami e Adam
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2019-05-17
I due ragazzini protagonisti del sequestro da parte dell’autista di un bus raccontano oggi a Repubblica che dopo le foto di rito e la pubblicità elettorale il ministro dell’Interno e Luigi Di Maio hanno “dimenticato” la questione della cittadinanza
Matteo Salvini ha fregato Rami e Adam. I due ragazzini protagonisti del sequestro da parte dell’autista di un bus raccontano oggi a Repubblica che dopo le foto di rito e la pubblicità elettorale il ministro dell’Interno e Luigi Di Maio hanno “dimenticato” la questione della cittadinanza:
Adam El Hamami ha 12 anni, sta seduto impaziente sulla sedia del Barber Shop di piazza Duomo, mentre il papà Khalid, cittadino marocchino residente in Italia, si fa tagliare i capelli dall’amico Iead, parrucchiere palestinese-cremasco che taglia anche Salah, e tutta la nazionale egiziana. Ma la scuola, come va? «Bene». E il resto, va tutto bene? «Non tanto. Di notte ho gli incubi». E che fai, allora. «Mi alzo e vado nel lettone con la mamma, così mi riaddormento». Il padre invece è paziente: «Io dormo sempre sul divano, lo faccio perché Adam ha bisogno di riposare, deve studiare, andare bene a scuola».
La settimana scorsa la sindaca di Crema, Stefania Bonaldi, ha chiamato la prefettura di Cremona, un’altra volta: «Ci sono novità sulla cittadinanza a Rami e Adam?». «Non sappiamo ancora niente». Bonaldi: «Capisco la delusione dei ragazzi. Purtroppo non ci sono notizie certe, io stessa non ne ho. Più che chiamare…». «Non si sono più fatti sentire…, io non so niente», così dice Rami Shehata, 13 anni, che in questi giorni è nella città della sua famiglia, Mansura, Egitto, e l’altra sera è stato ospite della televisione egiziana, «mi hanno anche dato un premio, una stella con il mio nome e i ringraziamenti», adesso aspetta che lo chiami il presidente, «sappiamo che mi riceverà, sono molto contento, è il presidente dell’Egitto!», l’altro suo Paese.
Il bambino parla anche di quello che gli disse all’epoca il ministro:
Ogni tanto sogna fuoco e urla, «anche la settimana scorsa, e mi sento male». Un giorno «Salvini mi ha detto “sei come mio figlio”, poi ha cambiato idea, ha detto che la legge non si tocca». Non pensa che sia giusto, bisogna mantenere le promesse fatte, e ai ragazzi, poi. «Tutto il mondo pensa che ormai siano cittadini italiani, ma non è vero!», dice suo padre Khaled, «logico che siano arrabbiati».
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