Quando Matteo Salvini dà i numeri sui richiedenti asilo e “finti profughi”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-06-06

Il ministro dell’Interno annuncia che è “stra-finita la pacchia” per i finti profughi che se ne stanno in panciolle in albergo. Ma che cos’è un “finto profugo”? E quanti sono i richiedenti asilo? Per Salvini a quanto pare rifiugiati e richiedenti asilo sono la stessa cosa: clandestini

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha ribadito ieri che l’Italia voterà no (assieme ai paesi del “gruppo di Visegrad”) alla proposta di revisione del trattato di Dublino. Ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha detto al Senato che il nostro Paese chiederà con forza il superamento del Regolamento di Dublino «al fine di ottenere l’effettivo rispetto del principio di equa ripartizione delle responsabilità e realizzare sistemi automatici di ricollocamento obbligatorio dei richiedenti asilo» dimostrando di ignorare che la proposta dell’Europarlamento prevede proprio la realizzazione di un sistema automatico di ricollocamento basato su quote.

Per Salvini clandestini, rifugiati e richiedenti asilo sono la stessa cosa

Tra il sistema di ripartizione dei richiedenti asilo (quindi non solo di chi ha già ottenuto il riconoscimento dello status di rifugiato) e quello ungherese che prevede la costruzione di reticolati di filo spinato e il categorico rifiuto del ricollocamento dei rifugiati Salvini sembra preferire il secondo. Non è ben chiara quale sia la convenienza per l’Italia. Ma non dobbiamo dimenticare che per Salvini migranti, profughi, richiedenti asilo sono solo parole inventate dai buonisti di sinistra per cancellare la parola “clandestino”. Non è un caso che nel suo discorso Conte abbia detto che il suo governo intende difendere «gli immigrati che arrivano regolarmente sul nostro territorio». È noto però che chi scappa da guerre o persecuzioni religiose non ha la possibilità di entrare regolarmente in Italia.

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Un richiedente asilo è una persone che nella maggior parte dei casi è entrata clandestinamente nel nostro Paese, ma una volta che viene riconosciuto lo status di rifugiato gode degli stessi diritti (e doveri) di chi è entrato in Italia con regolare permesso di soggiorno.

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Fonte: UNHCR

Non tutti i migranti che arrivano in Italia saranno riconosciuti come rifugiati, ma questo non significa che tutti i rifugiati debbano provenire necessariamente da un paese in guerra.  Il diritto d’asilo non viene concesso solo a chi scappa da un conflitto ma anche ad altri individui (ad esempio a chi ha subito violenze domestiche, chi ha subito violenze durante il transito in Libia oppure a chi ha compiuto un significativo percorso di integrazione).

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Fonte: UNHCR

Inoltre il procedimento non termina con la decisione della commissione territoriale stabilisce che il migrante non è “idoneo”. Il richiedente asilo può fare ricorso che in questo modo sospende l’espulsione fino a che non è stato esaminato il ricorso.

È finita la pacchia anche per i richiedenti asilo

Ieri sera il ministro Salvini ha detto che «è strafinita la pacchia per chi ha mangiato per anni, alle spalle del prossimo, troppo abbondantemente: ci sono 170mila presunti profughi che stanno in albergo a guardare al tv». Ma come fa Salvini a sapere che quei richiedenti asilo sono tutti “presunti profughi” da rimpatriare? Molte delle persone ospitate nei centri di accoglienza (che non sono propriamente degli alberghi, si veda il caso di Cona, nel veneziano) sono richiedenti asilo in attesa che lo Stato italiano determini la loro condizione. Salvini continua a fare oggi quello che ha fatto negli ultimi anni: alimentare la confusione tra “clandestino” – che è ogni migrante sbarcato o arrivato in Italia in maniera irregolare – e rifugiato.

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Fonte: UNHCR

Salvini insomma sta continuando a parlare della presunta invasione dei migranti. Invasione che nei fatti non c’è (qui le statistiche del Viminale aggiornate al 6 giugno 2018) visto che il picco risale al 2015. Già nel 2016 – quindi dopo la “crisi” – l’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati aveva pubblicato delle statistiche che dimostravano come l’Italia non fosse certo il paese vittima dei rifugiati. Nel mondo ci sono circa 16 milioni di rifugiati (non di richiedenti asilo) e in Europa ce ne sono poco più di due milioni, persone che sono arrivate nel corso degli anni, dei decenni. L’Italia – che generalmente accetta il 40% delle richieste d’asilo – ne aveva accolti in totale 131mila (su una popolazione di 60 milioni di abitanti).

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Durante la puntata di ieri sera di Otto e Mezzo Paolo Pagliaro ha spiegato che nel 2017 l’Italia ha accolto 580 richieste d’asilo ogni milione di abitanti mentre la Germania ne ha accolte 3.943 (sette volte di più). In rapporto alla popolazione residente hanno accolto più richieste d’asilo anche Francia, Liechtenstein, Finlandia, Grecia, Svezia, Cipro, Norvegia, Belgio, Svizzera,  Malta Lussemburgo e Austria. A questi vanno aggiunti coloro che hanno ricevuto il riconoscimento della “protezione sussidiaria” – ad esempio nel caso il migrante rischi di subire un “danno grave” al rientro in patria – e la “protezione umanitaria” (che viene concessa per altri motivi umanitari). Curiosamente la “protezione umanitaria” è lo status che viene maggiormente riconosciuto ai migranti (ad aprile 2018 sono state assegnate 2.751 protezioni umanitarie contro 603 domande di asilo accolte). Tra i “presunti profughi” di Salvini ci sono quindi molte persone che hanno visto riconosciuto il diritto a  stare in Italia e soprattutto ce ne sono molte di più che stanno aspettando l’esito del procedimento. Se Salvini accettasse la proposta di revisione del trattato di Dublino le richieste d’asilo non dovrebbero essere esaminate per forza nel paese di primo approdo (l’Italia) ma anche in altri stati membri. In questo modo il ministro dell’Interno sta dicendo che preferisce tenere in Italia “finti profughi” invece che distribuire il carico dell’esame dei procedimenti in altri paesi europei.

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