Chi sono i 17 esperti per la Fase 2

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-04-12

 Il premier ieri si è collegato in videoconferenza con il gruppo, cui ha chiesto l’elaborazione di modelli organizzativi che consentano la riapertura di fabbriche e aziende nelle condizioni di massima sicurezza per i lavoratori

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Oltre a Vittorio Colao, manager delle tlc e dell’editoria, nella task force del governo per la Fase 2 ci sono diciassette esperti. Il premier ieri si è collegato in videoconferenza con il gruppo, cui ha chiesto l’elaborazione di modelli organizzativi che consentano la riapertura di fabbriche e aziende nelle condizioni di massima sicurezza per i lavoratori.

Chi sono i 17 esperti per la Fase 2

Sono componenti di diritto della task force per la fase 2 il commissario Domenico Arcuri e il capo della protezione civile Angelo Borrelli. Per la partecipazione ai lavori del comitato, «non spettano ai membri compensi, gettoni di presenza, indennità né emolumenti, fatta eccezione per il rimborso delle eventuali spese di viaggio e di soggiorno per i componenti non residenti nella provincia di Roma».  Il Sole 24 Ore riepiloga i loro nomi con una piccola biografia: Enrico Moretti, professore di economia a Berkeley, Riccardo Ranalli, dottore commercialista, Marino Regini, professore di sociologia economica, Elisabetta Camussi, professoressa di psicologia sociale, Raffaella Sadun, professoressa di business administration, Stefano Simontacchi, avvocato della Bonelli ed esperto di diritto tributario, lo psichiatra Fabrizio Starace e lo scienziato Roberto Cingolani.

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Poi ci sono Riccardo Cristadoro di Bankitalia, Giuseppe Falco di Boston Consulting, Giovanni Gorno Temprini presidente della Cassa Depositi e Prestiti, Giampiero Griffo dell’osservatorio nazionale sulle persone con disabilità, Franco Focareta, esperto di Diritto del Lavoro, i professori di statistica Enrico Giovannini e Filomena Maggino e l’economista Mariana Mazzucato, che già faceva parte del team di esperti di Giuseppe Conte. “Il Presidente ha quindi chiesto al comitato di elaborare proposte da offrire al Governo per il progressivo e graduale ritorno alla normalità con riguardo alle più generali relazioni di comunità. Occorrerà valutare, al riguardo, tutti i molteplici profili coinvolti, sociali, economici, psicologici, culturali”, si spiega ancora. “Il presidente Colao e i membri intervenuti hanno mostrato la massima disponibilità a perseguire gli obiettivi indicati. Colao ha assicurato che sarà dato massimo impulso all’attività del comitato, in coerenza con l’esigenza, manifestata dal presidente Conte, di individuare soluzioni urgenti e efficaci”. Sul tavolo gli esperti troveranno già le analisi e i contributi di vari istituti, a partire dall’Inail e dall’Inapp, ma anche dalla Banca d’Italia. Escludendo sanità e alimentari, i lavoratori più a rischio, quelli che più difficilmente possono mantenere distanze adeguate dai clienti, sono oltre 1 su 4, circa 6 milioni e mezzo, a partire da insegnanti e addetti degli asili nido e delle scuole per l’infanzia, passando per i baristi e i negozianti di scarpe. Bar e ristoranti, così come una serie di servizi alla persona come parrucchiere ed estetisti, saranno con ogni probabilità gli ultimi a ripartire. Ma Confesercenti, facendo leva sulle nuove indicazioni per i negozi aperti (dai guanti per fare la spesa, alle pulizie almeno due volte al giorno fino agli ingressi scaglionati) chiedono con forza che si possano riaprire anche altre attività, visto che da inizio anno si sono già persi 45 miliardi. Le aziende, lamenta poi Confidustria Toscana unendosi di fatto all’appello degli industriali del Nord dei giorni scorsi, sono i luoghi “più sicuri dove stare” visti i protocolli “più rigidissimi” applicati. Proprio il protocollo sulla sicurezza dei lavoratori, siglato all’inizio della serrata delle fabbriche con imprese e sindacati, che andrà rivisto alla luce delle nuove aperture, potrebbe essere tra i capitoli sotto esame per la task force.

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