Così a Genova la Democrazia Diretta da Grillo affoga in un mare di ridicolo

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-04-24

Cosa c’è dietro le notizie sul ritiro della Cassimatis: un’iniziativa legale dei candidati della lista Pirondini formalmente contro il M5S ma che in realtà mira ad annullare il voto che ha incoronato la professoressa di geografia. Un’ingarbugliata matassa a 5 Stelle fatta di ricorsi e controricorsi nel quale a perdere è la favola della democrazia diretta. E quei fessi che ancora ci credono

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A Genova stiamo apprezzando come funziona la Democrazia Diretta da Beppe Grillo. Ieri si è diffusa la notizia che Marika Cassimatis voleva rinunciare alla corsa come candidata sindaca con il MoVimento 5 Stelle in città dopo aver vinto il ricorso al tribunale civile in cambio del pagamento delle spese processuali e della possibilità di presentare una lista per correre in proprio. La notizia è stata smentita dall’interessata in mattinata ma dietro le chiacchiere c’è una storia che va raccontata.

Il doppio ricorso contro Cassimatis

Avevamo infatti lasciato il blog di Beppe Grillo a commentare la sentenza del giudice Braccialini senza mai nominare la candidatura di Luca Pirondini ma affermando che il tribunale non aveva detto che la Cassimatis era la candidata del M5S a Genova. Avevamo anche spiegato che il tribunale non poteva arrogarsi il diritto di sancire candidature così come del resto non poteva fare Beppe Grillo, come del resto la sentenza spiegava. Ma, annullando le decisioni del Garante Nonché Capo Politico del M5S che riguardavano il voto degli attivisti genovesi e il successivo plebiscito su Pirondini, l’unica decisione assembleare rimasta in piedi era quella che sanciva la vittoria della Cassimatis. L’avvocato Lorenzo Borré aveva spiegato cosa avrebbe rischiato Beppe Grillo non ottemperando alla decisione del tribunale. Avevamo anche spiegato che era possibile ricorrere contro la decisione del giudice entro 15 giorni e che nel caso un collegio di giudici avrebbe dovuto esaminare il reclamo ed emettere la sentenza entro venti giorni.
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Ora, attenzione. Il giorno prima dell’udienza al tribunale civile sul blog di Beppe Grillo era stato pubblicato un post in cui si annunciava che la votazione che aveva incoronato Cassimatis era da considerarsi annullata perché non era stato dato un preavviso di 24 ore prima del voto come da regolamento sul blog di Beppe Grillo. Avevamo anche segnalato che tutte le comunarie fin lì svolte nel 2017 erano state proclamate senza rispettare il preavviso di 24 ore che improvvisamente il blog di Beppe Grillo sentiva il bisogno di rispettare per annullare il voto su Cassimatis, e che curiosamente il blog di Beppe aveva proclamato come annullato il voto su Cassimatis fregandosene della regolarità del voto di Palermo, Padova, Piacenza e Verona. L’argomento era chiaramente strumentale e si poggiava su uno dei motivi segnalati dalla difesa di Marika Cassimatis, che chiedeva l’annullamento del voto su Pirondini proprio in virtù dell’assenza del preavviso di 24 ore.
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La mandrakata di Grillo & Co.

Attenzione perché adesso la storia si complica. Il tribunale non si era espresso sul provvedimento di annullamento ma aveva segnalato che anche quella decisione non poteva essere presa centralmente dal blog. Di qui è partita la mandrakata. Alcuni rappresentanti della lista che sostiene Luca Pirondini hanno presentato un nuovo ricorso al tribunale, formalmente contro il MoVimento 5 Stelle ma in realtà con l’obiettivo di far saltare quella votazione, segnalando come argomento di nullità proprio il mancato preavviso di 24 ore prima del voto.
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Su questo ricorso, presentato senza alcun annuncio da parte dei ricorrenti, è stata fissata l’udienza il 26 aprile con procedura d’urgenza. I ricorrenti mirano a far annullare il voto su Cassimatis; la difesa di quest’ultima si presenterà in giudizio e si opporrà usando, tra gli altri, un argomento molto interessante: quando arrivò l’espulsione (poi rientrata) degli attivisti di Napoli Libera anche questi, sempre assistiti dall’avvocato Lorenzo Borré, chiesero con procedura d’urgenza l’annullamento del voto delle successive comunarie napoletane. Il giudice glielo negò con l’argomento che altrimenti non ci sarebbe stato tempo per far presentare la lista M5S.

La democrazia dei tribunali 

Se a Genova il giudice decidesse alla stessa maniera non ci sarebbero più i tempi tecnici per effettuare un altro voto sul blog di Grillo e incoronare effettivamente Pirondini. Cassimatis rimarrebbe l’unica candidata legittimata e a quel punto a Grillo non resterebbe che accettare lei oppure non concederle il simbolo senza presentarsi alle elezioni di Genova. Se invece il giudice dovesse ritenere fondata la procedura d’urgenza e decidere in favore di Pirondini il blog dovrebbe indire un altro voto tra gli attivisti genovesi senza la Cassimatis, nel frattempo sospesa e quindi impossibilitata a parteciparvi.
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Nel frattempo però il 26 aprile è l’ultimo giorno disponibile per i legali del MoVimento 5 Stelle per presentare il ricorso contro il giudice Braccialini. Il ricorso sarebbe già pronto e mirerà a far annullare, davanti a tre giudici riuniti collegialmente, la decisione di Braccialini. I giudici hanno venti giorni di tempo per decidere ma è pacifico pensare che lo faranno entro i primi di maggio, visto che si vota l’11 giugno e c’è la necessità di dare il tempo al vincitore della lite in tribunale di raccogliere le firme.

La confusione al potere 

Ecco quindi che tra la presentazione della lista Cassimatis con il M5S si frappongono tre ostacoli: il ricorso della lista Pirondini, il probabile ricorso della difesa del MoVimento 5 Stelle e la sospensione dei probiviri nei confronti di Marika Cassimatis e di altre due persone presenti nella lista della professoressa di geografia (Loredana Massone e Cristina Camisasso). Ce n’è abbastanza per pensare di gettare la spugna, come raccontava Repubblica Genova ieri. Magari pensando di poter concorrere lo stesso con la propria lista alle elezioni da indipendente. Ma è proprio qui che la situazione si complica ulteriormente. Perché lasciando campo libero a Pirondini alle elezioni di Genova la lista Cassimatis si troverebbe a dover concorrere per un numero di voti finito con lo stesso Pirondini che avrà il simbolo del M5S e con la lista di Paolo Putti, ex consigliere M5S che si candida di nuovo a sindaco.

luca pirondini Marika Cassimatis m5s genova sindaco - 3
Luca Pirondini con Alice Salvatore

Ce n’è abbastanza per comprendere che lo spazio elettorale sarebbe ridotto al lumicino, così come le speranze di strappare anche un solo posto in consiglio. In realtà l’unica chance che ha la Cassimatis di dare un senso alla sua corsa è quella di avere come concorrente soltanto Putti (con il quale magari potrebbe trovare un accordo). Con Pirondini in campo e la benedazione di Grillo al candidato a lei opposto di possibilità non ne ha. Ma la candidatura di Pirondini dipende in primo luogo dalle decisioni di due tribunali. Dall’altra parte c’è un ricorso giuridicamente fondato e politicamente imbarazzante, perché si fonda su un argomento – il preavviso di 24 ore – che servirà, nel caso di vittoria, ad annullare una candidatura “scomoda” lasciando in vita le altre gradite dal blog, visto che su queste nessuno ha ritenuto di dover intervenire. Che brutta fine ha fatto la Democrazia Diretta da Beppe Grillo.
EDIT: Per questioni tecniche l’udienza del 26 aprile è stata rimandata di un paio di giorni.

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