Tre offerte per Carige

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-05-10

Ci sono altre tre offerte provenienti da fondi da valutare per la banca genovese prima dell’intervento pubblico: tre soggetti, ovvero tre fondi stranieri, che sarebbero alla due diligence con la banca

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Dopo il no a sorpresa di Blackrock, Carige è a un bivio: è già ripreso il lavoro dei commissari straordinari per cercare una soluzione di mercato con investimenti privati, al quale si crede ancora. In ultima istanza resta il paracadute del salvataggio di stato, con 1 miliardo già previsto dal decreto Carige convertito in legge.

Tre offerte per Carige

Ma, scrive oggi il Secolo XIX, ci sono altre tre offerte provenienti da fondi da valutare per la banca genovese prima dell’intervento pubblico: tre soggetti, ovvero tre fondi stranieri, che sarebbero alla due diligence con la banca. Con questi interlocutori ci sarebbe già stata una condivisione dei numeri del piano di ristrutturazione preparato dai commissari: lo sviluppo della trattativa con Blackrock aveva in qualche modo sterilizzato queste possibili alternative, ma la rinuncia del fondo americano offre ai commissari la chance di rimetterle in gioco.

L’intervento del Fitd era legato a Blackrock, ma l’attesa è evidentemente che il fondo possa giocare comunque un ruolo determinante nelle prossime fasi, avendo già versato 318,2 milioni in Carige a fine novembre. Quando i commissari affermano di non esser da soli al lavoro, andrebbe insomma guardato proprio al Fondo interbancario, oltre alle istituzioni e alla vigilanza: un nuovo consiglio del Fitd è già previsto per lunedì 13 maggio, si apprende da fonti finanziarie, che dovrà prendere atto della nuova situazione e guardare alle decisioni delle autorità.

Un candidato italiano a sorpresa

Non solo: sempre secondo il quotidiano genovese si riaprono i giochi per un istituto di credito italiano.

La riapertura della partita induce i più ottimisti a considerare un ulteriore scenario prima dell’intervento dello Stato, cioè la speranza di riaccendere l’interesse alle nozze di qualche gruppo bancario italiano. Una strada impervia, viene da pensare, visto che nel tempo a uno a uno si sono sfilati. Ma è vero che rispetto ad allora le condizioni sono cambiate: il Fondo interbancario ha ufficializzato l’impegno a garantire la sua parte di aumento di capitale, è confermata l’offerta da parte della società Sga di rilevare i crediti deteriorati e negli ultimi mesi si è assistito a una ripresa dei depositi bancari.

«Eravamo tornati a un regime di attività del tutto normale», confida un manager di prima fila di Carige. E pur se mai come in fasi così delicate la prudenza è d’oro, c’è chi azzarda un numero – 60 – come percentuale di possibilità di arrivare comunque al matrimonio con un soggetto privato,tenendo come piano B la soluzione pubblica capace in ogni caso di garantire correntisti e investitori.

Contatti sarebbero in corso in particolare con investitori istituzionali internazionali, che a valle del lavoro portato avanti su Blackrock troverebbero già spianata la strada del Fondo interbancario, che lunedì aveva approvato lo schema dell’operazione con il gruppo Usa.

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