I debitori di Carige

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-01-11

L’istituto concedeva la possibilità di “rientri graduali aspettando la ripresa”e sconti milionari. Il rapporto di Bankitalia e l’azione di responsabilità contro Berneschi parlano dei casi di rientri “difficili” o impossibili

article-post

Luigi Di Maio ha annunciato che renderà pubblico l’elenco dei debitori insolventi di Carige: chissà se il bisministro che (non) ha salvato gli obbligazionisti dell’istituto di credito genovese sa che i debitori di Carige sono già stati messi nero su bianco fra gli atti dell’azione di responsabilità per danno reputazionale che la Cassa di Risparmio, con l’avvocato Andrea D’Angelo, ha appena intentato per la cifra di 138 milioni all’ex presidente dell’istituto Giovanni Berneschi e al presidente del comparto assicurativo Ferdinando Menconi, entrambi condannati in primo e secondo grado per truffa.

I debitori di Carige

E i debitori di Carige si trovano anche nel dossier che nel 2013 gli ispettori di Bankitalia consegnarono alla Procura di Genova. Repubblica e il Fatto Quotidiano ne parlano oggi, specificando che, come per altre storie di quattro banche di un colore solo, si tratta dei più bei nomi dell’imprenditoria ligure. Come  la Compagnia Messina – armatori e terminalisti di lunga data – che con Carige si trascinava da anni un debito da 450 milioni di euro (in accordo con la banca i soldi torneranno a casa nel 2032). O come il presidente del Genoa Enrico Preziosi, che ha ricevuto uno sconto di 15 milioni che gli è stato concesso su un debito di poco superiore ai 50 milioni per la sua Giochi Preziosi. Ma, segnala il Fatto,  le società del patron del Genoa (erano debitrici con Carige di 81 milioni) hanno chiuso le loro pendenze. Scrivono Giuseppe Filetto e Marco Preve:

Oggi i prestiti andati a male, i cosiddetti Npl, sono circa 3 miliardi. Se si eccettua il costruttore Andrea Nucera, a processo per bancarotta e latitante ad Abu Dhabi, tutti gli altri debitori sono ancora in pista. Ad esempio Beatrice Cozzi Parodi, a capo di un impero dei porti turistici nel ponente ligure, che solo a fine 2016 ha raggiunto un accordo per la ristrutturazione del debito. Aveva ristrutturato il suo debito da 20 milioni – che nel 2013 gli ispettori Bankitalia registravano come incaglio – anche la famiglia Tronchetti Provera con la società Prelios.

enrico preziosi

Sempre in tema di porticcioli Carige ha “sofferto” un mutuo da 35 milioni concesso al gruppo Acqua Marcia di Francesco Bellavista Caltagirone per la costruzione del nuovo porto di Imperia. Un altro credito difficile – per 230 milioni – è quello che Carige vanta con il parco degli Erzelli (dalle “incerte prospettive” per Bankitalia nel 2013) una cittadella tecnologica sorta a metà sulla collina di Cornigliano, un tempo roccaforte dell’acciaio.

Carige, i debitori e l’azione di responsabilità contro Berneschi

E poi c’è l’imprenditore Giuseppe Rasero, a capo dell’operazione, ha con Carige un’esposizione da 90 milioni. Ma c’è da sottolineare che, a differenza di altre situazioni, la maggior parte di questi Npl è in buona parte garantito da immobili :

Ci sarebbero già dei compratori per altri crediti deteriorati che fanno capo alla società Bagliani Immobiliare, anche questa legata agli armatori Messina e proprietaria di ville ristrutturate nel lussuoso quartiere di Albaro. Insomma, più ci si addentra nella sofferenza di Carige e più ci si accorge che quelli che soffrono di meno sono i grossi debitori.

carige
Vignetta da Twitter

Secondo Bankitalia la banca ha concesso crediti e fidi trascurando segnali di degrado, ma con molti punti in comune: si parla della consigliera della Cassa di Savona, controllata da Carige, Raffaella Orsero (il finanziamento è stato rinegoziato) e di Franca Roveraro Cappelluto, anche lei nel Cda; e poi di Aldo Spinelli, che ottenne liquidità per un’operazione immobiliare a Celle Ligure in società con la Curia di Savona, ovvero la Punta dell’Olmo. Le società degli Orsero finanziarono Matteo Renzi per 20mila euro all’epoca della corsa a segretario del Partito Democratico.

Bankitalia e i finanziamenti facili

Ferruccio Sansa sul Fatto segnala che Bankitalia all’epoca puntò la lente su 998 milioni, si parlò di ‘finanziamenti facili’. Questi e altri crediti di Carige sono poi finiti l’anno scorso in un dossier chiamato ‘Isabella’(studiato da Kpmg e dallo studio Bonelli Erede). Un pacchetto di 1,4 miliardi di crediti relativi a 85 posizioni. Alcune sono state chiuse, altre sono state rinegoziate. Molte attendono di essere definite o cedute. Il progetto Erzelli, un polo tecnologico a Genova, era guidato da società che avevano il presidente del collegio sindacale in comune con Carige. E ancora, scrive il Fatto:

manlio di stefano carige otto e mezzo - 3
I due testi a confronto

Le società di Francesco Bellavista Caltagirone (impegnato nella realizzazione dei moli di Imperia, ancora in parte vuoti) secondo Bankitalia erano all’epoca debitrici di 68,7 milioni. Tra gli imprenditori finanziati anche la sua compagna di allora, Beatrice Cozzi Parodi, soprannominata all’epoca ‘nostra signora dei porticcioli’.

Ecco poi la società Villa Gavotti finanziata da Carige con 91 milioni e dichiarata fallita nel 2014. Altri 74,6 milioni finirono al gruppo Cavallini e 20 alla Soglia Hotel Group che fino al 2008 era stata amministrata dall’ex onorevole Pdl Gerardo Soglia e che nel 2012 è fallita.

Leggi sull’argomento: Il palpabile imbarazzo di Manlio Di Stefano che spiega la differenza tra il salvataggio Carige e quello Mps

Potrebbe interessarti anche