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Candidati elezioni politiche, il PD in frantumi sul più bello

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-01-27

Alle 4 del mattino viene approvata la lista senza il voto della minoranza che abbandona la direzione. I nomi dei sommersi e quelli dei salvati. E quelli ancora in bilico, dati fuori da alcuni e dentro da altri. Tra cui tanti volti noti

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Alle 4,36 di stamattina è arrivata la fumata bianca: la direzione del Partito Democratico ha approvato le liste per le elezioni politiche 2018; la minoranza (ovvero le correnti di Andrea Orlando e Michele Emiliano) non ha partecipato al voto. Finisce così una giornata tragica in cui la direzione è stata convocata e sconvocata tre volte mentre le trattative interne di un partito ormai da anni sull’orlo di una crisi di nervi hanno alla fine premiato la linea del segretario Matteo Renzi a discapito degli altri.

Candidati elezioni politiche 2018, il PD si spacca sul più bello

Il tutto accade mentre il PD nei sondaggi dimezza la percentuale di votanti rispetto alle elezioni europee: “Non c’è stata nessuna trattativa o braccio di ferro, perché i nomi li sentiamo solo ora, non li abbiamo neanche letti”, lamenta Andrea Orlando, parlando anche a nome di Gianni Cuperlo e Michele Emiliano, dopo che Lorenzo Guerini ha tirato fuori il lungo elenco dei candidati. Ma Matteo Renzi rivendica il lavoro fatto: “È stata una delle esperienze più devastanti che abbia vissuto ma da domani dobbiamo fare una grande battaglia: la squadra avversaria è meno forte di noi”. Già, domani. Come se l’oggi si potesse dimenticare.

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Le convocazioni e sconvocazioni via SMS della direzione PD (foto da: Facebook)


Ieri si parlava dei 130 fedelissimi di Matteo Renzi candidati. Oggi si scopre che tra questi non c’è Yoram Gutgeld, suo consigliere economico, mentre in lista c’è Filippo Sensi, ex spin doctor di Renzi poi passato a Gentiloni, il condirettore di Repubblica Tommaso Cerno e l’estensore del programma del PD Tommaso Nannicini, oltre allo scrittore e ideologo del renzismo Giuliano Da Empoli, l’avvocatessa milanese Lisa Noja, il sindaco di Imola Daniele Manca, i due rettori Alberto Felice De Toni (Udine) e Pietro Navarra (Messina). Tra le candidature a sorpresa c’è quella della giornalista Francesca Barra, mentre le cronache di oggi sono contrastanti su Annalisa Chirico (Il Foglio), data dentro da alcuni e fuori da altri, Federica Angeli (che però aveva detto di non essere interessata) e ci sono i candidati civici come Paolo Siani,fratellodelgiornalista ucciso e medico anti-camorra, Carla Cantone, ex segretario della Spi-Cgil, Flavio Corradini (ex rettore di Urbino), la scienziata Anna Grassellino e l’avvocata Lucia Annibali.

I sommersi e i salvati

I ministri si peseranno tutti nei collegi: il premier Gentiloni corre a Roma, Padoan a Siena, Delrio, Franceschini, Minniti, Madia, Pinotti, Martina, Orlando.  Dentro (a Napoli) Piero De Luca (figlio del governatore),  Gianni Pittella, record man delle preferenze in Basilicata, Riccardo Illy a Trieste (Senato). A rischio, invece, Beppe Fioroni che si è proposto  nel collegio «perso» di Viterbo. Come in pericolo sono le candidature di Luigi Manconi e, nell’area Franceschini, del sottosegretario Pier Paolo Baretta e di Marina Sereni.
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Le infografiche di Repubblica e del Messaggero riportano altri nomi, mentre secondo il Corriere la giornalista Annalisa Chirico è fuori, Riccardo Illy e l ’astronauta Samantha Cristoforetti si sono presi qualche ora per valutare l’offerta. Tra gli alleati, si scioglie il dubbio su Beatrice Lorenzin, che correrà per la Camera a Modena, mentre a Riccardo Nencini viene affidato il difficile collegio di Arezzo, per il Senato. In Campania compare in lista il nome di Franco Alfieri, che fu al centro del caso “fritture” da offrire nella campagna per il referendum. E Maria Elena Boschi? Ieri era a rischio la sua candidatura nel collegio di Bolzano, stanotte pare sia stata confermata.

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