Camping River: così il Comune di Roma ha ammesso il fallimento del “Piano Rom”

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2018-07-16

Un’ordinanza della sindaca intima ai 300 residenti del River di lasciare l’area entro 48 ore dalla notifica del provvedimento. E così il Comune di Roma ha ammesso che il piano di “superamento” dei Campi Rom varato l’estate scorsa è stato un fallimento

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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini a breve andrà a toccare con mano la situazione dei campi Rom della Capitale. Lo farà senza la sua amata ruspa, ma questo non significa che le ruspe non siano già entrate in azione. Al Camping River, l’insediamento del XV Municipio dove la sindaca Raggi ha inaugurato il suo fallimentare piano di “superamento” dei campi Rom sono già entrate in azione nei giorni scorsi. Ma per meglio prepararsi all’evento la sindaca ha firmato il 13 luglio l’ordinanza 122 che concede ai trecento residenti del Rivere quarantott’ore per abbandonare il campo. L’ordinanza non è ancora stata notificata agli abitanti di quello che è stato, nel giugno del 2017, il primo campo “chiuso” dall’amministrazione comunale a 5 Stelle. Con un piccolissimo dettaglio: il campo – che sorge su un terreno di proprietà privata – è stato “chiuso” con i Rom dentro.

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via Facebook.com

Da allora il Comune ha provato in ogni modo a far uscire i residenti, sempre senza successo. Sono state chiuse le utenze dell’acqua e della luce. Sono stati sgomberati i moduli abitativi di proprietà del Comune (ma non tutte le casette sono di Roma Capitale) e sono stati offerti incentivi per il rimpatrio volontario. Tutti interventi che dimostrano come per il M5S il “problema” dei Rom fosse circoscritto all’area del campo. Associazioni e residenti denunciano come l’Amministrazione non abbia mai messo in campo iniziative volte a favorire una reale inclusione sociale delle famiglie che abitano al River. Tutto si è sempre concluso con un nulla di fatto, e non tanto per la volontà dei Rom di rimanere lì, quanto per l’incapacità da parte del Comune di offrire un’alternativa concreta.

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L’ordinanza firmata da Virginia Raggi nei giorni scorsi intima di lasciare la struttura a causa del «progressivo aggravarsi delle condizioni igienico sanitarie dell’insediamento». Condizioni che si sono aggravate perché non c’è nessuno ad occuparsi della manutenzione. Il provvedimento prende atto che da parte della proprietà del terreno non c’è stata alcuna azione per chiedere l’allontanamento degli “occupanti”. Presenza che è stata “tollerata” dal proprietario il quale non ha assunto nessuna «iniziativa civilistica per denunciare l’abusiva occupazione dell’immobile». Quindi, dopo aver lasciato lentamente aggravarsi la situazione il Comune scopre che alla luce dei rapporti dell’Arpa e dell’Asl Rm 1, occorre «assumere urgenti e straordinarie misure per la tutela della salute pubblica degli occupanti e dei cittadini che vivono nelle zone circostanti» anche per «evitare il rischio ambientale derivante dal malfunzionamento degli scarichi dei reflui che provoca l’inquinamento del fiume Tevere». Su Facebook Carlo Stasolla, presidente dell’Associazione 21 Luglio commenta l’atto della sindaca (che dovrebbe essere notificato nei prossimi giorni) dicendo che «a Roma il MoVimento 5 Stelle rincorre e supera la Lega».

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