Il successone del "Piano Rom" della Raggi che lascia il Camping River senz'acqua

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-11

Virginia Raggi ha “chiuso” il Camping River e avviato il programma di superamento dei campi Rom. Ma il Comune si è “dimenticato” che dentro al River ci sono ancora 400 persone, che da ieri a causa di un guasto sono rimaste senz’acqua

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Sono passati appena dieci giorni dalla “chiusura” dell’insediamento autorizzato al Camping River di via Tenuta Piccirilli nel XV Municipio. La maggior parte degli abitanti però è ancora all’interno del campo. Solo una famiglia infatti è riuscita a trovare una sistemazione alternativa a Roma. Il Piano per il superamento dei Campi Rom varato dalla sindaca Raggi e magnificato da Beppe Grillo prevede infatti che il Comune finanzi l’uscita dal River nel caso le famiglie riescano ad affittare un appartamento. Cosa impossibile visto che nessuno è riuscito a stipulare un contratto d’affitto.

Le famiglie del Camping River sono rimaste senza acqua

Ginevra Nozzoli su Roma Today rivelava qualche giorno fa che alle famiglie che hanno fatto il “colloquio” con il Comune è stato consegnato un pizzino con su scritto il numero di telefono di un’agenzia immobiliare da contattare. Non si sa come e chi abbia scelto quella particolare agenzia, che contattata al telefono da Roma Today ha dichiarato di non avere appartamenti liberi. Una soluzione alternativa sarebbe l’acquisto (o l’affitto) di roulotte e moduli abitativi. Non si sa però dove potranno essere sistemati, forse in un altro campo Rom, in attesa che il Piano per il superamento dei campi arrivi anche lì. Nel frattempo però la Cooperativa Isola Verde non ha più l’incarico di gestione del campo che è diventato un insediamento abusivo. Solo che al suo interno ci sono ancora 100 famiglie, per un totale 430 persone delle quali 187 sono bambini.

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Fonte: delibera n. 201 del 15 settembre 2017

Come conseguenza della mancanza di manutenzione il campo sta iniziando a dare i primi segni di cedimento. Ieri pomeriggio le famiglie hanno denunciato ai rappresentanti delle associazioni che era stata interrotta la fornitura dell’acqua potabile. Le pompe del campo si sono rotte e al momento tutti i residenti sono senza acqua. Marcello Zuinisi dell’Associazione Nazione Rom conferma l’accaduto e racconta a Nextquotidiano che nella giornata di ieri la Protezione Civile ha provveduto ad inviare e distribuire un carico di 2.500 bottigliette d’acqua potabile.
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La rimozione dell’unico modulo abitativo portato via dal Camping River

Una situazione già vista purtroppo in altri campi della Capitale dove la distribuzione dell’acqua si era svolta in un clima di tensione. Successivamente è stata inviata un’autocisterna, con acqua sufficiente per 50 persone,  ma l’acqua era sporca, al punto che i residenti l’hanno raccolta per farla analizzare. Oltre alla carenza d’acqua – anche e soprattutto ad uso igienico – nemmeno il sistema di scarico è più in funzione. Con la conseguenza che nemmeno i servizi igienici dei moduli abitativi (sono ancora tutti lì) possono funzionare.

Così il Camping River diventerà il nuovo Castel Romano

Da tempo le Associazioni denunciano che il modello di “gestione” del River da parte del Comune potrebbe avere conseguenze disastrose. La rottura delle pompe è solo il primo segnale d’allarme che – se sottovalutato – potrebbe far diventare il Camping River il nuovo Castel Romano. Dal febbraio 2017 gli impianti fognari del campo (autorizzato) di Castel Romano sono sotto sequestro e sono chiusi. Il risultato concreto è che 1062 abitanti (il 24% dei Rom, Sinti e Caminanti della Capitale) vivono in una situazione disperata.

Secondo Nazione Rom la vita dei residenti è costantemente a rischio a causa delle precarie condizioni igienico-sanitarie dell’insediamento aggravate dalla presenza di malattie come scabbia e rogna, dalla presenza di liquami fognari sgorganti dal sottosuolo e impianti elettrici non a norma. Rispondendo ad un’interpellanza urgente di Stefano Fassina sulla questione del campo di Castel Romano il Ministero della Salute ha certificato l’esistenza di una grave situazione igienico-sanitaria.
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La risposta all’interpellanza dell’on. Fassina su Castel Romano

È questo il futuro che attende al Camping River? C’è chi – come Zuinisi – teme di sì. E il guasto alle pompe dell’impianto idrico e di scarico dei liquami non fa che dare valore a questo timore. A Castel Romano l’Amministrazione Comunale è obbligata dall’Ente Regionale RomaNatura a “procedere al ripristino dello stato dei luoghi ed alla bonifica dell’area”.
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La risposta all’interpellanza dell’on. Fassina su Castel Romano

Il Comune ha fatto sapere di aver presentato una nuova istanza per il rilascio di autorizzazione allo scarico di acque reflue domestiche e che ha fatto richiesta ad ACEA di collegare il Villaggio alla rete fognaria. Fino ad ora infatti le utenze del campo scaricavano le acque reflue e i liquami sotto il campo medesimo. Ed è per questo motivo che si è reso obbligatorio il sequestro degli impianti e l’avvio di una bonifica. Il Comune però ha fatto sapere che gli interventi a Castel Romano non saranno finanziati con i soldi del PON Metro 2014-2020, ovvero quelli destinati “al superamento dei campi Rom”, che saranno utilizzati solo per gli insediamenti de La Monachina, La Barbuta e il Camping River. Solo che alla prova dei fatti quel piano al momento, non sta funzionando.

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