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La meravigliosa ordinanza della Raggi che "riapre" il campo Rom chiuso un mese fa

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2017-10-26

Il Comune di Roma ammette di aver sbagliato tutto con il superamento e la “chiusura” del Camping River. Ma rifiuta di prendersi le proprie responsabilità e scarica tutta la colpa sulla cooperativa Isola Verde che ha avuto in gestione il campo fino al 30 settembre

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Il Comune di Roma e la sindaca Virginia Raggi hanno deciso di lavarsi le mani della questione aperta al Camping River. Non letteralmente, perché al River, come ha denunciato l’Associazione Nazione Rom e la Cooperativa Isola Verde, manca l’acqua potabile. La situazione che si è venuta a creare – hanno ammesso i rappresentanti del Comune durante una riunione al XV Municipio – non è di facile soluzione. Tradotto vuol dire che il superamento del River non sta funzionando.

L’ordinanza del Comune per scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria

La quasi totalità delle famiglie non ha trovato una soluzione abitativa alternativa fuori dal campo, il Piano Rom della sindaca sembra volersi ostinare a non funzionare. Colpa di una buona dose di improvvisazione da parte del Comune che evidentemente pensava che fosse sufficiente dichiarare il campo chiuso per veder andare via i residenti. Così non è stato e nel frattempo – come orgogliosamente rivendicato dal M5S la settimana scorsa – è scaduto il contratto del Comune con la società che aveva in gestione il campo: la Isola Verde appunto. Bisogna però fare attenzione perché la situazione al River è complicata dal fatto che il campo insiste su un terreno privato, e la Isola Verde ha un contratto d’affitto con i proprietari dell’area fino al 2020 (tant’è che la sede legale della Cooperativa è proprio in via Tenuta Piccirilli). La cooperativa ha quindi tutto il diritto di rimanere nell’area. Allo stesso tempo i residenti non hanno alcun contratto con la Isola Verde, che quindi non ha alcun appiglio per farli allontanare, anche se volesse.
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Si sta venendo così a configurare una situazione nella quale i Rom, fatti stabilire al Camping River dal Comune di Roma, sono diventati abusivi e occupanti dell’area all’interno di strutture di proprietà del Comune (i famosi moduli abitativi). Isola Verde è invece proprietaria degli impianti di potabilizzazione dell’acqua e di smaltimento delle acque reflue. Va da sé che una volta dato il benservito al gestore gli impianti siano di difficile manutenzione. Soprattutto a causa dei costi. La legale rappresentante della Cooperativa Simonetta Lanciani di Isola Verde fa sapere che le spese di manutenzione ordinaria (inclusi gli interventi di spurgo delle acque di scarico) si aggirano intorno ai 5.000 euro al mese. Allo stesso tempo la Cooperativa vanta un credito nei confronti del Comune di Roma di quasi duecentomila euro.

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Le condizioni della pompa del potabilizzatore del Camping River


Già il 5 ottobre la Cooperativa ha fatto presente alla Città Metropolitana di Roma Capitale di non avere la possibilità di provvedere alla manutenzione ordinaria. In fondo stando a quanto stabilito dal Comune con la deliberazione n. 146 del 28 giugno 2017 il Comune avrebbe dovuto provvedere a favorire l’uscita dei residenti tramite progetti di inclusione finanziati con il PON Metro e il campo era stato “chiuso” il 30 settembre, appena tre mesi dopo. Per qualche settimana il Comune ha provato ha risolvere la situazione inviando bottigliette e cisterne d’acqua. Ma era chiaro che non sarebbe bastato.

Se i Rom del River sono ancora all’interno del campo è colpa del Comune non di Isola Verde

Bisogna intervenire sugli impianti. Isola Verde ha per la verità già provveduto a far riparare la pompa (costo dell’intervento 250 euro) grazie al contributo di una società di produzione televisiva. Il Comune invece ha avuto un’idea migliore: obbligare Isola Verde a provvedere alla manutenzione (a sue spese) anche se il contratto è scaduto. Lo ha fatto con l’ordinanza numero 167 emanata il 23 ottobre 2017  dalla Sindaca Virginia Raggi e avente per oggetto il “ripristino, a tutela della salute pubblica, della funzionalità dell’impianto idrico e di potabilizzazione e del sistema di depurazione delle acque reflue domestiche a servizio dell’area privata sita in via Tenuta Piccirilli n. 207 a carico della Cooperativa Sociale Isola Verde Onlus“.
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Nell’ordinanza si legge che il Comune “ha notificato a tutti gli ospiti dell’insediamento lettere di dimissioni, con invito a lasciare l’area entro il 30 settembre 2017” e che la Cooperativa Sociale Isola verde “non ha intrapreso alcuna valida azione per accompagnarne la fuoriuscita contravvenendo così all’impegno contrattualmente assunto con Roma Capitale e, di fatto, concorrendo alla perdurante situazione di criticità, scaturigine della conclamata emergenza sanitaria”. Viceversa – si legge – Roma Capitale ha avviato “le procedure per la liberazione e la riappropriazione degli immobili di sua proprietà liberi da persone e cose”. Si tratta dei 65 moduli abitativi che la settimana scorsa alcuni operatori del Comune avevano proposto di trasferire in altri campi, tra cui quello di via Candoni che è abusivo. Per il Comune di Roma però, che sta utilizzando i residenti del River come “cavie” per testare l’efficacia del Piano Rom, se gli abitanti del campo sono ancora dentro è però colpa della Cooperativa che non ha fatto nulla per metterli alla porta. Ma la cooperativa non ha né gli strumenti né il potere per farlo. E anche e lo facesse (con la forza?) significherebbe metterli in strada o farli finire in altri campi.
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La sindaca quindi ha ordinato a Isola Verde di provvedere al ripristino e al mantenimento degli impianti fino al 30 novembre 2017 Il campo “chiuso” rimarrà aperto per volere della sindaca ancora per un  mese. E poi cosa succederà? Secondo la Lanciani è probabile che verrà emanata un’altra ordinanza per prorogare la manutenzione fino a dicembre e così via. Tanto fino a che il Comune non userà i soldi dei romani per aiutare i Rom nessuno avrà nulla da ridire.

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La delibera che includeva il River nel piano di superamento dei Campi Rom del M5S


Sulla vicenda Nazione Rom ha annunciato che presenterà un esposto in Procura e Isola Verde sta valutando con i propri avvocati quale strada intraprendere per tutelarsi. Ma non sarebbe stato meglio se la sindaca avesse affidato direttamente – con un procedimento d’urgenza –  la temporanea gestione del campo di nuovo ad Isola Verde? Sicuramente sarebbe stato meglio per il bene dei Rom, ma a chi interessa? Non bisogna dimenticare che dopo le vicende di Mafia Capitale il M5S sostiene che tutte le cooperative rappresentino un sistema marcio e venerdì il M5S annunciava la fine del sistema degli affidamenti diretti. Nel tentativo di salvare la faccia però fa come tutti gli altri partiti politici: gioca sulla pelle dei più deboli.
 
 

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