I problemi del bonus da 600 euro per le Partite IVA e i professionisti

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-21

La scelta che è stata fatta, proprio in virtù della tempistica ridotta a disposizione, è stata quella di non selezionare tra i beneficiari in base al reddito ma di accomunare tutti nella fruizione dello stesso bonus (600 euro nel primo mese)

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Dario Di Vico sul Corriere della Sera oggi spiega cosa succede al bonus di 600 euro per Partite IVA e professionisti deciso dal governo ma ancora in stand by dopo la polemica sul click day annunciato dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico che poi ha dovuto fare marcia indietro. Al momento, al contrario di quanto annunciato, restano tagliati fuori dal bonus gli iscritti agli ordini professionali che aderiscono alle proprie casse di previdenza e non all’Inps. Il problema, spiega il quotidiano, è che bisogna individuare la platea dei beneficiari e poi trovare il modo di erogare il bonus con tempestività (e quindi scartando il credito d’imposta che avrebbe portato troppo in là i benefici del risarcimento).

La scelta che è stata fatta, proprio in virtù della tempistica ridotta a disposizione, è stata quella di non selezionare tra i beneficiari in base al reddito ma di accomunare tutti nella fruizione dello stesso bonus (600 euro nel primo mese). Solo così l’Inps, il soggetto erogatore per commercianti/artigiani e iscritti alla sua gestione separata,sarà in grado di assolvere al suo compito in un mese e non nei 3 o 4 necessari per poter incrociare i dati in suo possesso con le posizioni reddituali. Per inciso vale la pena ricordare come il monte-risorse erogato per il solo mese di marzo(e replicabile successivamente) è di 3 miliardi, gli stanziamenti per la flat tax del primo governo Conte avevano la stessa cifra ma con effetti diluiti su un anno di attività.

Il provvedimento però proprio per le difficoltà di cui sopra ha palesato delle pecche non di poco conto. La prima e più importante riguarda l’esclusione dei professionisti ordinisti che non sono iscritti all’Inps ma alle proprie Casse di previdenza e quindi non possono che essere raggiunti se non tramite un accordo tra lo Stato e le Casse stesse. Da questa difficoltà di ordine pratico però si è originata un’esclusione di fatto che ha generato veementi reazioni.

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Coronavirus, gli interventi a sostegno delle categorie (Il Sole 24 Ore, 19 marzo 2020)

 

Occorrerà riparare ricercando un’apposita intesa sia di merito sia tecnico-amministrativa, intesa che però ad oggi non è stata raggiunta. La seconda pecca ha riguardato la modalità del click day ventilata dal presidente dell’Inps Pasquale Tridico per prenotarsi e ricevere il bonus. L’annuncio ha generato confusione e timori di discriminazione a causa del digital divide e anche perché in passato la stessa modalità non aveva fornito grandi prove della sua efficacia.

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