Il Bitcoin è morto. Lunga vita al Bitcoin

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2018-09-16

I valori delle criptovalute sono ai loro minimi e le oscillazioni del loro valore molto limitate. Le ICO (offerta di nuove criptovalute) languono. Il momento “epico” del bitcoin è, quasi certamente, terminato, ma, probabilmente, inizia un periodo di maggiore maturità e fecondità. Il passato “eroico” del bitcoin si è concentrato in pochi anni. Progettato dalla comunità …

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I valori delle criptovalute sono ai loro minimi e le oscillazioni del loro valore molto limitate. Le ICO (offerta di nuove criptovalute) languono. Il momento “epico” del bitcoin è, quasi certamente, terminato, ma, probabilmente, inizia un periodo di maggiore maturità e fecondità. Il passato “eroico” del bitcoin si è concentrato in pochi anni. Progettato dalla comunità cyberpunk, in realtà si conosce solo lo pseudonimo dell’inventore (o del gruppo di inventori): Satoshi Nakamoto. L’obiettivo della sua introduzione era combattere il potere delle banche centrali e della finanza internazionale introducendo una moneta digitale che non avesse bisogno di un’istituzione pubblica che la governasse. Paradosso dei paradossi, il bitcoin diventò quasi immediatamente oggetto di speculazione finanziaria. Infatti la prima transazione avvenne nel 2010 quando furono pagate due pizze con 10 mila bitcoin. A distanza di 8 anni quei 10 mila bitcoin valgono circa 50 milioni di euro. I bitcoin, proprio per l’anonimato che protegge chi li usa, sono stati utilizzati dalla malavita per i suoi commerci di armi, di droga e di sesso aumentando il fascino noir (e nerd) di questa cryptomoneta. Però l’importanza del bitcoin è un’altra: il bitcoin si basa su una tecnologia molto avanzata (la blockchain) che permette di effettuare in modo sicuro e peer to peer (in analogia alle piattaforme Napster e Torrent con film e video musicali) non solo transazioni monetarie ma anche scambio di informazioni. Dalla Blockchain 1.0 (Internet of Money, con Bitcoin) c’è stata un’evoluzione verso Blockchain 2.0 (Internet of Business con Ethereum) fino a Blockchain 3.0 (Internet of Things). Le recensioni della bitcoin revolution raccontano un nuova evoluzione del settore dello scorso anno.

modella inglese vendita bitcoin

Proprio per questa flessibilità, la tecnologia blockchain è considerata fondazionale. Può essere utilizzata in qualunque applicazione dove è necessario avere un registro delle transazioni, ordini, memorie. E con questa tecnologia si evita sia il “middle-man” ossia l’intemediario (ad esempio la banca) sia il garante della transazione, ad esempio il notaio. Le transazioni diventano immediate senza lungaggini e costi. Oggi mi sono dedicato proprio a incontri su questo tema. Prima mi è venuta a trovare una dinamica ed entusiasta (in modo altamente contagioso) dottoranda di legge interessata ai problemi giuridici legati alle blockchain. Ad esempio, se il middleman sbagliava era ovviamente tenuto a risarcire i danni. Ma se sbaglia l’algoritmo della blockchain chi risarcisce i danni? Poi un incontro con una ditta che vuole proporre un nuovo prodotto basato sulle blockchain e mi chiede ragazzi entusiasti e pronti a fare un tirocinio. Infine un incontro istituzionale all’Università per discutere come modificare l’offerta formativa per tenere conto dei nuovi saperi che saranno richiesti dal mondo del lavoro nel futuro prossimo venturo. I saperi infatti, nonostante quello che pensano al MIUR quando inventano criteri astrusi per valutare noi docenti, non sono immutabili e le discipline, soprattutto nella società di oggi giorno, non sono consolidate, nè hanno confini immutabili. Infine una puntata a Milano per parlare con due ingegneri impegnati a disegnare una piattaforma basata sulle blockchain in ambito “Charity” per ridurre i costi delle organizzazioni benefiche e delle ONG. Mi hanno detto che spesse volte meno del 10% delle donazioni arrivano a chi ha veramente bisogno. Il resto serve per mantenere la struttura (ipertrofica) del Terzo Settore (che peraltro nessuno controlla efficacemente). Vedere che le blockchain non servono più (solo) a speculazioni finanziarie ma possono avere ricadute concrete e, soprattutto, vedere giovani così ricchi di entusiasmo mi ha galvanizzato e reso euforico. Che anche in Italia si investa nel futuro infonde un grande senso di speranza.

Leggi sull’argomento: La Smart City e l’Avanguardia del Grande Fratello Blockchain

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