Economia
La Consob indaga su Bio-On
neXtQuotidiano 07/10/2019
Un anno fa l’azione della società bolognese era arrivata a valere 70 euro. Poi è arrivata la semestrale: la perdita è passata da 2,9 milioni del 2018 a 10,14 milioni
La Consob accende un faro su Bio-On, dopo i conti disastrosi annunciati il 2 ottobre e i dubbi di Quintessential. Scrive oggi La Stampa:
L’obiettivo della Divisione Mercati di Consob, l’organo che sta facendo accertamenti, è chiarire se ci sono stati reati di abuso di mercato (market abuse). Ovvero se i vertici di Bio-On o altri soggetti abbiano divulgato informazioni false o ingannevoli al mercato o falsato il meccanismo alla base dei prezzi delle azioni. Del caso si sta occupando anche la procura di Bologna, a seguito di un esposto della stessa Bio-On dopo che il fondo attivista americano Quintessential l’estate appena trascorsa aveva sparso dubbi sui bilanci e la produzione mettendo in difficoltà Bio-On in Borsa. Secondo fonti finanziarie, anche altre Procure potrebbero interessarsi della vicenda.
Un anno fa l’azione della società bolognese era arrivata a valere 70 euro. Poi è arrivata la semestrale: la perdita è passata da 2,9 milioni del 2018 a 10,14 milioni e secondo il presidente e ad Marco Astorri che insieme al vice presidente Guido Cicognani è tra i fondatori di Bio-On, nel 2019 i ricavi saranno di circa 19 milioni contro i 51 milioni del 2018.
Il consulente del fondo Usa, Maurizio Salom, commercialista e revisore milanese, punta il dito su Liphe e Aldia, due joint venture di Bio-On che operano nella cosmetica. «Nel 2018 – ricorda Salom – Bio-On vende licenze a due società partecipate, Liphe e Aldia, registrando da queste operazioni 16 milioni di ricavi. Liphe e Aldia si ritrovano però con un debito. Nessun problema perché nel 2019 le due società partecipate hanno aumentato il proprio capitale per 16 milioni». Come hanno fatto? «Circa 1,6 milioni – spiega Salom – è stato sottoscritto e versato da Banca Finnat e 14,4 milioni versati da Bio-On. Dopo questi aumenti Bio-On si è ripresa i soldi investiti facendosi pagare da Liphe e Aldia due licenze». Secondo il consulente questo schema, che ha definito un «castello di carte» e che avrebbe permesso alla società di gonfiare le vendite, sarebbe stato ripetuto anche con tutte le altre partecipate, tra cui Zero Pack e Ucoats.
Consob punta il dito anche sul ruolo di Finnat:
«La banca che riveste il ruolo di expert per Bio-On – spiega ancora Salom – il 14 dicembre 2018 ha pubblicato un rapporto su Bio-On con rating «Buy» (comprare) con target price a 86 euro e poi nel gennaio 2019 la stessa banca ha concesso 15 milioni di euro di prestito, con scadenza al 30 giugno 2019, a Capsa ma in cambio la banca ha voluto da questa holding di proprietà di Marco Astorri e Guido Cicognani (che controlla Bio-On, ndr) azioni in pegno della stessa azienda della bioplastica per 45 milioni euro. Si tratta del triplo del valore del prestito e Finnat è anche socia delle due società Aldia e Liphe».
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