La bomba dell’aumento IVA sul tavolo del governo

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-25

Due ipotesi di incremento per l’IVA: dal 22 al 23% o dal 22 al 24%. In cambio un taglio alle tasse di persone e imprese

article-post

Sul tavolo del governo c’è la bomba dell’aumento dell’IVA. La maggioranza Lega-M5S nega la necessità di una manovra correttiva per i conti pubblici anche se i fondamentali dell’economia in crisi la suggerirebbero: secondo il ministero dell’Economia e delle Finanze i due miliardi tolti dalla dotazione del reddito di cittadinanza per fronteggiare eventuali emergenze dovrebbero bastare in caso di necessità.

La bomba dell’aumento IVA sul tavolo del governo

Ma se ufficialmente è questa la cantilena governativa di propaganda, ufficiosamente nessuno crede più che si possa centrare una crescita dell’1% quest’anno, come scritto nei patti ufficiali con Bruxelles, mentre il parametro più importante, ossia il deficit pubblico indicato al 2,04%, è stato calcolato con un Pil allo 0,6%. Ma dopo l’estate, a settembre, bisognerà mettere mano ad una legge di bilancio che parte da meno 23 miliardi di euro, i soldi che servono a evitare gli aumenti dell’Iva del 2020. Per i mercati, anzi, sarebbe meglio che le intenzioni del governo fossero chiare già ad agosto, per evitare un’estate rovente sul fronte dello spread. Meglio,dunque, prepararsi per tempo.

bomba iva governo
Le aliquote percentuali su prodotti e servizi (Il Messaggero, 25 febbraio 2019)

E proprio in questa ottica, c’è un piano che riguarda la possibilità di aumentare l’IVA per tagliare le tasse alle persone e alle imprese. Spiega oggi Andrea Bassi sul Messaggero:

Per adesso si sarebbero fatte diverse ipotesi. La prima prevede l’aumento di un punto dell’aliquota ordinaria dell’Iva, quella oggi fissata al 22% e che, dunque, potrebbe salire al 23%. Frutterebbe quasi 4,5 miliardi di euro. La pillola verrebbe resa meno amara provando ad abbozzare un sistema all’americana, aumentando cioè, notevolmente le spese deducibili e detraibili.

Insomma, l’idea sarebbe di introdurre nell’ordinamento italiano il cosiddetto «contrasto d’interessi»,che renderebbe conveniente per tutti chiedere scontrini e ricevute fiscali e obbligherebbe coloro che oggi si sottraggono a rilasciarle. Lo slogan sarebbe facile: «niente più nero». L’altra ipotesi, più “hard” sarebbe di far salire l’Iva ordinaria di due gradini, dal 22 al 24%, magari scambiandola, in questo caso, con una riduzione diretta delle aliquote Irpef.

Leggi anche: Ecotassa-ecobonus 2019: cosa cambia per chi compra l’auto a marzo

Potrebbe interessarti anche