La manovrina in arrivo e gli ottanta euro a rischio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-21

Le ipotesi cui attingere in caso si renda necessaria una correzione aggiuntiva: ci sono anche gli 80 euro

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Come da copione, il ministro dell’Economia Giovanni Tria è venuto ieri in Parlamento a negare che ci sia bisogno di una manovra correttiva per aggiustare i conti visto che la crescita è molto più bassa di quello che lui ha pronosticato. Ma mentre si esercita nelle risposte diplomatiche, la maggioranza comincia a lavorare su un piano B. E nel mirino, spiegano oggi Marco Mobili e Marco Rogari sul Sole, c’è anche l’idea di intervenire sugli ottanta euro. C’è un dossier sul tavolo del governo:

Il punto di partenza è rappresentato dall’ultimo rapporto sulle spese fiscali confezionato dall’apposita commissione guidata da Mauro Marè (sotto l’egida del Mef), anche se l’obiettivo è quello di operare una potatura selettiva ma a ampio raggio, puntando i riflettori soprattutto sui bonus per il settore dei trasporti (a partire da quelli su prodotti inquinanti) e forse su quello delle assicurazioni, ma senza risparmiare micro-incentivi di altra natura.

Dalla rilevazione della commissione Marè è emerso che gli sconti monitorati sono saliti nel 2018 a quota 513 per 61,1 miliardi di minori entrate nel 2019. E secondo i tecnici che hanno curato il rapporto, il solo abbassamento dell’asticella delle agevolazioni dal 19% al 17% potrebbe garantire 1 miliardo di risorse, e altri 2 miliardi potrebbero essere ricavati scendendo a quota 15%. Con l’introduzione di una franchigia di 300 euro potrebbe poi essere recuperato un altro miliardo. Sotto la voce tax expenditures rientra anche il bonus degli 80 euro.

Leggi sull’argomento: Il progetto della Lega per l’abolizione degli 80 euro

Si tratta di un onere da circa 10 miliardi che, secondo la Lega, potrebbe essere dirottato sul taglio della prima aliquota Irpef dal 23 al 20%, rilanciato ieri dallo stesso Salvini. Un intervento visto non tanto in chiave di correzione dei conti quanto nella prospettiva della prossima legge di bilancio per avviare un primo taglio dell’Irpef fino ad oggi soltanto promesso.

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