Ma Salvini non ha niente da dire sull’audio della signora di Malvaglio che non affitta ai meridionali?

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-09-13

Salvini non ha ancora detto una parola per condannare le parole razziste della signora Patrizia, quella orgogliosamente salviniana che non affitta l’appartamento ad una ragazza perché è originaria di Foggia. Sarebbe importante lo facesse, perché solo lui può fermare questa marea d’odio. Ma Salvini riuscirà mai a dire ai suoi elettori che il razzismo è sbagliato e che odiare neri, rom o meridionali è una cosa spregevole?

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«Succede questo. Decido di trasferirmi nel paese della mia fidanzata in provincia di Milano», inizia così il post di Deborah, una ragazza di Foggia che decide – come tanti italiani del Sud – di andare a vivere al Nord. Le cose però non finiscono bene, anzi sembra di essere tornati indietro di qualche decennio. Quando al Nord l’odio per i meridionali non era ancora stato sostituito da quello per gli immigrati. Perché gli immigrati erano proprio loro, i nostri compatrioti.

Perché Salvini non prende le distanze dai razzisti salviniani?

Ne abbiamo parlato per primi su NextQuotidiano, è la storia della signora Patrizia, orgogliosamente razzista e salviniana, che quando scopre che Deborah è di Foggia decide, quindici giorni prima dell’inizio del contratto, che la proprietaria la casa non la vuole più affittare ma preferisce venderla. Perché Deborah è nata a Foggia «e la signora Patrizia di Malvaglio ritiene che in casa sua i meridionali non devono entrare».

patrizia malvaglio appartamento meridionali foggia razzista -1

In due audio dei quali la signora Patrizia autorizza la pubblicazione assistiamo ad un crescendo salviniano di odio all’insegna della discriminazione. Si parte con «i meridionali i neri, i Rom sono tutti uguali, io sono una razzista al 100%». Ed è vero che sono tutti uguali, ma è vero anche che sono uguali alla signora Patrizia e a tutti gli italiani del Nord (o agli altri esseri umani). Per la signora di Malvaglio invece sono uguali nel senso che fanno egualmente schifo. Ci tiene lei a farlo sapere perché non ce l’ha con tutti gli stranieri «non è una svizzera, è una meridionale, è diverso».

«Sono lieta, serena e contenta di essere una leghista perché Salvini dall’inizio ce l’aveva con i meridionali»

«Scriva sotto il post la signora è una salviniana è una leghista come Salvini, come Matteo, il suo Capitano è Salvini. Lo scriva proprio in grande: La signora, che è di Salvini da quando c’era ancora il Bossi che ha cominciato le prime volte, la signora era in prima linea. Lo scriva pure, ma proprio in grande che io sono una leghista sfegatata». Questo lo sfogo finale della signora Patrizia, che rivendica con orgoglio le sue radici di leghista vecchia maniera.

Inutile nascondercelo, al Nord Italia (e mica nelle valli sperdute) l’odio per i meridionali è ancora ben radicato e diffuso, soprattutto in quell’elettorato che fa riferimento alla Lega che una volta si chiamava Nord e che oggi invece che l’Indipendenza della Padania sogna l’Autonomia differenziata di Lombardia e Veneto. Un’autonomia da ottenere a discapito delle regioni del Sud, come è noto. Una secessione dei ricchi che per i leghisti della prima ora ha un sapore ancora più dolce perché combattuta anche grazie ai voti dei tanti terroni che ora votano felici per la “nuova” Lega nazionale che sfonda in Sardegna, in Abruzzo o in Calabria.

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Siccome sappiamo che questi sentimenti razzisti e discriminatori sono ancora diffusi non ci stupiremo poi più di tanto per quello che dice la signora Patrizia. In fondo fa pur sempre parte di quella folta schiera di persone che quotidianamente insulta donne, ragazzine, omosessuali e migranti. Cambia appena l’oggetto del suo odio. Ci chiediamo invece come mai Salvini non abbia sentito la necessità di prendere le distanze da queste parole d’odio. Non stiamo dicendo che lui è il responsabile delle azioni della signora Patrizia. Stiamo dicendo che invece sarebbe opportuno, da autoproclamato papà di tutti gli italiani (e quindi anche di quelli del Sud, dove è stato eletto) che Salvini prendesse le distanze, perché solo lui può dire ai leghisti che il razzismo è sbagliato. Che dicesse una buona volta che la Lega non è più quel partito razzista dove un giovane capogruppo cantava «senti che puzza, scappano anche i cani, sono arrivati i napoletani». I leghisti in genere sono i primi che chiedono ai musulmani di prendere le distanze per un attentato commesso da persone con le quali condividono poco o nulla se non la fede in Allah. Magari la signora Patrizia domenica potrebbe pure essere presente sul pratone di Pontida al raduno annuale della Lega. Proprio per questo sarebbe opportuno che la Lega riconoscesse gli errori del passato e rinnegasse l’odio per gli italiani sotto il Po, magari chiedendo pure scusa. Ma non succederà, perché è l’odio che ha tenuto unita la Lega di Bossi e che oggi tiene unita quella di Salvini.

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