Così la secessione dei ricchi distrugge il patrimonio culturale italiano

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-02-25

Tomaso Montanari sul Fatto all’attacco della legge sull’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna

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Tomaso Montanari sul Fatto Quotidiano di oggi si occupa della secessione dei ricchi e dell’effetto sul patrimonio culturale della legge sull’autonomia di Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che il governo si appresta a varare:

Moltissime sono le competenze oggi statali che le tre regioni rivendicano (ben 23 Lombardia e Veneto, 15 l’Emilia). Tra di esse, la tutela dell’ambiente e del patrimonio culturale. Le regioni con il consumo di suolo più alto del Paese chiedono ora le mani definitivamente libere sul loro territorio. Evidentemente per finire il lavoro. E che l’ispirazione di questa indipendenza di fatto sia sviluppista, e non certo ecologista, lo testimonia il fatto che la Lega, contemporaneamente, impedisce l’autodeterminazione del popolo della Val di Susa sul Tav: l’autonomia va bene solo se porta più cemento.

Il paradosso è che esiste già una regione in cui l’ambiente dipende in toto dalla Regione: la Sicilia. L’autonomia concessale addirittura prima della Costituzione ha creato nell’isola uno stato parallelo, in cui le sorti delle coste, delle foreste e del patrimonio culturale dipendono da soprintendenze nominate e controllate dal potere politico regionale. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: le mani della politica (e non solo)sul territorio; e dunque lo sfascio pluridecennale di un ambiente e di un patrimonio culturale tra i più importanti del mondo. Ma, dice la Lega, le regioni del Nord hanno una classe dirigente diversa da quella della Sicilia: tesi difficile da sostenere nei giorni in cui entra in galera il celeste Formigoni, per 18 anni alla guida della Lombardia. O anche solo rammentando che l’onnipotente doge veneto Galan è egualmente agli arresti.

Per Montanari è chiaro che con Brera ai lombardi e l’Accademia di Venezia ai veneti si inizierebbe a costruire una cultura etno-nazionale, cioè proprio quella che la nostra Costituzione (e prima la nostra storia comune) hanno escluso

Fondamento visibile e riconosciuto della Nazione, e dunque della sua unità, il patrimonio storico e artistico non può essere diviso in base a sotto-appartenenze locali. La Repubblica tutela non solo il patrimonio in sé, ma la sua appartenenza alla nazione: ogni cittadino, membro della nazione e sovrano, è così proprietario dell’intero patrimonio nazionale, senza altre limitazioni. È per questo che un napoletano possiede il Palazzo Ducale di Venezia, o le Dolomiti, non meno di un veneto.

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