La rinascita di ATAC targata M5S? Mancano più di 300 autobus

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-06-24

Oggi proponiamo alla preparatissima e assolutamente capace giunta pentastellata che da tre anni guida la Capitale un piccolo quesito di matematica. La domanda è semplice: quanti autobus servono per poter far rinascere ATAC? E perché il M5S festeggia l’arrivo (non si sa quando) di un numero di mezzi decisamente inferiore a quelli che servono solo per mantenere l’attuale (scarsa) qualità del servizio?

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Nei giorni scorsi la sindaca di Roma Virginia Raggi ha annunciato l’avvio dei collaudi da parte di ATAC per la linea filobus sul corridoio della mobilità Eur Laurentina-Tor Pagnotta. L’ennesima prova che ATAC sta rinascendo sotto le sapienti mani dell’amministrazione a 5 Stelle (i vari Meleo, Stefàno e così via) e del nuovo management dell’azienda del trasporto pubblico locale. Ma è davvero così?

Il paradosso di ATAC: “rinasce” ma mancano gli autobus

In questi tre anni abbiamo imparato una cosa della gestione del potere del M5S. Il gioco è semplice, presentare come epocali alcuni piccoli successi che però non incidono in alcun modo sul quadro generale. Prendiamo ad esempio i numeri della rinascita di ATAC. A febbraio il consigliere comunale Paolo Ferrara annunciava l’arrivo dei primi 38 autobus israeliani (su circa 70 noleggiati a Tel Aviv). Mezzi vecchi, di dieci anni e soprattutto – cosa che i pentastellati hanno abilmente taciuto – non omologati per la circolazione in Italia. Risultato: il Comune dopo mesi ha rinunciato a metterli su strada e li ha rimandati indietro (non dopo aver pagato il noleggio da febbraio) senza fargli fare un solo chilometro di servizio.

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Poco male, vi diranno, perché tra poco arrivano i 227 autobus turchi (ma dovevano essere italiani) del bando Consip. Vedrete che quando saranno messi su strada finalmente ATAC potrà ripartire e il servizio pubblico sarà degno di una capitale europea. Eppure quei mezzi, che dovevano arrivare “entro l’estate” ancora non si vedono. E non è solo perché devono ancora essere costruiti. Ad esempio 60 sono fermi a Bologna perché il Comune non ha ancora capito come effettuare la cessione ad ATAC.

Magra consolazione per gli utenti che oggi – con l’inizio dell’orario estivo e quindi con la riduzione del numero di corse e di vetture circolanti – si sono lo stesso trovati a dover fronteggiare un numero impressionante di corse e linee soppresse. Senza contare che continua anche il fenomeno dei flambus. Sabato a Fidene è andato a fuoco un mezzo della linea 80: è il tredicesimo dall’inizio dell’anno. Nel 2018 i bus andati a fuoco o con principi di incendio poi domati erano stati 33.

Quanti autobus mancano a Roma?

Tutto questo, come è facile intuire, si traduce in una notevole diminuzione del parco mezzi dell’Azienda. Il numero di autobus di ATAC si va assottigliando di anno in anno. Tra il 2016 e il 2017, in un solo anno, ATAC ha “perso” 200 mezzi. Mancano ancora i dati del 2018 perché non è stato nemmeno pubblicato il bilancio semestrale ma è difficile che la tendenza si possa essere invertita. Nuovi mezzi non ne sono arrivati. Quelli che ci sono continuano invece a cadere a pezzi sia perché sono vecchi sia per mancanza di manutenzione (il bus andato a fuoco qualche giorno fa era del 2013).

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Ora non è necessario essere dei geni della matematica per capire che se nel 2017 ATAC si trovava con 200 autobus in meno (e nel 2018 chissà quanti altri) i 227 nuovi mezzi in arrivo dalla Turchia grazie al bando Consip non aumenteranno il numero di bus in circolazione ma al limite andranno a colmare (di poco) il deficit cronico. Del resto è notizia di due giorni fa che l’azienda ha dovuto mettere in ferie 300 autisti perché non ci sono gli autobus da mettere su strada.

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E non finisce qui. Come faceva notare qualche tempo fa il blogger Mercurio Psi su Twitter il piano Industriale di ATAC prevede che nel 2019 saranno rottamati 198 bus (altri 55 dovrebbero essere stati rottamati nel 2018). Nel 2020 sono previste ulteriori 350 rottamazioni o dismissioni. Alla fine del 2018 sono stati persi oltre 17 milioni di chilometri, e per recuperarli servono più di 230 bus nuovi.

Sorpresa: i 227 autobus del bando Consip non bastano

Questo significa che ATAC è già in deficit di 428 autobus. Calcolando l’arrivo di circa 113 bus (i 70 a noleggio da Israele, i 38 noleggiati da Cialone e quelli elettrici recuperati che valgono come 5 normali) ATAC avrebbe dovuto trovare almeno 315 nuovi autobus solo per garantire un numero di mezzi “pari” al saldo iniziale. Un numero in ogni caso non sufficiente a rilanciare la qualità del servizio. Al momento però i 70 israeliani non ci sono quindi ne mancano 385.

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Difficile che riesca a recuperare negli ultimi sei mesi dell’anno il numero di chilometri non “lavorati” durante il primo semestre. I consiglieri, gli assessori e il sindaco scienziati del MoVimento 5 Stelle dovrebbero quindi rispondere ad un semplice quesito di matematica: quanto fa 385 meno i 227 autobus turchi (che ancora non ci sono)? Se la matematica non è un’opinione anche con l’arrivo dei bus del bando Consip (che non sembra possano arrivare tutti da qui a fine anno) mancano almeno 150 autobus, questo solo per garantire la continuità del servizio attuale, non un suo miglioramento. E 227 è una cifra inferiore a quanto previsto dalla stessa ATAC che nel Piano Industriale parla di almeno 278 nuovi mezzi.

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Quando Linda Meleo diceva che i nuovi autobus sarebbero arrivati entro giugno

Una volta risposto a questa domanda eccone una più difficile (cui risponderanno solo i più preparati tra Raggi, Meleo e Ferrara), come riuscirà ATAC a fare gli 89,6 Milioni km (su gomma) previsti dal Piano Industriale se ha un numero di autobus inferiore a quelli che servono per farli e se nel 2018 non è riuscita a centrare un obbiettivo ancora più basso? Chissà, forse nel frattempo al MoVimento 5 Stelle riusciranno ad inventare una matematica creativa, quella dove se mancano più di trecento autobus per fare meno del minimo e ne fai arrivare (forse) duecento allora puoi dire che stai facendo ripartire il servizio.

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