ATAC: tutte le ragioni di un disastro annunciato

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-02-07

Assenteismo, scioperi, crediti non riscossi e affari sballati: tutti i motivi che hanno portato al disastro nella relazione al Tribunale. Con una serie di errori commessi dal M5S e il rischio che tutto salti per il posticipo della messa a gara dei servizi

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Marco Costantini, attestatore di ATAC nella procedura di concordato preventivo, ha consegnato nei giorni scorsi ai giudici fallimentari una relazione sullo stato dell’azienda: il documento è interessante perché assomma tutte le responsabilità che hanno portato ATAC nelle condizioni di oggi.

ATAC: tutte le ragioni di un disastro annunciato

I primi due fattori problematici dell’azienda sono gli scioperi, che si traducono in minori percorrenze chilometriche, e l’elevato tasso di assenteismo che nel periodo 2010-2016 è stato pari al 12% annuo, il doppio rispetto a Milano. Nel nuovo piano industriale è previsto l’aumento di due ore da 37 a 59 dell’orario di lavoro alla guida: oggi ogni autista ATAC fa 16130 chilometri all’anno, mentre a Londra un autista ne fa 21mila.

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Produttività delle metro a Roma (Il Fatto, 12 novembre 2017)

Con il nuovo piano, spiega oggi Il Messaggero, «la produttività degli autisti dovrebbe attestarsi a 18.251 km per unità, in linea con quella delle altre capitali europee». Ma ad affossare i conti sono stati anche gli affari sbagliati. Come ad esempio l’acquisto dell’immobile in località Eur Castellaccio: nel 2009 fu versato un mega-acconto ma la data di completamento delle opere è stata via via posticipata fino al 31 dicembre 2016. ATAC ha chiesto di restituire i 20 milioni di euro, ma i soldi non sono mai tornati a casa. Il dossier parla anche della mancata cessione degli immobili non strumentali al servizio, osteggiata di recente proprio dal MoVimento 5 Stelle.

Il debito spalmato dal Comune è stato un flop

E ancora: il documento firmato da Costantini rivela poi un retroscena inedito tra la giunta di Virginia Raggi e gli uffici della Ragioneria generale. Ad appesantire il fardello del debito, per ATAC, è stata anche la comunicazione con cui gli esperti contabili hanno «espresso la volontà di non dare seguito alla delibera della Giunta comunale n. 53 del 12 ottobre 2016», l’atto con cui il M5S avrebbe voluto spalmare in 20 anni («240 rate mensili,a partire dal 2019»), il debito di ATAC verso il Comune, 469 milioni. Il niet dei tecnici, si legge nella relazione del revisore, «ha evidentemente comportato la riclassificazione anche di tale debito tra quelli esigibili entro 12 mesi».

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Le cifre del dissesto in ATAC e nel bilancio del Comune (Il Messaggero, 25 agosto 2017)

Intanto un nuovo problema si profila all’orizzone. La strategia del Campidoglio per salvare ATAC dalla bancarotta prevede il prolungamento per due anni dell’affidamento dei trasporti pubblici, saltando così la gara che doveva arrivare nel 2019. Ma, spiegano i tecnici, la decisione è passibile di impugnativa da parte dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato – che ha già bastonato su Roma Multiservizi – oppure dall’ANAC o dagli interessati alla partecipazione alla gara. L’Antitrust aveva già avvertito a novembre che il rischio di un ricorso era reale. Anche la Ragioneria del Campidoglio aveva dichiarato la dubbia applicabilità delle deroghe concesse dai regolamenti europei

 

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