Economia

Immobili, il piano ATAC è lo stesso di un anno fa

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2017-12-22

L’azienda nomina un advisor per vendere il patrimonio immobiliare. Pensa di ricavarne un centinaio di milioni di euro. Ovvero: la stessa cosa che voleva fare Rettighieri. Ma all’epoca il M5S non voleva. E il manager fu cacciato

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L’ATAC vuole dismettere il suo patrimonio immobiliare, cominciando da palazzi e rimesse che avrebbero un valore di un centinaio di milioni di euro. Per mettere sul piatto un po’ di liquidità per il concordato preventivo, che tra un mese dovrebbe essere consegnato al tribunale. Ma c’è un problema: la vendita del patrimonio immobiliare era stata messa in moto un anno e mezzo fa, quando a guidare l’azienda c’era Marco Rettighieri. E lo stesso piano di oggi venne fermato all’epoca dal MoVimento 5 Stelle.

Il piano ATAC è lo stesso di un anno fa

Spiega oggi il Corriere Roma che ATAC vuole vendere palazzi e rimesse per 100 milioni di euro, quasi un terzo del valore del suo patrimonio immobiliare. E, per farlo, nomina un advisor che – con un importo pari a 21.249,600 euro più Iva – ha il compito di fare la valutazione propedeutica all’operazione cessione.

«Considerata l’urgenza di formalizzare l’incarico oggetto della procedura di gara, stante anche l’importanza dello stesso nell’ambito del Piano Concordatario», Atac determina di «aggiudicare alla società Reag – Real Estate Advisory Group srl- il servizio di valutazione di immobili e/ o compendi immobiliari di proprietà della società».
Il dado è tratto, come si legge nella determina di affidamento: la disastrata municipalizzata del Campidoglio, finita in tribunale con l ’acqua alla gola a causa del maxi debito (1,4miliardi), comincia a mollare le zavorre.

i problemi di atac
L’obiettivo è la cessione di 18 strutture battezzate a beni da sacrificare come contributo anti-default. Le ex rimesse Vittoria a piazza Bainsizza, San Paolo a via Alessandro Severo e Tuscolana a piazza Ragusa, più la rimessa Trastevere; le aree Garbatella, Centro Carni, Cardinal De Luca più quella della rimessa Acilia; le sottostazioni elettriche Nomentana, San Paolo, Etiopia, Lucio Sestio e San Giovanni; un grande fabbricato in via dei Rogazionisti, un mega edificio a Piramide, la ex centrale operativa della metropolitana a Garbatella e pure un appartamento e un ufficio sulla via Tuscolana.

Il piano ATAC per gli immobili

Il piano ATAC per la dismissione degli immobili, che tra l’altro era stato anticipato nell’agosto scorso (ma all’epoca serviva a scongiurare il concordato preventivo: o tempora! O mores!), all’epoca autorizzava l’azienda di via Prenestina «ad alienare i beni immobili mediante trasferimento a un Fondo comune di investimento immobiliare». Gran parte di questi immobili andrebbero bonificati prima di essere messi in vendita, per altri, affinché siano appetibili sul mercato, invece occorrerebbe destinazioni d’uso diverse dal punto di vista urbanistico. Inoltre, su alcune di queste sedi ci sono le ipoteche delle banche.

metro atac roma

Produttività delle metro a Roma (Il Fatto, 12 novembre 2017)


Ma la parte più curiosa è che l’ex direttore generale di Atac, Marco Rettighieri, nella sua conferenza stampa d’addio, aveva detto proprio questo: «Per avere liquidità, bastava sbloccare il piano di dismissione degli immobili non strumentali». Un’operazione che avrebbe potuto portare nelle casse dell’azienda fino a «160 milioni di euro», come si leggeva nella relazione del 24 giugno: Solo attraverso l’alienazione di cinque immobili dismessi, prevista dal piano industriale 2015-2019, sarebbero arrivati 98,2 milioni, secondo gli ex manager. Ma la giunta M5S all’epoca bloccò tutto. Oggi il management ripropone però la stessa soluzione. Con il dettaglio che nel frattempo è passato un anno e mezzo. Perso.

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