Economia

Le arance a vapore di Luigi Di Maio

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-04-11

Fra qualche giorno con la prima trasvolata degli agrumi verrà inaugurata la direttissima Catania-Shanghai fortemente voluta dal vicepremier pentastellato e “grande successo” del governo (precedente). Ma gli esportatori e i produttori continuano a nutrire dubbi sulla reale portata storica dell’accordo, e qualcuno pensa che a questo punto sarebbe meglio il treno

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Croce e delizia del Governo del Cambiamento sono diventate una vera e propria ossessione le arance siciliane che “grazie a Di Maio saranno finalmente libere di volare in Cina. Il primo carico di agrumi siciliani atterrerà a Shanghai il 19 aprile, tra poco più di una settimana. In attesa del post del Capo Politico del M5S – ci starebbe bene anche una diretta “live”  per celebrare lo sbarco – prosegue l’interessante dibattito: meglio l’aereo o la nave?

E se spedissimo le arance in treno?

Su Italia Oggi ieri veniva spiegato nuovamente il punto centrale della questione: i costi di trasporto. A quanto pare tutti (tranne il ministro dello Sviluppo Economico) sanno che spedire le arance in aereo è molto costoso e poco conveniente. Ad esempio spiega Salvo Leone, direttore del consorzio Naturalmente Siciliano, che il problema della spedizione per via aerea è anche quello di riuscire a convincere i clienti che è “migliore” della spedizione via nave. Un conto è spedire le primizie o la frutta fresca, un conto è spedire un prodotto come le arance.

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Secondo Leone il punto non è solo il costo della spedizione ma tutta la catena della logistica: «se sono bravo riesco a spuntare un prezzo di 1,7 euro al kg, ma si può arrivare anche a 2,2». Prezzi raddoppiati se non triplicati rispetto alla spedizione via nave che si aggira intorno ai 60-70 centesimi al kg. E non finisce qui perché allo spedizioniere tocca pagare i costi di sdoganamento e quelli per il trasferimento allo scalo di partenza e la presa in consegna a quello di arrivo. La spedizione è ulteriormente complicata dal fatto che lo spazio sugli aerei è ridotto, quindi si può spedire una minore quantità di merce.

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I principali paesi da cui la Cina importa arance [Fonte]

Il presidente della Italian Round Table del Council of Supply Chain Management Professionals Igino Colella ritiene che «la frutta esotica può essere venduta al pubblico ad un prezzo anche di 8 euro al kg, ma non certo le arance». O meglio, forse in Siberia, in Alaska o in Groenlandia sarebbe forse possibile vendere arance ad un prezzo così alto. Ma farlo in Cina, un paese che è il terzo produttore di arance al mondo (dopo Stati Uniti e Brasile) forse non è la strategia migliore. Sicuramente le arance Tarocco sono di una qualità eccezionale, ma se arrivano in nave senza risentire del viaggio perché spendere di più per farle arrivare in aereo? Vero è che la Cina importa già grandi quantità di arance (prevalentemente da USA, Egitto e Sud Africa), per compensare la qualità della produzione interna. Ma trasporto aereo e grandi quantità non sono due concetti che stanno bene assieme. Ed ecco allora che Colella dà un suggerimento a Di Maio: «non è impensabile far viaggiare le merci su treno anche per la Cina». Insomma dalle arance volanti alle arance a vapore.

Leggi sull’argomento: Se a Di Maio non piace il ddl Pillon perché non fa ritirare le firme dei senatori M5S?

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