Andrea Roventini: la scelta giusta del M5S

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2018-03-02

Ieri Di Maio è stato particolarmente convincente in tv nelle risposte date sull’economia. Anche perché i 5 Stelle sembrano aver trovato una personalità dalle idee chiare e (cosa rara per loro) per niente stravagante per il ruolo di ministro dell’Economia. Peccato che…

article-post

Da queste parti siamo di solito molto severi con lui, quindi nessuno ci accuserà di piaggeria se diciamo che Luigi Di Maio ieri da Lilli Gruber a Otto e 1/2 ha offerto una ottima performance: ha saputo rispondere a tono alle domande della conduttrice, spesso evitando i punti che lo mettevano in difficoltà ma sorprendentemente replicando in maniera convincente e nel merito ad altre questioni.

Andrea Roventini: la scelta giusta del MoVimento 5 Stelle

In particolare la risposta più convincente di Di Maio è stata quella su Andrea Roventini, l’economista di primo livello che dovrebbe diventare ministro dell’Economia secondo i desiderata del MoVimento 5 Stelle. Per quel posto i più si attendevano (e temevano) una scelta, per capirsi, alla Laura Castelli: qualche originalone con idee stravaganti che facesse sognare il popolo del Blog delle Stelle e facesse morire dal ridere tutti gli altri.

andrea roventini luigi di maio

Invece è andata diversamente. Ieri Di Maio su Roventini ha detto: «Lui è uno che crede nell’economia espansiva, che significa che dobbiamo cominciare a mettere risorse fresche in strade, autostrade, innovazione tecnologica, abbassamento del costo del lavoro in determinati settori. Queste sono le persone che faranno il contrario dell’austerity, con Andrea Roventini combattiamo l’austerity e cominciamo a dare diritti e servizi e lavoro alle persone».

Una scelta convincente

La risposta di Di Maio alla domanda è talmente convincente che pare scritta, o suggerita, proprio da Roventini. Il quale ieri è stato chiarissimo su tante tematiche nelle quali farà fatica a fare breccia nel cuore dei 5 Stelle. «L’uscita dall’euro non è in discussione – ha detto con una semplicità che a certe autoproclamatesi espertone d’economia non sarà mai concessa – ma vogliamo rivedere il Fiscal Compact. L’austerità non funziona ed è disastrosa». Il M5S ha dato credito negli anni a tanti furbi, furboni e furbacchioni – come Alberto Micalizzi – o, peggio ancora, a incantatori di serpenti a caccia di consulenze retribuite.

andrea roventini m5s

Nel caso di Roventini parliamo di un ricercatore con un curriculum di primissimo piano e con il Sole 24 Ore sulle sue idee è stato molto chiaro: «Il rapporto debito/Pil deve certamente calare, principalmente attraverso la crescita e non surplus crescenti di bilancio. Oggi i moltiplicatori fiscali sono maggiori di uno: va colta questa opportunità attraverso investimenti a sostegno dell’innovazione. Inoltre tassi d’inflazione superiori a quelli attuali e vicini al 2%, l’obiettivo della Bce, contribuiranno a ridurre il rapporto. Il parametro del 3% deficit/Pil è un feticcio. Va rispettato, ma in maniera flessibile. Dialogheremo con gli altri Paesi per cambiare il Fiscal compact».

Il destino degli esperti M5S

Su quanto ha detto Roventini dal punto di vista teorico c’è dibattito: il moltiplicatore non è un dato fisso e cambia da paese a paese, e quando l’economia esce da una recessione e torna a crescere scende di molto dal livello di uno di cui parla Roventini. Questo basta per capire che tra il dire e il fare ci sarebbe di mezzo un bel mare di conti e di rischi per i conti pubblici. Ma di rischi di questo genere sono pieni tutti i programmi elettorali, che proprio per questo si chiamano elettorali: per tradurre le promesse in fatti ci vuole di solito molta più prudenza. Ma la strada che indica Roventini ha il dono della chiarezza e della coerenza interna. «Nel nostro DEF non ci sarà spazio per idee bizzarre o utopistiche», ha d’altro canto sempre precisato lui forse perché ha capito con chi si sta accompagnando.

andrea roventini

Scrive oggi il Corriere della Sera che l’idea di Roventini è di “incentivare gli investimenti pubblici, «ma non a pioggia, non vogliamo cattedrali nel deserto». Al Sole 24 Ore, del resto, l’allievo di Giovanni Dosi al prestigioso istituto pisano ha già spiegato che il vincolo europeo del deficit al 3 per cento del Pil è «un feticcio»,che va rispettato «ma con flessibilità». Roventini riecheggia idee di Stiglitz e Krugman. E mette un accento forte sull’equità. Anche perché, come ha scritto in un paper, «economie con più diseguaglianze sono vulnerabili a fluttuazioni cicliche più gravi»”.

Ottime idee, peccato l’attuazione

Insomma, pur considerando che stiamo parlando di un accademico e che parliamo di promesse in campagna elettorale la cui attuazione poi diventerà molto problematica nel mondo reale, la scelta di Andrea Roventini come candidato ministro dell’Economia da parte del MoVimento 5 Stelle è convincente, in linea con la politica generale dei grillini ma lontana dalle pericolose idiozie che in questi anni i parlamentari espertoni a 5 Stelle ci hanno regalato. Ciò detto, pare improbabile che i grillini riescano ad ottenere una qualche maggioranza e quindi pare impossibile che Roventini diventi davvero ministro dell’Economia in un governo Di Maio. E questo per lui è una bella fortuna. Perché i 5 Stelle avevano già puntato su un’eccellenza a Roma quando si trattava di fare la giunta.

gianni lemmetti andrea mazzillo
Il nuovo assessore Gianni Lemmetti

Chiamarono Marcello Minenna. Che subito dimostrò di avere competenze, idee e capacità valide per lavorare su un bilancio comunale e impostare un lavoro di grande beneficio per la città. Come è finita ce lo ricordiamo tutti: dopo due mesi se ne è andato sbattendo la porta. Lasciando il posto al signore che vedete qui sopra in foto. Ecco perché forse per Roventini è una fortuna che oggi sia solo candidato ministro.

Leggi sull’argomento: Armando Bartolazzi, il “ministro” della Salute M5S che non sa quali sono i vaccini obbligatori

Potrebbe interessarti anche