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Anche in Sicilia il M5S sceglie la famiglia (dei candidati)

Giovanni Drogo 11/10/2017

Ilario Lombardo su La Stampa di oggi ci rivela come vengono scelti i candidati alle regionali di novembre in Sicilia. A quanto pare l’importante è essere parente di qualche altro grillino. E anche fare i portaborse alla fine paga e si viene premiati con un posto in lista

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Da settimane il candidato Presidente della Regione Siciliana Giancarlo Cancelleri va all’attacco contro gli impresentabili e i “soliti noti” candidati nelle liste di Nello Musumeci e Fabrizio Micari. Solo nel MoVimento 5 Stelle ci sono i volti nuovi, persone libere grazie alle quali si potrà finalmente pensare al futuro. Perché quelli pentastellati al contrario degli altri sono politici che non hanno alcun interesse a tenersi la poltrona. Anzi non hanno alcun interesse personale. La politica è servizio, è mettersi a disposizione. Ed è per questo che nel MoVimento non ci sono correnti: è tutta una grande famiglia.

Gli affari di famiglia nelle candidature

In senso letterale, perché nel partito di Beppe Grillo e Luigi Di Maio la politica è un affare di famiglia. Del resto in una formazione politica dove il ruolo di “guru” si trasmette per via dinastica e dove zio (Beppe) e nipote (Enrico) controllano l’associazione Movimento 5 Stelle le cose non potevano andare diversamente. Il MoVimento 5 Stelle ha una cronica incapacità di selezionare la sua classe dirigente e in mancanza di alternative la prassi sembra essere quella di scegliere tra parenti e amici. A Roma ci sono alcuni dei casi più eclatanti, specie dopo la discesa in campo di Francesca De Vito, sorella del Presidente del Consiglio Comunale.
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In Sicilia le cose non vanno diversamente. Ad iniziare da Cancelleri, che è il fratello della deputata pentastellata Azzurra Cancelleri. L’onestà evidente è una cosa di famiglia e del resto non c’è niente di male se due fratelli decidono di fare politica assieme. Nessuna spartizione, senza dubbio, però quando poche famiglie “a 5 Stelle” iniziano a detenere una buona parte del potere all’interno di un partito generalmente non è un buon segno. Scorrendo la lista dei candidati alle regionali del 5 novembre si trovano mariti, mogli, sorelle e fratelli. A parlare dei legami di famiglia del M5S siciliano è stato Ilario Lombardo che ne parla oggi sulla Stampa. Ad esempio Jose Marano, candidata a Catania, che è moglie di Marco Nipitella, già candidato (ma non eletto) alle regionali del 2012. Il caso più eclatante però è quello di Stefania Campo ex assessora alla cultura di Ragusa che si è dovuta dimettere dopo che si è scoperto che il marito era stato assunto da una cooperativa comunale che si occupava della lettura dei contatori. Lei ha sempre detto che era tutto in regola, ed evidentemente Rousseau ha voluto premiare la sua onestà.

L’assalto dei portaborse e dei loro parenti

C’è poi un vero e proprio esercito di portaborse e assistenti parlamentari “premiati” con una candidatura. Perché la selezione degli assistenti dei portavoce solo in teoria avviene tramite una valutazione dei curricula e delle candidature. Spesso e volentieri si scelgono i “parenti di”: a Roma è celebre il caso della fidanzata del consigliere Enrico Stefàno, che per qualche tempo ha fatto da assistente parlamentare alla deputata Federica Daga. Nella lista per Cancelleri Presidente i pentastellati in carriera abbondano:

Diana Valeria ha un compagno che è stato candidato con lei a Catania nel 2012, finito prima nella graduatoria dello staff del M5S in Regione e poi entrato in servizio in Senato al seguito della questora Laura Bottici. Alberto Laspada si è candidato quest’anno dopo aver fatto, pure lui, l’assistente all’Ars, mentre Rosa Vilardi, risulta collaboratrice dell’onorevole Giulia Di Vita, sospesa dal M5S dopo lo scandalo delle firme false a Palermo. Luigi Sunseri, collaboratore dell’europarlamentare Ignazio Corrao, a cui nel 2014 aveva lasciato il posto Salvatore Cinà, oggi ricandidato in Regione.

Scrive Lombardo che:

Nello staff di Corrao c’è anche Giuseppe Lomonaco, che fallita l’elezione alla Regione nel 2012 è partito per Bruxelles dopo un passaggio all’Ars: la fidanzata, Paola Pietradura, di Gela come lui, lo ha raggiunto in Belgio nella sede locale dello studio dell’avvocato Carmelo Giurdanella, già candidato sindaco M5S a Vittoria. Quando salì a Roma, Tommaso Currò, primo parlamentare eretico, poi passato al Pd, aveva come inseparabile assistente Giuseppe Scarcella, oggi nell’elenco dei candidati dopo aver ambito al ruolo di governatore. Scarcella è catanese come Clementina Iuppa, in corsa per il Comune nel 2013 e cognata di Antonio Fiumefreddo, presidente di Riscossione Sicilia fino alla rottura con il governatore Rosario Crocetta. A questa tornata Iuppa non si è candidata e fa la portaborse di Angela Foti, che invece c’è nella squadra di Cancelleri.

Alla faccia del principio dell’uno vale uno. Il MoVimento 5 Stelle, pur non avendo tra le sue fila “impresentabili” intesi come pregiudicati o “amici” di mafiosi, ha un curioso metodo di selezione dei candidati e dei portaborse (che sono pagati con i soldi pubblici). Più che un partito aperto a tutti quello di Grillo sembra essere un circolo chiuso dove per trovare un posto al sole della politica è più importante il legame di parentela che l’effettiva valutazione delle competenze.
 

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