FAQ
Vi faccio vedere come si candida un 5 Stelle
Alessandro D'Amato 04/11/2016
Una vecchia storia con protagonisti d’attualità: come Silvia Crescimanno e Daniele Diaco sono stati candidati nel 2013 al Municipio XII in piena ONESTÀ. Ovvero con voti e procedure contestate e “conoscenti” che dicono di non conoscersi
La meravigliosa figuraccia dei grillini sui fondi ai disabili nel XII Municipio ci ha permesso di conoscere la presidente Silvia Crescimanno e suo marito Daniele Diaco, oggi consigliere dell’Assemblea Capitolina. I due, infatti, insieme all’assessore al bilancio del Comune di Roma Andrea Mazzillo si sono resi protagonisti di una serie di insulti a stampa e politici che hanno raccontato la sospensione dei tre servizi ad anziani (Saisa), a persone con handicap (Saish) e anziani fragili (Cedaf), due dei quali sono stati poi ripristinati. La storia però ne ha fatta emergere un’altra che riguarda la coppia Diaco-Crescimanno e che affonda le sue radici nella campagna elettorale del 2013 e che può essere molto indicativa dell’ONESTÀ, soprattutto intellettuale, con cui il MoVimento 5 Stelle ha selezionato la sua classe dirigente prima della conquista di Roma. Allacciate le cinture: ve la andiamo a raccontare.
La resistibile ascesa di Daniele Diaco al Municipio XII
Siamo alla fine del 2012 e i grillini romani si stanno organizzando per il voto che porterà Marcello De Vito a candidarsi primo cittadino. Anche nel XII Municipio si lavora alle liste. Una prima votazione designa Enrico Lucatelli, ma in seguito al rinvio delle elezioni e su proposta dello stesso Lucatelli a distanza di qualche mese si decide di effettuare un’altra votazione. Tra i candidati a presidente c’è Daniele Diaco – che successivamente verrà eletto consigliere municipale – insieme ad Alessandro Galletti, Enrico Lucatelli, Silvia Crescimanno ed altri. Si vota con il Metodo Schulze: il voto consiste nello stilare una “classifica”, posizionando i candidati/mozioni secondo le personali preferenze. È oggi utilizzato da piattaforme di e-democracy quali Liquid Feedback, usato da diversi Partiti Pirata e Agoravoting, utilizzato dal partito politico spagnolo Podemos e consiste nel dare un voto progressivo a ciascun candidato, premiando con il voto più alto il più gradito e con il voto più basso il meno sgradito: in questo modo si elegge il candidato “meno sgradito”, ovvero quello che è più vicino alle preferenze “medie” del gruppo: è lo stesso principio che ha portato all’incoronazione di Patrizia Bedori a Milano (votata però con il Condorcet). Ci sono anche delle regole da rispettare per la candidatura: il MoVimento, ad esempio, si impone di candidare solo chi ha un certo – lungo – periodo di militanza, ma anche di non candidare persone legate da vincoli familiari nello stesso Municipio. Il risultato del voto è questo:
Quando si vota il primo risulta proprio Daniele Diaco per un voto (340 contro 339) e secondo arriva Galletti, mentre Lucatelli, designato qualche mese prima, finisce al terzo posto. Dalle minute del voto risulta che Lucatelli prende un altissimo numero di “16” – ovvero il voto più alto – ma a rovinargli il risultato finale è un 2. Il risultato finale premia l’allora fidanzato della Crescimanno, ovvero Diaco. Il quale, sicuramente per una mera casualità, dà il voto più alto (16) alla fidanzata, come lei a lui.
«In seguito c’è stato un incontro con il gruppo municipale, il 25/03/2013, che non ha fatto altro che confermare la volontà da parte degli storici del gruppo, Dante Santacroce, Luca Marsico, Cecilia Petrassi, Alessandro Galetti a seguire Crescimanno e Diaco, di escludermi dalla candidatura a presidente di Municipio, pertanto sono uscito dalla riunione amareggiato e disamorato», ricorda oggi Lucatelli. Il candidato e alcuni attivisti lamentano poi anche altri “problemini”. I verbali delle votazioni non vengono postati sul Forum del M5S Roma fino al giorno precedente la presentazione della lista e in essi non si fa parola dei paletti temporali sull’attivismo, che avrebbero portato all’esclusione di Galletti dalla lista dei candidati perché iscritto successivamente al luglio 2012. Lucatelli ed altri lamentano la mancata pubblicazione del verbale della riunione sulle votazioni nei tempi previsti dal Comitato elettorale, la criticità delle candidature legate a vincoli familiari che se applicata avrebbe visto eliminata la votazione della Crescimanno nei confronti dell’attuale marito Diaco e la mancata esposizione di Galletti delle regole previste dal Comitato Elettorale per la candidatura del presidente di municipio che, se applicate, avrebbero escluso sia Diaco che Galletti dalla candidatura a Presidente di Municipio. A quel punto Lucatelli pubblica un messaggio su Roma5Stelle in cui si lamenta delle regole violate e in particolare nota che Diaco e la Crescimanno “sono una coppia di fatto pertanto, eticamente e da movimento, ciò doveva essere preso in considerazione da tutto il gruppo municipale dato che la candidatura di Daniele Diaco a presidente di Municipio è risultata di un punto sopra”.
La risposta di Silvia Crescimanno, attuale presidente del Municipio XII, è un esempio di onestà, trasparenza, correttezza: “Diaco chi?“.
La Crescimanno infatti sottolinea che lei non è sposata né convivente con “il sig. Diaco” – in effetti si sposeranno successivamente – e invita Lucatelli a evitare “modalità espressive diffamatorie” nei suoi confronti. «Il mio disinteressamento verso il movimento è avvenuto nel momento in cui ho ricevuto questa risposta dalla Crescimanno, con la quale ho condiviso una parte del percorso nel movimento in seno al gruppo municipale nonché un rapporto di amicizia anche con il suo attuale marito Daniele Diaco», ricorda ancora oggi Lucatelli.
La fine della storia
Diaco alla fine della votazione dichiara che si prenderà del tempo per decidere se accettare la candidatura alla presidenza del municipio oppure se passare la mano in favore di Galletti. Infine beve l’amaro calice. Cristina Maltese del Partito Democratico a giugno vince al primo turno le elezioni nel municipio, Diaco prende 7371 voti pari all’11,97% del totale. De Vito ne prende 149mila come candidato sindaco, pari al 12,43% del totale.
Il resto è storia recente. Con 111 voti Daniele Diaco, operatore olistico, esperto in medicina tradizionale cinese, auricoloterapia, floriterapia e terapia cranio-sacrale, diventa prima candidato e poi consigliere, con qualche infortunio con i parcheggi. Al Portuense nel 2016 la presidente uscente del Pd, Cristina Maltese (43,11%) e 25.360 voti, viene battuta dalla pentastellata Silvia Crescimanno (56,89%) e 33.467 preferenze. Non solo: nel novembre del 2013 il forum Roma5Stelle viene chiuso senza spiegazioni, per motivi sicuramente indipendenti dalla storia che abbiamo raccontato. Ma la chiusura serve anche a seppellire le tante, troppe storie e guerre intestine tra i grillini romani. Come quella che vede protagonisti Luca Marsico, uno degli attivisti storici del Municipio XII, e Roberta Lombardi in persona (e che è ancora leggibile in toto qui). All’epoca Marsico vuole candidarsi come sindaco e la Lombardi lo accusa di «uso spregiudicato dei media e combine per il voto», pubblicando una email in cui lui chiede ad altri (e tra i destinatari ci sono tanti dei protagonisti di questa storia…) di votare per un allargamento della base dei votanti e sostiene, proprio nel periodo dello scoppio della polemica Salsi-Favia, che “ci deve pensare la stampa a dare la spinta”.
La Lombardi quindi ha accusato Marsico di aver fatto più o meno quanto agli attivisti di Napoli Libera è costato l’espulsione. Ma qui non succede nulla. Il tempo passa, le polemiche si chiudono, chi aveva sbagliato evidentemente chiede scusa e viene perdonato. E questa storia, come tante dell’epoca, finisce seppellita. È acqua che passa (cit.). Lasciando quella sensazione – come chiamarla? Di O-NE-STÀ, ecco.