AMA vuole che i romani producano meno rifiuti ma incassa la tassa più alta d’Italia

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2019-07-08

Secondo la presidente scelta dai grillini i romani devono «butta’ meno monnezza». Ok, ma allora perché dobbiamo pagare la tariffa rifiuti? Per garantire gli stipendi dei manager?

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«È mio preciso dovere,anome del neo costituito cda, informare i cittadini della persistente difficoltà ed appellarmi al senso civico di tutti per fare innanzitutto prevenzione. Contenete al massimo la produzione di rifiuti, separando tutti i materiali riciclabili e utilizzando correttamente i contenitori con capienza residua»: ieri la nuova presidente di AMA Luisa Melara ha chiesto ufficialmente aiuto ai romani per l’emergenza monnezza della Capitale.

AMA vuole che i romani producano meno rifiuti ma incassa la tassa più alta d’Italia

Una richiesta che nasce, secondo la municipalizzata dei rifiuti, dal fatto che Roma rischia di trovarsi con mille tonnellate in più di rifiuti in strada visto che tra il fabbisogno di 2100 tonnellate e quanto stanziato dalla Regione Lazio, secondo Melara, c’è un deficit. Una circostanza smentita dalla Regione Lazio, che ieri ha fatto sapere che “Tutti gli impianti indicati dall’ordinanza hanno dato la propria disponibilità a ricevere i rifiuti della Capitale e da domani potranno coprire l’intero fabbisogno di Roma pari a circa 2000 tonnellate di rifiuti a settimana. Uno sforzo immenso”.

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Le rotte dei rifiuti a Roma (Il Messaggero, 7 luglio 2019)

Paolo Conti sul Corriere della Sera oggi ci fornisce l’esatta dimensione del ridicolo dietro l’appello di Melara:

Di fronte all’assoluto sfacelo igienico, sanitario ed estetico, la presidente dell’Ama Luisa Melara, in un oscuro italiano, ha raccomandato ai romani di contenere «al massimo la produzione di rifiuto tal quale» rivolgendosi «a tutti gli stakeholder» e al loro senso di responsabilità «in quanto ciascuno costituente un necessario anello della catena della efficienza ed efficacia del ciclo dei rifiuti e del piano di superamento delle criticità in atto».

Se abbiamo decodificato la sua cupa prosa per iniziati, i romani devono «butta’ meno monnezza». Ecco finalmente l’arma per uscire da una crisi ormai pericolosa: comprare, mangiare, bere, insomma vivere «di meno». Noi romani pensavamo di aver assistito, con la chiusura per più di otto mesi della fermata Repubblica della metro, all’ultimo atto della tragedia romana. Invece eccoci approdati alla farsa. A questo punto non basta lo Stato, ormai occorrerà chiedere aiuto alla Nato. Nelle farse, si sa, tutto fa spettacolo,come insegna la presidente Luisa Melara.

Ma allora perché paghiamo la TARI all’AMA? Per garantire gli stipendi dei manager?

Ma al ragionamento di Conti manca un punto di importanza fondamentale: a Roma si paga una delle tariffe rifiuti più alte d’Italia e si riceve in cambio un servizio di qualità vergognosa, con la città che va puntualmente in emergenza ogni tre mesi.

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La tariffa rifiuti nelle grandi città (Il Sole 24 Ore, 26 febbraio 2018)

Oltre 200 cittadini romani residenti in Prati hanno preparato una class action proprio perché AMA continua ad acchiapparsi i soldi dei romani ma non pulisce le strade. E questo non in quest’ultimo mese, ma da anni. A questo si aggiunge un vago senso di perculo quando la sindaca di Roma Virginia Raggi annuncia il taglio delle tasse sui rifiuti e si scopre solo successivamente che il taglio riguarda lo 0,73% della tariffa rifiuti. Ora, siccome è evidente che l’AMA non raccoglie i rifiuti, ovvero non fa quello per cui è preposta, ma intanto i manager della municipalizzata (o, per meglio dire, i “magnager” come li chiamava il presidente della Lazio Claudio Lotito) continuano a percepire lo stipendio, a questo punto la presidente Melara dovrebbe spiegare chi si sta mangiando i nostri soldi. Un po’ come diceva Beppe Grillo dei politici, insomma, prima che i politici responsabili diventassero i suoi amici.

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