Attualità
Zaia preoccupato per i virus “stranieri”
di neXtQuotidiano
Pubblicato il 2020-07-13
Secondo il presidente della Regione Veneto c’è un “ceppo serbo” del virus che è più “virulento”. Molti scienziati avevano smontato la tesi del virus “buono” in Italia, che ha comunque molti sostenitori
“La situazione in Veneto è stabile, sotto controllo. Ci preoccupano i ceppi dei virus portati da fuori, dai paesi esteri”: Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, spiegando che gli ultimi focolai in regione sono di cittadini arrivati dall’estero “e per questo – precisa – è stato intensificato il controllo”. Tra le nazioni citate il Benin, la Serbia, il Kosovo, la Macedonia, la Moldavia. il Congo.
Zaia preoccupato per i virus “stranieri”
“Bisogna che l’Oms – osserva – indichi quali sono i Paesi che hanno problemi, lo ribadiamo da tempo”. Un dato, che non è irrilevante, aggiunge, è l’abbassamento dell”età media: c’è infatti il caso di una mamma di 23 anni del Camerun con il bimbo di 6, due gemellini di 4 anni e la loro mamma, tutti infettati. Zaia ha inoltre evidenziato che è stato fatto sequenziare il virus della Serbia: “Nei quattro tamponi effettuati è emerso che la carica virale era molto elevata, i virus sono identici tra loro e appartenenti al cluster dei virus isolati in Serbia, ben diversi dai quelli finora isolati in Veneto e in Italia. E ad oggi non è possibile associare specifiche mutazioni alla diversa patogenicità del virus, perché finora non ci sono studi – ha concluso – che mettano in relazione forme cliniche con le mutazioni del virus”.
“I focolai domestici autoctoni non ci preoccupano”, continua Zaia, perché “il nostro ceppo di virus è meno virulento, ha una carica virale inferiore”. Com’è possibile dirlo? Perché “quando sono arrivati i primi casi dalla Serbia senza dire nulla a nessuno ho fatto sequenziare il virus serbo”, racconta Zaia ringraziando l’Istituto zooprofilattico delle Venezie, che ha effettuato il sequenziamento. “Il virus serbo ha una mutazione che non conosciamo”, che è uguale in tutti e quattro i casi arrivati dalla Serbia, che avevano “una carica virale molto elevata”. Insomma, attenzione al ceppo serbo, che “è ben diverso da quelli trovati in Italia e all’estero” e parrebbe essere, almeno al momento più virulento.
Coronavirus buoni e cattivi
Anthony Fauci, “virologo in chief” degli USA in un’intervista a Giuseppe Sarcina sul Corriere della Sera ha detto cose leggermente diverse da quelle del noto virologo Zaia:
Il virus è meno letale?
«Non sono in grado di dare una risposta precisa. E credo non ce l’abbia nessuno. Probabilmente stiamo curando in modo più efficace i pazienti, anche con terapie che non avevamo prima. In questa fase il nostro sistema sanitario non è più travolto, come è successo nel Nord Italia proprio all’inizio dell’epidemia. E, infine, negli Stati Uniti vediamo che ci sono più giovani tra i contagiati rispetto a quanto accadeva un paio di mesi fa».In Italia è in corso un acceso dibattito tra gli scienziati. C’è chi sostiene che il Covid-19 si sia indebolito e chi, invece, ritiene sia ancora forte e pericoloso. La sua opinione?
«Non c’è proprio alcuna prova che il virus stia diventando più debole. Questo è certo. Immagino che sia solo un auspicio sostenere il contrario. Il coronavirus è destinato a restare con noi per un tempo considerevole, fino a quando non avremo adottato misure molto buone di contenimento e non avremo messo a punto il vaccino».
Antonino Di Caro, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Lazzaro Spallanzani, aveva demolito anche la tesi del virus che perde forza perché è artificiale, sempre sostenuta da Zaia:
Il governatore del Veneto Luca Zaia però sostiene che il virus abbia perso forza velocemente e dunque potrebbe essere artificiale. Può essere vero?
«La perdita di aggressività non è un criterio per ipotizzare un’origine non naturale. Nessuno ha mai trovato segni che dimostrino sia stato manipolato in laboratorio».Cosa racconta il materiale genetico raccolto nei due database mondiali?
«Tutti i gruppi internazionali stanno studiando il virus, non è mai stata messa in campo tanta forza. Non appena viene individuata una mutazione consolidata, cioè presente in un migliaio di sequenze, viene fatta una verifica con studi su modelli cellulari o animali per verificare se queste differenze corrispondono ad una maggiore abilità dell’agente patogeno di moltiplicarsi e creare danni all’uomo».
Prima del dibattito scatenato da Alberto Zangrillo sul Coronavirus “clinicamente inesistente”, molti scienziati avevano opinioni diverse sulla questione: “Non ci sono elementi per poter dire che il virus è mutato. E’ un’ipotesi che va studiata, ma ad oggi non è sostenuta da un’evidenza scientifica”, aveva detto Silvio Brusaferro dell’ISS. Stessa posizione per Walter Ricciardi, consigliere del ministro della Salute per l’emergenza Covid-19, che all’Adnkronos Salute affermava: “Dal punto di vista microbiologico ed epidemiologico, il virus è sempre lo stesso”. Per Enrico Bucci, ricercatore in Biochimica e Biologia molecolare e professore alla Temple University di Philadelphia, il nuovo coronavirus “non è diventato più buono” come alcuni esperti segnalano. “Può certo mutare, ma il cambiamento della composizione della popolazione ospedaliera non è evidenza sufficiente di alcuna mutazione”. Considerato però che Zaia ha fatto due anni di veterinaria (e il militare a Cuneo, cit.), forse questo potrebbe cambiare tutto.