Tutte le Whirpool di Luigi Di Maio

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-03

150 tavoli di crisi aperti al MISE, 210mila lavoratori coinvolti e un ministro che sta ancora lì a pettinare le bambole. È normale?

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Mentre la fidanzata Virginia Saba propone improponibili similitudini con l’Antica Grecia, è la Magna Grecia che dovrebbe terrorizzare il ministro del Lavoro (LOL) e dello Sviluppo (STRALOL) Luigi Di Maio. Perché sono soprattutto al Sud le crisi aziendali che Di Maio in questi mesi ha dimenticato di seguire (disciamo) e che potrebbero scoppiargli in mano come è successo con Whirpool.

Oggi, spiega Repubblica,  dai 138 tavoli di gennaio siamo già passati a 150, tanti quanti ne mettono in fila i sindacati. Significa 210 mila lavoratori coinvolti, il 35% in aziende sull’orlo della chiusura, a un passo dalla disoccupazione. Senza contare i 70 mila dell’indotto. E ancora, spiega oggi Repubblica:

In aprile la cassa integrazione straordinaria è esplosa del 78% sull’anno prima e del 79% su marzo. Nei primi quattro mesi del 26%. Ma del 57% per gli operai, del 429% in edilizia, del 45% nell’industria, del 282% in Liguria, del 102% in Lazio, 115% in Campania, 82% in Puglia. Numeri da brivido. «Le difficoltà si stanno trasformando in crisi strutturali», dice Barone.

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Le crisi aziendali su cui Di Maio ha apposto il suo marchio-competenza-qualità (La Repubblica, 3 giugno 2019)

«Seguono la fase economica. Altro che stagnazione, qui siamo in pre-recessione». Persino i due casi tanto celebrati da Di Maio, al punto da ispirare la norma anti-delocalizzazione infilata nel decreto dignità, sono tutt’altro che risolti. I lavoratori della Bekaert di Figline Valdarno (Firenze) e della Pernigotti di Novi Ligure (Alessandria) si stanno attrezzando per gestirsi in cooperativa e salvare il salvabile.

La storia si ripete ovunque: da sabato 25 maggio, i 55 supermercati di Mercatone Uno non hanno alzato più la saracinesca: 90 milioni di debiti in 9 mesi, su 180 di fatturato per la proprietaria Shernon Holding. Fallimento dichiarato dal tribunale di Milano, 1.800 dipendenti appesi agli ammortizzatori sociali, 10 mila lavoratori dell’indotto coinvolti. L’autorizzazione a vendere a Shernon l’ha data Di Maio. Un’offerta farlocca, se in pochi mesi l’azienda è vicina alla bancarotta. Anche qui, nessuno ha monitorato. Ai tavoli, raccontano i sindacati, il ministro non si vede. Delega tutto al vicecapo di gabinetto Giorgio Sorial, ex deputato M5S non rieletto.

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