Gli onorevoli e il terrore di pagare i danni per i vitalizi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-06-28

Mentre il M5S annuncia la riforma come fatta, i parlamentari leghisti chiedono un parere legale. Senza l’ok annunciano che non voteranno il provvedimento

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Mentre parte il fantasmagorico superamento dei vitalizi (ricorsi permettendo) c’è chi non è tanto sicuro che vada tutto liscio di fronte ai ricorsi annunciati dagli ex parlamentari. Proprio per questo, racconta oggi Repubblica, alcuni onorevoli hanno chiesto un parere legale sulla riforma prima di votarla e hanno anche fatto sapere che il voto a luglio potrebbe essere a rischio senza un ok giuridico:

A fronte della ventilata minaccia di una class action, un’azione civile e amministrativa per danni contro i 18 membri dell’Ufficio di presidenza della Camera a larga maggioranza M5s-Lega – annunciata ieri dal presidente degli ex parlamentari Antonello Falomi e da Giuseppe Gargani – i tre componenti della Lega, Marzio Liuni, Silvana Comaroli, Anna Ria Tateo hanno scritto una lettera al presidente Fico chiedendogli di richiedere un parere legale.

«In assenza del quale non approveremo alcun provvedimento sui vitalizi», ha puntualizzato Liuni. Un intendimento trasversale, su cui concordano anche i rappresentanti degli altri gruppi, tra cui il pd Ettore Rosato e Luca Pastorino (Leu). Per Liuni «serve munirsi di un parere legale per tutelarci contro i rischi di eventuali cause personali, e di un parere costituzionale, che reputi congrua la delibera che adotteremo». E quindi i tempi di approvazione, indicati da Fico tra il 9 e il 13 luglio, potrebbero fatalmente slittare. «Prima aspettiamo i pareri e poi votiamo», precisa Liuni. «Vogliamo vedere a cosa andiamo incontro».

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Vitalizi, l’infografica (La Stampa, 28 giugno 2018)

E non c’è solo questo punto al vaglio, ma anche quello dei criteri per i ricalcoli:

Un altro aspetto da chiarire sono i criteri, escogitati dall’Inps, per i ricalcoli: ogni caso è diverso e nemmeno Falomi sembra avere una risposta per tutti. Dice Liuni: «Anche questi criteri devono essere trasparenti, voglio sapere se condanno all’indigenza una vedova, quindi serve prima fare chiarezza».

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