La vita è un programma

di Vincenzo Vespri

Pubblicato il 2020-09-20

Klavan scrisse “Il saggio cinese dice che, quando qualcuno ha l’impressione di sognare di essere una farfalla, in realtà potrebbe essere una farfalla che sogna di essere un uomo”. Questo aforisma mi ricorda il geniale quadro di Dalì: Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio La domanda …

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Klavan scrisse “Il saggio cinese dice che, quando qualcuno ha l’impressione di sognare di essere una farfalla, in realtà potrebbe essere una farfalla che sogna di essere un uomo”. Questo aforisma mi ricorda il geniale quadro di Dalì: Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio La domanda di cosa sia la realtà e di cosa sia il sogno e se questi due stati non siano così mischiati da essere indistinguibili, sta diventando qualcosa su cui l’uomo moderno deve riflettere visto l’impatto su cosa sia la realtà da parte della fisica quantistica e l’evoluzione dei programmi di simulazione e degli algoritmi genetici e di machine learning. Elon Musk sostiene che non siamo reali ma viviamo in un mondo virtuale tipo quello di Matrix.

vita universo simulazione computer

E’ una possibile (anche se, per il momento, improbabile) o è semplicemente l’uscita di un uomo che, grazie a boutade di questo genere, è riuscito a creare un vasto impero finanziario riuscendo a convincere la borsa a investire nei suoi sogni futuristici? Secondo me è una possibilità da non trascurare considerando che siamo appena all’inizio dell’era digitale (il primo computer fu ideato da Turing durante la II Guerra Mondiale (quindi appena 80 anni fa) e che, da allora, la potenza di calcolo e l’efficienza degli algoritmi seguono la legge di Moore (una legge empirica che dice che la potenza di calcolo raddoppia ogni 2 anni) e che quindi i programmi di simulazione, utilizzando entrambi gli strumenti, crescono molto più velocemente di quanto previsto da Moore. Premesso questo, immaginiamo come sarà il mondo fra diecimila anni (se il genere umano non si suicida prima) supponendo che l’evoluzione tecnologica prosegua allo stesso ritmo frenetico attuale.

 

vita universo simulazione computer 1

Ossia, se la legge di Moore continuerà a valere nei millenni a venire, avremo pc e programmi più potenti per fattori di due alla 5000!!!! Se si ricorda l’antica favola del mercante che aveva chiesto al sultano di avere il primo giorno un chicco di riso, il secondo giorno 2, il terzo giorno 4, e così via per 64 volte (pari alle caselle di una scacchiera), si capisce che 2 alla 64 è una cifra così fantasmagorica che il potente sultano non può soddisfare la richiesta del mercante. Beh, 2 alla 5000 è assolutamente fuori da ogni immaginazione…Fatte queste ipotesi, è chiaro che fra soli 10 mila anni l’umanità avrebbe la possibilità tecnologica di simulare con un programma un intero universo, fare evolvere secondo Darwin la vita nell’Universo grazie ad algoritmi genetici e rendere intelligenti dei semplici avatar grazie all’AI. Se le cose fossero così, ci potrebbero essere infiniti universi digitali, ognuno dei quali con forme di vita intelligenti (anche se forme di vita artificiali!!) capaci di simulare altri universi. Un loop infinito di universi artificiali creati ciascuno da altre creature artificiali. Questa visione “digitale” della vita e dell’Universo ha dalla sua qualche suggestione fornita dalla Fisica Quantistica:

1) Il nostro Universo è granulare. Piccoli quanti spazio-temporali ne formano la struttura. Esattamente come i bit per i programmi

2) L’Universo è parsimonioso nel senso che posizione e velocità di una particella non esistono fino a che non vengono misurati. Perché rendere “pesante” il programma con informazioni inutili? Solo quando vengono richieste, il programma chiamato Universo farebbe i calcoli necessari per darci le risposte richieste

3) Ci sono informazioni che sono istantanee, che vanno più veloci della luce. L’Universo ha quindi caratteristiche nonlocali (come l’entanglement) tipici di un programma che gira (e ha in sé tutte le info contemporaneamente) e trasmette la simulazione su un grande schermo. Sullo schermo l’informazione non può andare più veloce della luce ma l’informazione che gira nel programma modifica istantaneamente le immagini proiettate nello schermo, comunque appaiano distanti allo spettatore.

Insomma, è sicuramente un grande shock pensare di essere una simulazione digitale per una umanità che solo 500 anni fa pensava che la Terra rappresentasse addirittura il centro dell’Universo. La rivoluzione digitale è appena l’inizio, forse tra un po’ non avvertiremo più la differenza fra reale e virtuale. E non sarebbe sconvolgente pensare che fra un centinaio di anni l’uomo del futuro possa ritenere che il mondo che lo circonda si divida, senza soluzione di continuità, fra la realtà in cui siamo immersi (che, senza alcuno scandalo, potrebbe essere anche la simulazione di una realtà aliena) e il mondo digitale creato da noi stessi. E se questo è plausibile che possa capitare fra un centinaio di anni, figuriamoci cosa potrebbe capitare fra 10 mila anni…

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