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Tutti i vaffa che si è presa Virginia Raggi per il viadotto della Magliana

neXtQuotidiano 17/02/2019

La sindaca esulta per la chiusura con tre mesi di ritardo dei lavori e incolpa la ditta. Gli utenti però non sembrano convintissimi

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Habemus Viadotto della Magliana! «Da questa mattina sono di nuovo aperte entrambe le corsie in direzione Fiumicino del viadotto della Magliana. È stato dunque eliminato il restringimento necessario per l’installazione delle barriere di sicurezza stradale. I lavori sono finalmente terminati»: è una Virginia Raggi fortemente autocritica (ha scritto “finalmente“) quella che si è presentata ieri con il capo chino per l’immensa vergogna dei lavori interminabili che ha portato alla riapertura in incredibile ritardo del viadotto.

Tutti i vaffa che si è presa Virginia Raggi per il viadotto della Magliana

La sindaca ieri ha voluto festeggiare su Facebook e su Twitter la riapertura con tanto di video promozionale, i lavori, cominciati il 30 luglio 2018, dovevano concludersi il 6 novembre, come recitava il cartello apposto dalla ditta davanti al cantiere, e sono invece andati avanti fino a venerdì 15 febbraio, condannando gli automobilisti a code interminabili a qualsiasi ora del giorno. Oltre tre mesi di ritardi, troppi per un collegamento così impostante come il viadotto che mette in comunicazione l’Eur con il centro e con l’autostrada per l’aeroporto di Fiumicino.

Ma anche stavolta, come in tutto quello che succede per responsabilità politica diretta del Campidoglio, la Raggi ha dato la colpa a qualcun altro: «Il ritardo per la riapertura del viadotto è imputabile all’impresa che ha eseguito i lavori che non ha rispettato il cronoprogramma prefissato e che verrà invitata a pagare le penali previste dal contratto». Notate bene, “invitata” perché così nel caso avremo presto la scusa nel caso non pagassero perché il motivo era prevedibile ma qualcuno non l’ha previsto.

virginia raggi viadotto della magliana

Un lavoro per il viadotto è per sempre 

Il M5S aveva puntato al restringimento del viadotto della Magliana rimangiandoselo poi di fronte alle proteste dei cittadini. Poi la vicenda dei lavori aveva bloccato tutto per altri mesi, senza che dall’amministrazione arrivasse una voce di risposta alle lamentele di chi lo utilizzava. Infine, eccola lì, Virginia, a festeggiare la chiusura in ritardo di tre mesi per i lavori incolpando la ditta.

virginia raggi viadotto della magliana 1

A dare il colpo di grazia al lavoro senza fine del viadotto è stata la mancanza di un tubo, che, come prescrive la legge, andava installato sopra il guardrail come corrimano. Un pezzo di difficile reperimento, evidentemente non ordinato in tempo dall’impresa costruttrice, che ha esasperato il prolungarsi dei lavori e la pazienza dei romani. Tutti in coda per un tubo, dunque, nonostante l’assessora ai lavori pubblici Gatta avesse in precedenza annunciato che i lavori proseguivano “speditamente”. «È evidente che l’amministrazione comunale ha perso totalmente il controllo della situazione», commentava sulla stessa pagina un altro iscritto,
Il

virginia raggi viadotto della magliana 2

Ma il ridicolo della situazione non è sfuggito agli utenti di Twitter, che hanno fatto notare alla sindaca l’incredibile tempistica: “7 mesi per 200 metri di strada. È quasi record”, “Sempre capace a ricordare le colpe degli altri…dai governi e amministrazioni precedenti alle ditte appaltatrici, ai cittadini che violano le norme (3 categorie che CERTAMENTE esistono)…..ma delle vostre responsabilità nessuna traccia”, “Sono commosso. Scusi sindaco, Invece per la riduzione della carreggiata opposta (iniziata in via sperimentale) a chi dobbiamo ringraziare? Buon lavoro”, “Quando i ritardi danneggiano la collettività, vanno risolti i contratti in danno e non attendere passivamente la fine per applicare banalmente le penali. Non esiste penale che possa risarcire, tempo, denaro e rabbia accumulato quando si stava in coda”, scrivono alla sindaca. Che intanto guarda e passa avanti, in attesa del prossimo a cui dare la colpa.

Intanto c’è all’orizzonte un altro cantiere: la messa in sicurezza del ponte, sorvegliato speciale dopo il crollo del ponte Morandi di Genova. Per questi interventi, che prevedono la sostituzione dei giunti e degli appoggi, il bando è stato lanciato a fine dicembre: 2 milioni di euro per 150 giorni di lavori.

Leggi anche: Così Toninelli farà partire le gare d’appalto per la TAV (ma non si doveva fermare?)

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