I versamenti fiscali del 16 marzo sospesi

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2020-03-14

Nei settori più colpiti saranno sospesi i versamenti del mese di marzo per tutti, non solo per i piccoli: potrebbero saltare i tetti di fatturato presenti nelle bozze. Il provvedimento urgente oggi all’esame del Cdm

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Il ministero dell’Economia annuncia via comunicato stampa che i versamenti fiscali di lunedì prossimo, Iva compresa, sono rinviati. «I termini relativi ai versamenti previsti al 16 marzo – fa sapere la nota del Mef saranno differiti con una norma nel decreto legge di prossima adozione da parte del Consiglio dei Ministri». E per creare ulteriore suspense dalla nota di Gualtieri, si apprende che non saranno sospesi solo i pagamenti del 16 marzo ma saranno introdotte «ulteriori sospensioni dei termini e misure fiscali», intesi come adempimenti. Spiega oggi Il Sole 24 Ore:

Qualche chiarimento in più arriva da fonti Mef, da cui trapela che, il provvedimento in arrivo si concentrerà soprattutto sulle partite Iva più colpite nel fatturato dalle misure di contenimento dell’emergenza. Nei settori più colpiti saranno sospesi i versamenti di marzo per tutti e non solo dunque per i soggetti più piccoli. In questi casi, quindi, dovrebbero saltare i tetti di ricavi indicati dalle bozze in 400mila per i prestatori di servizi e in 700mila euro per le cessioni di beni.

Non aggiunge molta chiarezza il comunicato successivo dell’agenzia delle Entrate in cui si legge che il neo direttore Ernesto Maria Ruffini, «ha dato disposizioni a tutte le strutture di rimodulare le proprie attività in base a quanto previsto» dalla nota del Mef di ieri. Di fatto, lo stop ai versamenti fiscali per venire incontro alle partite Iva alle prese con l’emergenza coronavirus arriva fuori tempo massimo. Perché la macchina del versamento annuale Iva in scadenza lunedì è già partita, anzi di fatto è arrivata al traguardo. E la sospensione rischia di non avere effetto.

versamenti fiscali 16 marzo prorogati

Le 18.40 precedenti alla scadenza è decisamente troppo tardi per permettere davvero di sfruttare la sospensione. È tardi in tempi normali, e lo è ancora di più nei tempi eccezionali dell’emergenza sanitaria che ha chiesto agli italiani di rimanere in casa tranne quando scattano esigenze indifferibili.

L’arrivo del decreto fuori tempomassimo si spiega ovviamente con il caos legislativo prodotto dall’esigenza di affrontare un’emergenza inedita sotto tutti gli aspetti. Ma anche con i forti problemi di cassa che possono essere generati da una sospensione dei versamenti fiscali per rispondere a una crisi che in pochi giorni ha visto espandersi enormemente i propri confini geografici e la platea dei settori colpiti.

Il versamento annuale Iva in scadenza lunedì vale da solo circa 11 miliardi di euro. E la sospensione di ritenute e contributi che sarà inevitabile per evitare di drenare liquidità a operatori economici messi in ginocchio dall’emergenza moltiplica i valori in gioco. Somme che lo Stato dovrà compensare con emissioni di titoli di Stato, in una delle fasi più agitate nei mercati come mostra l’ottovolante degli ultimi giorni.

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