La verità sul censimento dei campi Rom è che la ruspa di Salvini è rotta

di Giovanni Drogo

Pubblicato il 2019-07-16

Il ministro dell’Interno dice che vuole procedere “come da programma” con la chiusura dei campi Rom e l’allontanamento dei residenti. Ma non dice che nella sua circolare si parla invece “positive dinamiche di ricollocamento” delle persone sgomberate dagli insediamenti abusivi. Che cosa significa? Nuovi campi Rom finanziati dallo Stato o l’assegnazione di case popolari?

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«Questa mattina ho scritto a tutti i prefetti per avere un quadro dettagliato e aggiornato in tempo reale delle presenze nei campi abusivi o teoricamente ‘regolari’ di rom, sinti e caminanti, per procedere, come da programma, a chiusure, sgomberi, allontanamento e ripristino della legalità». Matteo Salvini è in difficoltà e torna a lucidare la ruspa che già tante soddisfazioni gli ha dato in passato in termini di consensi.

La circolare di Salvini per lo sgombero dei campi Rom

Lo fa con una circolare inviata a tutti i prefetti nella quale chiede «l’attivazione di un più strutturato sistema di ricognizione e di successivo monitoraggio» dei campi Rom, per poter acquisire elementi “di conoscenza e di valutazione”. In pratica il Viminale chiede di fare una sorta di “censimento” delle differenti situazioni dei campi che ospitano Rom, Sinti e Caminanti al fine di procedere (forse) ad azioni future. Salvini su Twitter parla di chiusure, sgomberi, allontamento e ripristino della legalità ma la circolare che ha emanato mette le cose in maniera diversa.

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Intanto viene specificato che alcuni campi Rom sono legali. Si tratta cioè di insediamenti autorizzati accanto ai quali (o nei pressi dei quali) sono sorti quelli che nella circolare vengono definiti «agglomerati spontanei, talvolta temporanei» con i quali i residenti occupano abusivamente o senza averne titolo terreni privati o demaniali. È pacifico quindi che al limite Salvini può dare l’ordine di sgomberare gli insediamenti abusivi e non quelli autorizzati.

Perché Salvini parla degli sgomberi (che non ci saranno) e non dei ricollocamenti?

Ma anche se un insediamento fosse autorizzato il Ministero ha previsto anche altre “condizioni” che possono portare all’avvio di ulteriori provvedimenti. Ad esempio si chiede della presenza di reti idriche, elettriche o fognarie al fine di garantire la tutela della salute dei residenti. Ma è noto – si pensi all’inferno che è il campo  autorizzato di Castel Romano a Roma – che spesso anche gli insediamenti “istituzionali” manchino dei più elementari servizi come l’acqua o le fognature. Salvini poi evidenzia come “episodi pregiudizievoli per l’incolumità pubblica” anche il fatto che nelle strutture oggetto di indagine siano stati riportati incendi cosa che nei campi avviene spesso, anche solo per bruciare i rifiuti prodotti (e non raccolti).

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Non manca, il ministro e papà, di interessarsi delle condizioni dei minori sia per quanto riguarda l’abbandono scolastico sia per  quanto concerne “il coinvolgimento degli stessi in episodi pregiudizievoli in ragione dell’età”. Insomma si cerca un qualsiasi pretesto per poter passare alla fase due: la chiusura o lo sgombero dei campi.

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Ed è qui che viene il bello. Perché nella circolare si parla di «sgombero degli insediamenti “illegali”». Il virgolettato sembra lasciare aperta la porta ad una definizione più ampia di illegalità, che non riguardi solo l’occupazione abusiva ma anche quelle situazioni “pregiudizievoli” descritte poc’anzi. Ma allo stesso tempo si scrive che l’obiettivo è quello di definire strategie «finalizzate al superamento delle situazioni di degrado singolarmente individuate e al ripristino delle condizioni di legalità, in caso di eventuali illegittimità riscontrate, caso per caso, anche nelle strutture autorizzate». Insomma non il superamento dei campi Rom ma delle situazioni di degrado, se si vuole ripristinare la legalità laddove negli insediamenti regolari non ci sono allacci alla rete idrica la soluzione più logica è quella di portare le tubature dell’acqua e delle fognature. Ad essere sgomberate saranno invece solamente le aree occupate abusivamente. Ma i nomadi non verranno mandati a nomadare – come dice Giorga Meloni. Anzi, in collaborazione con gli enti locali dovranno essere attivate «positive dinamiche di ricollocamento degli interessati». Perfino Salvini sa che le famiglie “abusive” non possono essere sbattute in mezzo ad una strada, soprattutto se hanno figli. La soluzione? Visto che non si parla di espulsioni dal territorio nazionale sono due: o il ricollocamento in altri campi o l’assegnazione di una casa popolare. E non stupitevi se alla fine la Lega si scoprirà essere il partito “amico dei Rom”, perché questo è un dato di fatto storico. Salvini non sta inventando nulla.

 

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