COVID: l’obiettivo di distribuire il vaccino senza completare la sperimentazione

di Alessandro D'Amato

Pubblicato il 2020-07-14

La Stampa scrive l’Unione Europea vuole chiedere all’EMA un’autorizzazione speciale per distribuire il vaccino senza completare la fare di trial. E preparare uno scudo legale. Ma questo sarebbe un errore

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Il vaccino più promettente contro il Coronavirus SARS-COV-2 e COVID-19, quello di AstraZeneca e dell’Università di Oxford e “sponsorizzato” da Bill Gates, non blocca il contagio sull’uomo ma riduce la malattia a un po’ di tosse e mal di gola: per spuntare le unghie al virus ci vuole una doppia dose, il che aumenta costi e tempi dell’operazione. Lo scrive oggi La Stampa in un articolo a firma di Paolo Russo, specificando che proprio per questo l’Unione Europea ha intenzione di chiedere all’agenzia europea del farmaco (l’EMA) di dare comunque il via libera alla somministrazione del vaccino alle fasce più esposte della popolazione mentre è ancora in corso la fase 3 della sperimentazione.

COVID: l’obiettivo di distribuire il vaccino senza completare la sperimentazione

Evidentemente la soluzione, se confermata, sta sottovalutando la potenzialità esplosiva di una soluzione del genere visto che darebbe il via a una serie di polemiche prima e di azioni legali poi, nelle quali i tribunali potrebbero anche ascoltare le motivazioni dei contrari proprio a causa di questa corsa contro il tempo:

Un’autorizzazione speciale, con la quale già a fine anno l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, darebbe il via libera alla somministrazione del vaccino alle fasce più esposte della popolazione, anziani in testa, mentre è ancora in corso la fase 3 della sperimentazione. Quella allargata a decine di migliaia di volontari sani. Una procedura eccezionale, che però non implicherebbe pericoli per la popolazione. Il vaccino infatti ha comunque già superato i test che ne accertano la non tossicità e sicurezza. Del resto aspettare la fine della sperimentazione significherebbe arrivare alla primavera prossima e con il richiamo da dover somministrare, il mondo sarebbe esposto alle scorribande del Covid ancora per almeno un anno.

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Effetti collaterali gravi sono esclusi, ma somministrare un vaccino mentre ancora è in corso la sperimentazione può comunque aprire la strada a contenziosi e richieste di risarcimento. Per questo la Commissione Ue, con l’Italia in prima fila nella negoziazione, sta studiando uno scudo legale che funzionerebbe più o meno così: fino a che è in corso la sperimentazione, la responsabilità ricadrebbe per intero sugli Stati, poi in una fase intermedia al 50% anche sulle aziende e dopo un determinato arco di tempo solo su queste. Meccanismi studiati per non bloccare la ricerca ma destinati sicuramente ad alimentare le proteste dei no-vax.

In ogni caso il quotidiano spiega che la somministrazione e l’eventuale scudo scatteranno  soltanto se i risultati in fase già avanzata di sperimentazione saranno buoni. Fatto non scontato dopo lo studio del King’s college di Londra, che su oltre 90 ex pazienti Covid ha rilevato come gli anticorpi mantengano la stessa potenza immunitaria contro il virus soltanto nel 17% di chi lo ha contratto, per ridursi in tutti gli altri casi, anche al punto da  non essere più rilevabili in alcuni ex contagiati. Insomma, è il caso che l’idea venga accantonata perché ha evidentemente più costi, anche dal punto di vista politico, che benefici.

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