Opinioni
Una settimana a Bruxelles
di Vincenzo Vespri
Pubblicato il 2019-09-20
Dopo un’estate così ricca di colpi di scena, una settimana trascorsa a Bruxelles rappresenta un’occasione unica sia per ragionare, con un certo distacco, su quanto è successo in Italia e sia per farsi un’idea dell’Europa molto più da vicino: è un’opportunità per l’Italia o un pericolo da cui scappare a gambe levate? La prima cosa […]
Dopo un’estate così ricca di colpi di scena, una settimana trascorsa a Bruxelles rappresenta un’occasione unica sia per ragionare, con un certo distacco, su quanto è successo in Italia e sia per farsi un’idea dell’Europa molto più da vicino: è un’opportunità per l’Italia o un pericolo da cui scappare a gambe levate?
La prima cosa che diventa evidente è che Salvini ha sbagliato ad utilizzare gli slogan che usava in Italia anche in Europa. Lo stile di comunicazione europeo è diverso da quello italiano e l’approccio populista crea solo disorientamento. Espressioni come quelle usate da Borghi e Bagnai sull’euro hanno avuto la sola conseguenza di alzare di 50 punti base lo spread. Inoltre è stato un grave errore non essere riusciti a far capire all’Europa che in Italia c’è un malessere vero, che il 34% preso dalla Lega alle Europee non era una infatuazione passeggera verso l’uomo forte ma una conseguenza di una politica Europea verso l’Italia che l’italiano medio considera errata ed ingenerosa. Abbiamo consegnato le chiavi del cruscotto della nostra economia a Bruxelles e non ci sentiamo tutelati. Vorremmo avere indietro le chiavi ma non ce le vogliono dare… L’altro grave errore di Salvini è stato che si è lasciato condizionare troppo dai bagni di folla. Spesse volte ha detto quello che la folla voleva dicesse e non ciò che era conveniente per lui dire. Questo, forse, può essere tollerato in Italia ma è incomprensibile in Europa. Espressioni come quella di voler pieni poteri non dovrebbero mai essere pronunciate.
La seconda osservazione è che l’Europa è adesso Macron. L’unico vero leader. L’UK è alle prese con la Brexit e la Merkel è groggy. La Germania ha perso un’occasione storica per avere la leadership Europea. . La Merkel si è comportata più da massaia che da statista: troppo miope e troppo attenta a particolari tutto sommato insignificanti, ha finito per mancare il vero obiettivo. E la Germania non può volare basso.. L’assenza della Germania nello scenario politico Europeo ha aperto un’autostrada alle ambizioni Francesi. E’ Macron a dettare l’agenda politica Europea, è Macron a trattare con Trump, è Macron a intervenire in Africa, è Macron a sostenere i governi amici e a mettere bastoni fra le ruote ai governi nemici. L’unica cosa è che, come detto precedentemente, non mi sembra chiaro che l’idea che hanno i Francesi dell’Italia sia corrispondente alla situazione reale. Interventi errati, in una situazione politica fluida e caotica come quella che sta vivendo l’Italia adesso, potrebbero avere esiti imprevedibili e catastrofici sia per noi che per l’Europa. Infine, stando qui a Bruxelles, si constata che la crescita economica dell’Europa è soffocata da una burocrazia kafkiana, da egoismi nazionali e da disuguaglianze sociali sempre più evidenti. La fascia di popolazione che si sente esclusa ed emarginata (socialmente ed economicamente) è sempre più grande. Questo malessere della popolazione ha portato in UK ad avere la vittoria della Brexit, in Italia ad avere partiti sovranisti al 40%. Ma se l’Europa non corre ai ripari, questa ribellione ai diktat europei non si limiterà all’UK e all’Italia ma investirà tutti i paesi che fanno parte dell’UE e il sogno dell’Unità Europea, inevitabilmente, si frantumerà. Non è uno scenario invitabile, ma per riuscirci occorrerebbero politiche meno egoiste e leader meno miopi.. purtroppo, nella situazione attuale, con quello che passa il convento, è utopia allo stato puro.
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