Il tesoretto di Tria per evitare la procedura d’infrazione

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2019-06-14

Giovanni Tria e Giuseppe Conte cercano di convincere l’Unione Europea a evitare la procedura d’infrazione con un tesoretto di risparmi dalle misure più costose varate dal governo del cambiamento, sperando che Di Maio non se ne accorga

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Giovanni Tria e Giuseppe Conte cercano di convincere l’Unione Europea a evitare la procedura d’infrazione con un tesoretto di risparmi dalle misure più costose varate dal governo del cambiamento, sperando che Di Maio non se ne accorga. Le intenzioni le racconta oggi Roberto Petrini su Repubblica:

Tria e Conte, da giorni dicono che il deficit-Pil di quest’anno sta andando meglio di quanto previsto: nell’aprile scorso nel Def fu fissato dal governo al 2,4 per cento, in peggioramento rispetto agli accordi del dicembre scorso con la Commissione che lo indicavano al 2,04 per cento. Ebbene, secondo il Tesoro, oggi saremmo in grado di mostrare alla Commissione un deficit poco superiore al 2,1 per cento.

Un miglioramento che vale 4-5 miliardi e che, come si è intravisto dalle dichiarazioni del ministro dell’Economia degli ultimi giorni, è dovuto alle entrate tributarie, soprattutto l’Iva spinta dalla fatturazione elettronica (0,17 punti di Pil, 3 miliardi), agli utili e dividendi delle aziende di Stato (pari 0,13 punti, 2,3 miliardi), più le risorse risparmiate da quota 100 e reddito di cittadinanza (0,07 di Pil, ovvero 1,2 miliardi). A questi risparmi vanno sottratte maggiori spese intervenute in corso d’anno (0,12 punti, ovvero 2,1 miliardi).

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Procedura d’infrazione: i conti dell’Italia (Corriere della Sera, 12 giugno 2019)

Nel complesso una riduzione del deficit di 4-5 miliardi in grado di portarci al 2,1 per cento del Pil, poco più in alto degli accordi di dicembre. Tra fine giugno e luglio, probabilmente in concomitanza con l’assestamento di bilancio, il Tesoro dovrà anche tenere fede, come affermato nel Def e previsto dalla legge di Bilancio, al congelamento per l’intero anno dei 2 miliardi della spesa dei ministeri, già contabilizzati nei saldi, e che investiranno spese per trasporti e sanità.

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