La lettera di Tria alla Ue: traduzione dal politichese

di Elio Truzzolillo

Pubblicato il 2018-10-23

È stata resa nota la lettera con cui il ministro Tria presenta le sue contro argomentazioni alla commissione europea sul DPB (Documento Programmatico di Bilancio). In sostanza il ministro difende la manovra del popolo pur ammettendo la violazione delle regole europee. Ci sono tuttavia alcuni passaggi che vanno tradotti dal politichese, affinché siano chiari a …

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È stata resa nota la lettera con cui il ministro Tria presenta le sue contro argomentazioni alla commissione europea sul DPB (Documento Programmatico di Bilancio). In sostanza il ministro difende la manovra del popolo pur ammettendo la violazione delle regole europee. Ci sono tuttavia alcuni passaggi che vanno tradotti dal politichese, affinché siano chiari a chi non “mastica” i linguaggi paludati della politica.

1) Secondo Tria il governo si impegna a “ricondurre il saldo strutturale verso gli obiettivi di medio termine a partire dal 2022”. Subito dopo assicura che “Qualora il PIL dovesse ritornare al livello pre-crisi prima del previsto, il governo intende anticipare il percorso di rientro”. Alla fine della lettera assicura invece che in caso di scostamenti (in senso negativo) dai parametri programmati, il governo prenderà tutte le “necessarie misure”. Traduzione: se le cose andranno così e così, o andranno bene o andranno male, noi dovremmo in ogni caso diminuire il deficit, perché sono cosciente di avere avallato una minchiata a fini elettorali. Credete almeno a questo visto che neanche un imbecille potrebbe credere alla bontà di questa manovra. So che la mia credibilità è zero, anche perché poche settimane fa avevo firmato e mi ero personalmente fatto garante di ben altri impegni, ma cercherò di riportare alla ragione i due tonti che hanno le redini del governo.

luigi di maio matteo salvini
Vignetta di El Giva

2) Nel tentativo di dare congruità ad una NaDEF e ad un DPB che potremmo definire in modo eufemistico molto ottimistici, il ministro tira in ballo una serie di riforme strutturali che andranno approntate in futuro, tra le quali: “semplificazioni degli adempimenti amministrativi”, “digitalizzazione della pubblica amministrazione”, “la riforma del codice dei contratti pubblici”, “la riforma del codice civile”, “lo snellimento della procedura civile e la riduzione del tempo dei processi”. Traduzione: lo so che fare in poche settimane metà delle riforme che il paese aspetta da anni è praticamente impossibile, e so anche che non sono mai state fatte per precise ragioni corporativistiche ed elettorali che questo governo meno di altri potrà affrontare. Tuttavia, se voleste essere particolarmente generosi, potreste usare questa supercazzola come appiglio per dire che la manovra è congrua, o almeno per lasciarci qualche mese in più di tempo prima di aprire una procedura d’infrazione. Cari amici della commissione, io non saprei che altro inventarmi.

 

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3) “Al riguardo, qualora i rapporti debito/PIL e deficit/PIL non dovessero evolvere in linea con quanto programmato, il governo si impegna a intervenire adottando tutte le necessarie misure” Traduzione: ragazzi, lo so io, lo sapete voi, lo sa Moody’s che lo ha scritto nel suo rapporto, lo sanno tutti: in Italia non sappiamo più produrre ricchezza, ma abbiano ancora un cospicuo risparmio privato al quale attingere. In qualunque momento il governo può inventarsi una patrimoniale o un prelievo dai c/c dei cittadini o altre iniziative equivalenti, quindi state tranquilli che non faremo bancarotta. Poi ci penseranno Cicciobello e il Ruspa a trovare il modo migliore per vendere il provvedimento come una misura di equità.

4) “Riteniamo, infatti, che il rafforzamento dell’economia italiana sia anche nell’interesse dell’intera economia europea”. Traduzione: un disastro economico finanziario dell’Italia danneggerebbe anche voi, per questo vi conviene non fare passi che potrebbero aggravare nella percezione dei mercati la nostra posizione. Pensate piuttosto a rafforzare o creare procedure di aiuto per i paesi in difficoltà. Noi un po’ di idee le abbiamo già elaborate: eurobond, proposta Minenna-Gabanelli, piano Savona, welfare europeo centralizzato, ecc.. Insomma, volenti o nolenti ci dovrete aiutare in qualche modo, cerchiamo di collaborare trovando una formula che non faccia capire agli altri cittadini europei che ci state regalando dei soldi e tutto andrà bene.

 

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