Tutti i furbetti che prenderanno il reddito di cittadinanza

di neXtQuotidiano

Pubblicato il 2018-10-23

Abbandonata l’idea di distinguere tra consumi morali e immorali; il rischio che l’ISEE sia taroccato e le scarse possibilità di controllo

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Luca De Carolis sul Fatto Quotidiano oggi precisa cosa sta succedendo sul reddito di cittadinanza dopo l’annuncio di Laura Castelli, che sul palco di Italia 5 Stelle ha sostenuto che non ci sarà bisogno di fare richiesta per il sussidio ma sarà lo Stato a calcolare chi ne ha diritto e a concederlo. La realtà è che così si rischierebbe molto di premiare anche chi non dichiara redditi e beni e si moltiplicherebbero in modo esponenziale i problemi visti con il bonus 80 euro: al variare dei requisiti i beneficiari sarebbero chiamati a restituire anche gli arretrati non dovuti. La deadline, spiega l’articolo, è fissata ad aprile perché a maggio ci sono le elezioni europee ma rispetto agli annunci la questione si farà molto più complicata:

Ci sarà un portale web che dovrebbe semplificare di molto l’accesso alla domanda di reddito: si entra, si calcola l’Isee (l’indicatore di situazione reddituale e patrimoniale che considera anche la famiglia, che deve essere inferiore a 9.360 euro annui), e si scopre quanto reddito di cittadinanza si può ottenere. Il ministro del Lavoro Luigi Di Maio deve ancora sciogliere un nodo cruciale: quanta parte deve essere destinata all’affitto.

Per evitare che il conto finale esploda e per ragioni di equità, l’idea attuale è dividere il reddito di cittadinanza in due parti: 250 euro per l’affitto e 530 per i consumi. I beneficiari con una casa di proprietà avranno soltanto la parte dei consumi (fino a raggiungere la soglia complessiva di 780 euro mensili). Nelle speranze dei Cinque Stelle la quota affitto dovrebbe diventare un incentivo per trasformare canoni pagati oggi in nero in regolari contratti d’affitto. Per i consumi è già stata abbandonata l’idea di distinguere quelli “morali” da quelli “immorali”: non ci sono le possibilità tecniche.

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Il reddito di cittadinanza e l’ISEE: i controlli della GdF e le truffe (Il Sole 24 Ore, 8 ottobre 2018)

Da leggere: Marco Travaglio spiega la condanna per gli articoli su Tiziano Renzi

Insomma, mentre non si capisce perché uno che paga l’affitto in nero dovrebbe uscire dal tunnel per percepire meno soldi con il reddito di cittadinanza, è evidente che la cancellazione dei paletti e la scelta dell’ISEE, che presenta irregolarità in sei casi su dieci secondo le indagini della GdF, farà felici i molti furbetti che si troveranno soldi sul conto corrente (o su una carta di credito) senza meritarli. Ma c’è di più:

L’aspirante beneficiario dovrà come prima cosa presentare via web – o a un centro per l’impiego –la Did, la Dichiarazione di disponibilità al lavoro. A quel punto bisogna distinguere chi deve essere mandato subito al centro per l’impiego per ricevere un’offerta di lavoro o iniziare un percorso di formazione e chi, invece, ha bisogno di essere seguito da un assistente sociale o dal servizio sanitario. Un clochard, una mamma single con figlia carico o un tossicodipendente hanno bisogno di interventi molto diversi rispetto all’ex dipendente, magari pagato in nero,di un’impresa artigiana che ha chiuso.

Oggi, con il Reddito di inclusione, questi casi vengono vagliati da una commissione comunale. Non è dato sapere come i Cinque Stelle immaginano questo lavoro di separazione dei poveri bisognosi di assistenza dai semplici disoccupati. Di sicuro i centri per l’impiego – che hanno soltanto impiegati amministrativi non hanno personale e competenze per farla. E neppure le agenzie private, che possono essere coinvolte soltanto per la ricerca delle offerte di lavoro.

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